Australia, scoperto superbatterio resistente agli antibiotici in diffusione nel mondo

Salute e Benessere
Batteri in laboratorio (Getty Images)
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I ricercatori del Doherty Institute di Melbourne hanno rilevato alcune varianti del comune batterio dello stafilococco, sviluppatesi a causa dell’uso eccessivo di antibiotici, in grado di resistere a tutti i farmaci. 

Un superbatterio con una forte resistenza agli antibiotici, stretto parente del più noto stafilococco della cute, si starebbe diffondendo in diversi ospedali del mondo. È quanto emerge da una ricerca svolta dal Doherty Institute for Infection e Immunity di Melbourne, pubblicata su Nature Microbiology, che spiega come l’organismo si sia sviluppato a partire dallo Staphylococcus epidermidis, un comune batterio che si trova sulla pelle umana. I ricercatori hanno isolato e studiato campioni provenienti da 78 istituzioni sparse in 10 paesi di tutto il mondo, giungendo a un’inaspettata scoperta.

DNA modificato

Ben Howden, professore universitario e tra i ricercatori che ha coordinato lo studio, ha spiegato come tutto sia iniziato con l’osservazione di campioni provenienti da strutture australiane, dopo che il dottore specializzando Jean Lee si era accorto nel 2012 che un paziente giunto in ospedale per una semplice procedura finì per contrarre un’infezione particolarmente resistente, durata oltre due mesi.
Secondo Howden “il batterio spesso colonizza semplicemente la pelle, ma in alcuni casi può portare a infezioni invasive e complicate da curare”. La ricerca ha poi dimostrato come, per alcune varianti dello Staphylococcus epidermidis, si sia assistito a un piccolo cambio nel DNA, che ha reso l’organismo resistente ad antibiotici comunemente somministrati negli ospedali.

Ospedali a rischio

I ricercatori hanno quindi voluto allargare il raggio dello studio, prelevando campioni provenienti da tutto il mondo. L’analisi ha portato alla scoperta di tre varianti dello stesso batterio, tutte caratterizzate dalla resistenza a moltissimi tipi di antibiotici; in particolare, delle specie diffuse in Europa non sarebbero curabili con alcun tipo di farmaco attualmente sul mercato. Secondo gli autori della ricerca questo superbatterio starebbe proliferando a causa dell’uso eccessivo di antibiotici, non sempre appropriati, negli ospedali, in particolare nei reparti di terapia intensiva. “Lo studio evidenzia che l’utilizzo di un numero sempre maggiore di antibiotici sta portando alla formazione di batteri resistenti ai farmaci, e questo è uno dei pericoli più grandi per il settore ospedaliero in tutto il mondo”, ha affermato Howden.

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