Vaiolo delle scimmie, quali sono i sintomi e le cure e come si trasmette

Salute e Benessere
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Introduzione

Il 14 agosto 2024 l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l'emergenza internazionale per la malattia infettiva zoonotica causata dal virus MPXV. Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, la trasmissione può avvenire da animale a uomo ma anche da persona a persona e, nel caso della presenza di ferite aperte, anche tramite oggetti contaminati.

 

Dopo un periodo di incubazione che può variare da 5 a 21 giorni, la malattia è generalmente caratterizzata da una fase prodromica, che dura tra 0 e 5 giorni, con febbre, mal di testa intenso, linfonodi ingrossati, mal di schiena, dolori muscolari e forte debolezza. Poi sopraggiunge un’eruzione cutanea che di solito appare entro 1-3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso (coinvolto nel 95% dei casi) e poi diffondendosi ad altre parti del corpo.

Quello che devi sapere

Il virus MPXV

  • Il vaiolo delle scimmie, per il quale l'Oms ha dichiarato il 14 agosto 2024 l'emergenza internazionale, è una malattia infettiva zoonotica causata da un poxvirus (monkeypox virus, MPXV) simile allo scomparso virus del vaiolo umano, che infetta le scimmie. Il primo caso di trasmissione umana è stato segnalato nel 1970 nei villaggi rurali delle zone delle foreste pluviali dell'Africa centrale e occidentale

Per apprfondire:

Vaiolo scimmie, l'Oms dichiara lo stato di emergenza internazionale

La malattia Mpox

  • Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, “il 28 novembre 2022 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a seguito di una serie di consultazioni con esperti globali, ha deciso l'utilizzo del nome ‘Mpox’ per questa malattia, in sostituzione del precedente nome ‘monkeypox’. L’OMS ha raccomandato tale variazione per contribuire a ridurre lo stigma e altre preoccupazioni associate alla terminologia precedente”

La trasmissione animale-uomo

  • Nei Paesi endemici - in Africa centrale e occidentale, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo - la trasmissione del vaiolo delle scimmie avviene nella maggior parte dei casi da animale a uomo durante attività come la caccia o la lavorazione degli animali

La trasmissione uomo-uomo

  • “La trasmissione da persona a persona avviene attraverso il contatto stretto e prolungato con una persona sintomatica - spiega l’Iss - Per contatto stretto si intende un contatto prolungato faccia a faccia (come parlare, respirare o cantare uno vicino all'altro, attività che possono generare goccioline o aerosol a corto raggio); pelle a pelle (attraverso un contatto con lesioni cutanee  e durante i rapporti sessuali); bocca a bocca; o bocca a pelle”

La trasmissione tramite oggetti

Può anche accadere che la malattia venga trasmessa attraverso oggetti contaminati se la persona che li tocca ha ferite o abrasioni oppure se c’è un contatto con le mucose di occhi, naso e bocca

La diffusione dal 2022

  • Nel maggio del 2022 sono stati segnalati per la prima volta casi e catene prolungate di trasmissione del virus in Paesi non endemici e senza che questi avessero alcun collegamento epidemiologico - viaggi, importazioni di animali - con aree dell'Africa occidentale o centrale

I sintomi del vaiolo delle scimmie

Come spiega l’Iss, il vaiolo delle scimmie in genere dura dalle 2 alle 4 settimane. Dopo un periodo di incubazione che può variare da 5 a 21 giorni, la malattia è generalmente caratterizzata da:

  • una fase prodromica, che dura tra 0 e 5 giorni, con febbre, mal di testa intenso (generalizzato o frontale), linfonodi ingrossati, mal di schiena, dolori muscolari e forte debolezza. “La linfoadenopatia - precisa l’Iss -  è una caratteristica distintiva del vaiolo delle scimmie rispetto ad altre malattie che inizialmente possono apparire simili (per esempio la varicella)”
  • un’eruzione cutanea che di solito appare entro 1-3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso (coinvolto nel 95% dei casi) e poi diffondendosi ad altre parti del corpo, soprattutto alle estremità (inclusi i palmi delle mani e la pianta dei piedi nel 75% dei casi). Possono essere coinvolte anche le mucose orali (nel 70% dei casi), i genitali (30% dei casi) e le congiuntive (20%). Il coinvolgimento oculare può portare a ulcere corneali e cecità. L’eruzione cutanea generalmente evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono

Le differenze nell’epidemia del 2022

  • L’Istituto Superiore di Sanità spiega anche che durante l’epidemia mondiale del 2022 sono stati rilevati diversi periodi di incubazione (da 7-8 giorni con picchi fino a 2-4 giorni) e alcuni quadri clinici atipici fra cui l’assenza dei sintomi prodromici prima dell’eruzione cutanea, assenti in quasi metà dei casi. “Le manifestazioni atipiche - scrive l’Iss - hanno incluso la comparsa di lesioni genitali come primo sintomo, senza una fase prodromica, e lesioni prevalentemente anogenitali o orofaringee con o senza febbre o sintomi sistemici. In alcuni casi le manifestazioni cliniche si sono limitate alla comparsa di una singola lesione (cutanea, anogenitale o orofaringea). Sono stati inoltre descritti casi subclinici/asintomatici. Sono state inoltre descritte complicanze genitali, perianali e orali, tra cui proctite e tonsillite”

Cosa fare se si sospetta un contagio

  • Se ci si trova di fronte a un sospetto caso di vaiolo delle scimmie la cosa essenziale da fare, spiega l’Iss, è “raccogliere campioni biologici provenienti dalle lesioni cutanee e trasportarli in sicurezza, e in conformità con i requisiti nazionali e internazionali di sicurezza, in un laboratorio di riferimento. I campioni devono essere conservati in una provetta sterile e asciutta e mantenuti al freddo”.

La cure

  • Nella maggior parte dei casi le persone affette da vaiolo delle scimmie guariscono senza alcun trattamento medico (salvo farmaci per alleviare i sintomi come la febbre), ma per le persone immunodepresse o che sviluppano una malattia più severa può essere prescritto un antivirale noto come tecovirimat (TPOXX)

Il vaccino

  • Per il vaiolo delle scimmie esiste un vaccino, il MVA-BN, distribuito in Europa dal 2013 con il nome commerciale di Imvanex. I dati indicano una buona efficacia nel prevenire la malattia sintomatica e una serie di due dosi sembra fornire una migliore protezione rispetto a una sola dose. Il vaccino, spiega l’Iss, “può essere somministrato anche in soggetti immunodepressi, incluse le persone con infezione da HIV. Tali soggetti potrebbero tuttavia presentare una risposta anticorpale ridotta. A scopo precauzionale è sconsigliata la vaccinazione in gravidanza o durante l’allattamento, ad eccezione di casi in cui la valutazione del rapporto rischio beneficio sia favorevole. La vaccinazione viene effettuata da personale esperto tramite l’iniezione sottocutanea di due dosi di vaccino a distanza di almeno 28 giorni. In alternativa è possibile somministrare il vaccino per via intradermica sulla superfice interna (volare) dell’avambraccio, in questo caso viene usata una dose più piccola di vaccino. Nelle persone appartenenti ai gruppi target che abbiano ricevuto in passato almeno una dose di vaccino antivaiolo o di MVA-BN o che abbiano concluso il ciclo vaccinale di due dosi di MVA-BN da oltre due anni, è sufficiente la somministrazione di una sola dose di richiamo”. In Italia la vaccinazione contro il vaiolo si è interrotta nel 1981: secondo alcuni studi - sottolinea l’Iss - le persone che ne hanno beneficiato “persone possono presentare una malattia più lieve se infettate con il MPXV rispetto a quelle non vaccinate”
  • In Italia sono state pubblicate varie circolari con indicazioni da adottare sulla strategia di vaccinazione contro la malattia. Nel mese di luglio 2022 è stata autorizzata la temporanea distribuzione del vaccino in Europa e nel nostro Paese e la vaccinazione con MVA-BN è stata offerta come profilassi pre-esposizione, alle seguenti categorie di persone:
  1. personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus
  2. uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), che rientrano in specifici criteri di rischio elencati nella circolare

Per approfondire:

Epidemia di vaiolo delle scimmie: dichiarata emergenza sanitaria in Africa