Fibromialgia, i sintomi da non sottovalutare per riconoscerla

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L'ipotesi più accreditata è che nei pazienti affetti da fibromialgia sia il modo di processare il dolore da parte del cervello ad essere compromesso (foto: archivio Getty Images)
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Questa patologia cronica, caratterizzata da dolori muscolari diffusi, non ha una vera e propria cura ma può essere trattata con un approccio sia farmacologico che psicologico

La fibromialgia, secondo la definizione dell'Istituto superiore di sanità, è una patologia cronica che provoca dolori in tutti quei tessuti che supportano le ossa e le articolazioni. Oltre che con dolori muscolari, questa malattia può manifestarsi anche attraverso l'irrigidimento, in particolare sul collo, sulla colonna vertebrale e su spalle e fianchi, oltre che tramite astenia e disturbi del sonno. Ecco tutti i possibili sintomi da non sottovalutare per poter riconoscere la fibromialgia e i trattamenti per alleviarli.

Le cause della fibromialgia

Secondo i dati dell'Associazione italiana sindrome fibromialgica (Aisf), nel nostro Paese sono circa due milioni le persone che soffrono di questa forma comune di dolore muscolo-scheletrico diffuso. Al momento, le cause di questa patologia restano ancora ignote. Si ritiene però, scrive il portale medico Humanitas, che a innescare la malattia sia un insieme di fattori (genetici, infettivi, ormonali), traumi fisici e psicologici. Tra gli esperti l'ipotesi più accreditata è che sia il modo di processare il dolore da parte del cervello ad essere compromesso. In sostanza, la sindrome sembrerebbe dipendere da una ridotta soglia di sopportazione del dolore, dovuta ad un'alterazione della percezione a livello di sistema nervoso centrale. Recentemente, i ricercatori del Massachusetts General Hospital hanno individuato in un'infiammazione cerebrale una delle possibili cause della fibromialgia.

I sintomi

La fibromialgia è associata a una vasta gamma di sintomi, ma quello predominante sembrerebbe essere il dolore, diffuso in tutto il corpo, nonostante possa avere un'origine localizzata. Si tratta di un dolore, in genere proveniente dai muscoli, che coinvolge varie sedi dell'organismo con una distribuzione simmetrica. I pazienti che lo hanno provato, scrive Aisf, lo hanno descritto in vari modi: dalla sensazione di bruciore, alla contrattura, passando per la rigidità e la tensione. Il 90% dei pazienti affetti da fibromialgia riferisce di un'astenia (debolezza generalizzata) moderata o severa, una scarsa resistenza alla fatica o, ancora, una sorta di stanchezza simile a quella dovuta all'influenza o alla veglia prolungata. Molti pazienti soffrono anche di disturbi del sonno, caratterizzato da frequenti risvegli notturni.

La diagnosi

Il dolore da sindrome fibromialgica aumenta quando viene esercitata una pressione intensa su punti specifici del corpo, detti "punti sensibili" o "tender points". Quindi, per arrivare ad una diagnosi di questa patologia, il dolore dovrebbe persistere da almeno tre mesi ed essere associato ad almeno 11 dei 18 punti sensibili. Come sottolinea Aisf, però, la sindrome fibromialgica manca di alterazioni di laboratorio e bisogna quindi basarsi sostanzialmente su quanto il paziente riferisce. Bisogna accertarsi anche che i sintomi non siano riconducibili a nessun'altra patologia, attraverso esami del sangue completi che valutino anche il quadro autoimmune del paziente.

I possibili trattamenti

Non esiste una vera e propria cura per la fibromialgia, ma questa malattia può essere trattata sia farmacologicamente che attraverso un approccio psicologico, volto a ridurre lo stress e, di conseguenza, alleviare i sintomi. Tra i farmaci che vengono prescritti per la fibromialgia ci sono analgesici, antidepressivi e antiepilettici. Gli esperti, però, suggeriscono un trattamento multifattoriale per ottenere risultati migliori: sono consigliabili, oltre ai farmaci, uno stile di vita moderato e un aiuto psicologico abbinato a tecniche di rilassamento per fare fronte allo stress.

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