Brucellosi nell'uomo, sintomi e cause

Salute e Benessere

È una malattia causata da batteri appartenenti al genere Brucella che colpisce diversi tipi di animali, fra cui mucche, pecore, capre, cervi e maiali. L’uomo può contrarre l’infezione attraverso il contatto diretto o indiretto con gli animali infetti o con i loro prodotti. Ecco nel dettaglio i suoi sintomi e le cause

È notizia recente l’annuncio della autorità della Cina nord-occidentale della presenza a Lanzhou di oltre 3.200 persone risultate positive alla brucellosi, in seguito alla fuoriuscita di batteri da un impianto biofarmaceutico che nel 2019 produceva vaccini per animali. Ma che cos’è la brucellosi? Ad approfondire il tema ci hanno pensato, tra gli altri, anche l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il ministero della Salute, che descrivono la brucellosi come una malattia causata da batteri appartamenti al genere Brucella, che colpisce diversi tipi di animali, fra cui mucche, pecore, capre, cervi, maiali e cani. L’uomo può contrarre l’infezione attraverso il contatto diretto o indiretto con gli animali infetti o con i loro prodotti. È estremamente rara, invece, l’infezione da uomo a uomo. La malattia può anche trasmettersi per via alimentare, per esempio con il consumo di latte fresco proveniente da animali infetti (e non sottoposto a trattamento termico), o di formaggi freschi o con stagionatura inferiore ai 72 giorni, preparati con latte infetto non pastorizzato. Ecco nel dettaglio le cause e i sintomi della brucellosi.  

 

Cause

 

I responsabili della brucellosi sono sei specie di batteri gram negativi appartenenti al genere Brucella: B. melitensis, B. aboutus, B.suis, B. canis, B. ovis, B. neotomae. I primi quattro sono in grado di contagiare anche l’uomo. “Le specie B. abortus, B. melitensis, B. suis e B. neotomae sono in fase liscia (S, smooth), mentre B. canis e B. ovis sono in fase rugosa”, spiegano gli esperti sul sito ufficiale del ministero della Salute, precisando la recente aggiunta nel genere Brucella di sei nuove specie: B. ceti e B. pinnipedialis, isolate da mammiferi marini, B. microti, isolata dal topo campagnolo comune nel 2008, B. inopinata, B. papionis e B. vulpis. 

Possibili vie di contagio

 

Come anticipato precedentemente, gli uomini possono contrarre la malattia entrando in contatto con animali o prodotti di origine animale contaminati. In generale, ci sono tre diverse vie di contagio: attraverso cibi o bevande contaminati (la più comune), per inalazione, oppure tramite piccole ferite sulla pelle. Contrarre l’infezione via inalazione è sicuramente più probabile per le persone hanno specifiche occupazioni, quali coloro che lavorano nei laboratori in cui viene coltivato questo genere di batteri. Quanto al contagio attraverso piccole ferite della pelle, può essere una possibile via di contagio per chi lavora nei mattatoi o nelle cliniche veterinarie, o per i cacciatori. 

“Infine è estremamente rara l’infezione da uomo a uomo, questo significa che l’eradicazione della malattia fra gli animali significherebbe anche eliminare il rischio per l’uomo”, precisano gli esperti sul portale Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolineando che seppur sia molto raro, è tuttavia possibile il contagio da “madre a figlio attraverso il latte materno. Sono poi anche stati riportati casi di trasmissione per via sessuale o da trapianti di tessuti”.

 

Sintomi e diagnosi 

 

I principali sintomi della brucellosi sono febbre elevata (nella forma acuta), artralgie diffuse, profusa sudorazione (soprattutto notturna) e aumento di volume del fegato e della milza. Tuttavia, la patologia può comportare anche lo sviluppo di  pericolose infezioni al sistema nervoso centrale e in alcuni casi di cronicizzazioni, caratterizzate da febbri ricorrenti, stati di affaticamento e dolori alle articolazioni.

La diagnosi di brucellosi nell’uomo, come specificato dagli esperti del ministero della Salute, si basa sull’anamnesi, dalla quale devono emergere contatti con animali, viaggi in aree endemiche o ingestione di alimenti ad alto rischio, come i prodotti caseari non pastorizzati, sulla sintomatologia e sui risultati dei test sierologici. “L’esame sierologico routinario è la sieroagglutinazione di Wright, che si positivizza in genere tra il 6° e il 10° giorno di malattia. Il valore di 1:80 è considerato come soglia di positività”, si legge sul sito ministeriale. “La diagnosi definitiva si ottiene con le emocolture, la PCR, le colture midollari o di altri tessuti”. 

 

Terapia e prevenzione

 

Generalmente, per il trattamento della  brucellosi, i medici prescrivono degli antibiotici, solitamente doxiciclina e rifampin, da utilizzare in combinazione per sei settimane. Talvolta, tuttavia, soprattutto nei casi più gravi può essere necessario anche il ricovero ospedaliero. “Anche così, esiste comunque il rischio di mortalità. Per fortuna, la percentuale di rischio è bassa, inferiore al 2%”, precisa il portale Epicentro. Quanto alla prevenzione, vista l’assenza di vaccini per gli esseri umani, gli esperti consigliano di consumare solo prodotti pastorizzati e suggeriscono a chi a lavora a contatto con gli animali di indossare guanti protettivi. 

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