Formaggi a latte crudo, i rischi del consumo soprattutto per i bambini

Salute e Benessere
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Introduzione

Quali rischi comporta assumere latte crudo, elemento base di numerosi formaggi tipici anche del nostro Paese? Secondo gli esperti del Ministero della Salute e dell'Efsa, il latte crudo può contenere “batteri nocivi, che possono essere causa, nell’uomo, di infezioni anche gravi”.

 

Si tratta sostanzialmente di “batteri patogeni, che possono essere presenti nell’intestino dei bovini da latte, senza causare loro malattia” ma che possono però “contaminare accidentalmente il latte crudo e trasmettere l’infezione all’uomo”. 

 

Il rischio, comunque, “è generalmente contenuto, ma non deve essere trascurato, specialmente nei bambini, negli anziani e nelle persone immunodepresse”. Ed è un pericolo che i trattamenti termici di “pastorizzazione o la bollitura consentono di eliminare”. Soprattutto per quanto riguarda i bambini il tema è molto sentito, anche a causa di alcune recenti vicende di cronaca.

Quello che devi sapere

La vicenda di Mattia

"I formaggi con latte crudo con media e bassa stagionatura devono essere vietati per i bambini sotto i dieci anni, come succede in altri Paesi europei. Quello che è successo al mio Mattia, in coma vegetativo da quattro anni, è successo anche in altre parti d'Italia. Non può continuare questa strage di bambini". Queste le recenti parole di Giovanni Battista Maestri, il padre del bambino di undici anni che dal 2017 si trova in stato vegetativo per aver mangiato un formaggio lavorato con latte crudo contaminato prodotto dal Caseificio sociale di Coredo. Per fare chiarezza in merito è possibile consultare le linee guida segnalate dal Ministero della Salute ma anche dall’Efsa, l’Autorità Europea per la sicurezza Alimentare.

 

PER APPROFONDIRE: La storia di Mattia

Le storie raccontate da "Le Iene"

Dunque, specie per un bambino piccolo, mangiare formaggi a latte crudo può essere molto pericoloso. Proprio di recente la trasmissione tv "Le Iene" ha raccolto le testimonianze di alcuni genitori coinvolti. Come la mamma di Elia che "doveva fare 3 anni a maggio ma non c’è arrivato" Quella che Mattia e Elia hanno contratto è una temibile malattia che nasce da un’infezione batterica. I batteri arrivati nell’intestino attraverso il formaggio producono tossine molto potenti, le cosiddette Shiga. Queste tossine entrano in circolo e coagulano il sangue finendo per ostruire i vasi sanguigni del colon, del rene e del cervello

L'impegno del ministro Lollobrigida

Una campagna di informazione che sottolinei chiaramente i pericoli legati ai formaggi a latte crudo soprattutto per i bambini. E' quella che la stessa redazione de "Le Iene" ha proposto al ministro dell'Agricoltura Lollobrigida. “Solleciteremo il Ministero competente che è quello della Salute ad attivarsi", è l'impegno del ministro sul merito

L'impegno del ministro Lollobrigida

La segnalazione della Fondazione Veronesi

Secondo il parere di Fondazione Veronesi, in sostanza, "nei bambini il consumo di latte crudo e dei prodotti che ne derivano è fortemente sconsigliato. Se non sottoposto a bollitura il rischio di infezione da parte di alcuni batteri è molto elevato". Tra i batteri più rischiosi c'è anche l'Escherichia coli presente all'interno del latte, che può portare ad un sindrome chiamata "emolitico-uremica".

L'importanza delle temperature

Intanto va specificato che per latte crudo s’intende il latte di mucche, capre, pecore o altri animali che non sia stato scaldato a più di 40° C, né sia stato sottoposto a trattamenti aventi lo stesso effetto. Secondo gli esperti del Ministero della Salute, proprio le temperature a cui è sottoposto il latte fresco pastorizzato possono comportare una lieve riduzione del valore nutrizionale del latte, “in particolare del contenuto vitaminico”. Si tratta, però, “di una perdita molto contenuta e, in un’ottica rischio/beneficio, di gran lunga inferiore rispetto al rischio di incorrere in infezioni batteriche, anche gravi"

L'importanza delle temperature

Informare il consumatore

Proprio per questo motivo, il Ministero della salute ha disposto “l'obbligo da parte del produttore di latte crudo di informare il consumatore circa le corrette modalità di consumo dello stesso” e che prevedono, per l’appunto, “la bollitura

I formaggi a latte crudo: l'elenco

Tra i formaggi italiani a latte crudo i più noti sono i formaggi di malga, conosciuti anche come formaggi d’alpeggio, prodotti soprattutto nelle zone di montagna. La legge impone di segnalare in etichetta se il formaggio sia stato realizzato con il latte crudo, ma l'obbligo può comunque venire meno se il prodotto ha una stagionatura superiore a 60 giorni che abbatte il rischio di proliferazione dei patogeni.

Ma ecco un elenco di alcuni formaggi a latte crudo:

  • Parmigiano Reggiano
  • Pecorino Toscano
  • Roquefort
  • Gorgonzola
  • Fontina
  • Taleggio
  • Brie de Meaux
  • Camembert de Normandie

Anche durante la gravidanza, è consigliabile evitare i formaggi a latte crudo non stagionati per ridurre il rischio di listeriosi e altre infezioni. In generale per capire se un formaggio sia fatto con latte crudo, è otitmale controllare l’etichetta dato che spesso è specificato. Lo stesso per capire se un formaggio sia pastorizzato.

I rischi del latte crudo

Quali rischi comporta, in generale, assumere latte crudo? Questo può contenere “batteri nocivi, che possono essere causa, nell’uomo, di infezioni anche gravi”, sottolineano gli esperti. Si tratta sostanzialmente di “batteri patogeni, che possono essere presenti nell’intestino dei bovini da latte, senza causare loro malattia” ma che possono però “contaminare accidentalmente il latte crudo e trasmettere l’infezione all’uomo”

I rischi del latte crudo

Le fasce più a rischio e la pastorizzazione

Il rischio, sottolinea il Ministero, “è generalmente contenuto, ma non deve essere trascurato, specialmente nei bambini, negli anziani e nelle persone immunodepresse”. Ma, come detto, è un pericolo che i trattamenti termici di “pastorizzazione o la bollitura consentono di eliminare”

Cosa fare in agriturismo

Se, ad esempio, ci si trova in strutture quali gli agriturismi, occorre sapere che non si può somministrare il latte crudo tale e quale, ma lo si può fare “solo dopo aver proceduto alla sua bollitura”. È importante, dunque, verificare che il latte sia stato bollito chiedendo informazioni, ad esempio, “alla persona addetta alla somministrazione della colazione e dei pasti”, specificano ancora gli esperti

Cosa fare in agriturismo

Alimentazione e mungitura

Ma il latte crudo è più buono e genuino? Secondo il Ministero “il sapore e la genuinità sono caratteristiche soggettive. Si tratta comunque di qualità che possono dipendere, in larga misura, anche dal tipo di alimentazione, cui sono sottoposte le bovine produttrici, e dalle condizioni igieniche e di salubrità, con le quali il latte viene prodotto attraverso la mungitura, raccolto, trattato e distribuito”

La catena del freddo

Ecco poi, sempre in merito, il parere dell’Efsa secondo cui, come già detto, “il latte crudo può contenere batteri nocivi che possono provocare gravi malattie”. Essenziale, in quest’ottica, è dunque “mettere in atto corrette e moderne pratiche igieniche nelle aziende agricole per ridurre la contaminazione del latte crudo, mentre il mantenimento della catena del freddo è ugualmente importante per prevenire o rallentare in esso la crescita dei batteri”. Queste pratiche, comunque, non eliminano tali rischi ma, come già sottolineato, “bollire il latte crudo prima di consumarlo è il modo migliore per eliminare molti dei batteri che possono far ammalare le persone”

La catena del freddo

Campylobacter, Salmonella ed Escherichia coli

A far luce sui rischi per la salute pubblica associati al latte crudo nell’Unione Europea è arrivato il parere degli esperti del gruppo scientifico sui pericoli biologici (BIOHAZ) secondo cui “il latte crudo può essere una fonte di batteri nocivi, principalmente Campylobacter, Salmonella, ed Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC)”

Campylobacter, Salmonella ed Escherichia coli

I focolai

In base ai dati forniti dagli Stati membri riguardo ai focolai infettivi di origine alimentare, 27 focolai verificatisi tra il 2007 e il 2013, hanno fatto sapere gli esperti, “sono da ricondurre proprio al consumo di latte crudo”. La maggior parte di questi (21) sono stati causati, in particolare, “da Campylobacter, uno di essi è stato causato da Salmonella, due da STEC e tre dal virus dell'encefalite da zecche (TBEV)”. Nella maggior parte dei casi la causa è da ascrivere al latte vaccino crudo, mentre alcuni hanno avuto origine da latte caprino crudo

La comunicazione e le persone da tutelare di più

In conclusione, "occorre migliorare la comunicazione ai consumatori sui pericoli e le misure di controllo associate al consumo di latte crudo da bere". Questo il parere di John Griffin, presidente del gruppo BIOHAZ. A tal proposito, conclude l’Efsa ribadendo il concetto, è fondamentale sapere che “neonati, bambini, donne incinte, anziani e soggetti immunodepressi corrono un rischio maggiore di ammalarsi se consumano latte crudo”