Giornata dell'Alimentazione, ecco come il Covid può aggravare la fame nel mondo. GRAFICI

Salute e Benessere

Floriana Ferrando

Istituita nel 1979 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), si celebra in oltre 150 nazioni, allo scopo di sensibilizzare sulle problematiche della povertà, della fame e della malnutrizione nel mondo e informare sulla sicurezza alimentare

Il tema della Giornata Mondiale dell'Alimentazione 2020 istituita dalla FAO, che quest’anno compie 75 anni, è “Coltivare, nutrire, preservare. Insieme”, un messaggio che fa riferimento agli effetti che la pandemia ha avuto e sta avendo nel mondo: “Garantire l'accesso ad alimenti salutari e nutrienti - si legge sul sito web ufficiale - è e continuerà ad essere una parte essenziale della risposta al Covid-19, in particolare per le persone più povere e vulnerabili del mondo, che sono le più colpite dalla pandemia e dalle conseguenti crisi economiche”. Il World Food Day lancia un appello alla solidarietà globale per aiutare le persone in difficoltà, rendendo i sistemi alimentari più sostenibili, più forti e resilienti di fronte ai grandi cambiamenti. Anche quest’anno numerosi gli eventi a tema, seppur a distanza: a Roma si terrà la cerimonia mondiale (digitale) alla presenza, fra gli altri, del Direttore Generale della FAO Qu Dongyu, il cui scopo è evidenziare la necessità di intensificare gli interventi per porre fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030. 

Aumenta la fame nel mondo: il report

Secondo i dati dell'ultimo rapporto sullo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo, pubblicato il 13 luglio 2020, quasi 690 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2019 (10 milioni in più rispetto al 2018 e poco meno di 60 milioni in più nell'arco di cinque anni). Dopo il calo costante registrato per diversi decenni, negli ultimi anni i tassi di malnutrizione hanno lentamente ma inesorabilmente ripreso ad aumentare: il tasso percentuale della denutrizione a livello globale non ha subito grandi cambiamenti, attestandosi all’8,9% ma è in crescita, complice l'incremento demografico, il numero assoluto delle persone denutrite. Inoltre secondo la FAO, entro la fine del 2020 - a causa della pandemia - le persone nella morsa della fama cronica potrebbero superare i 130 milioni. Lo “Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” è lo studio più autorevole pubblicato a livello mondiale che verifica i progressi compiuti nella lotta alla fame e alla malnutrizione; il report deriva della collaborazione tra la FAO, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF), il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

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La denutrizione nel mondo

Oggi l’Asia è la regione con il più elevato numero di persone denutrite ma, in termini percentuali, l’Africa è quella più colpita e maggiormente destinata ad esserlo anche in futuro, con il 19,1% della popolazione che soffre la fame cronica. Il dato africano è più del doppio rispetto a quello dell'Asia (8,3%) e di America Latina e Caraibi (7,4%). 

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In base alle tendenze attuali si calcola che nel 2030 oltre metà degli affamati cronici del pianeta sarà concentrato nel continente africano. 

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Covid-19: quali effetti?

La pandemia esporrà presumibilmente più persone all'insicurezza alimentare, accelerando il previsto aumento del numero di persone affamate, a meno che non vengano intraprese azioni immediate. Poiché la misura in cui persisterà l’emergenza sanitaria non è nota, la FAO ha immaginato tre possibili scenari da oggi al 2030, fortemente influenzati dalle politiche che verranno messe in atto e dal loro impatto nel tempo. Per definire queste ipotesi ha incrociato i suoi dati con quelli del World Economic Outlook (WEO) del Fondo monetario internazionale pubblicato ad aprile e aggiornato a giugno 2020, che mette in relazione la crescita economica e la disponibilità di cibo a livello globale. 

Il primo scenario post pandemia (linea verde) prevede, in base ai dati WEO, una crescita economica mondiale del -4,9% nel 2020 e +5,4% nel 2021 con un aumento di circa 83 milioni di denutriti nel 2020 (da 695,7 a 778,3); il secondo (linea azzurra) vede diminuire ulteriormente il PIL mondiale e quindi aumentare a 103 milioni il numero di denutriti nel 2020; lo scenario più pessimistico è il terzo (linea viola) che, ipotizzando una crescita economica mondiale del -10% e del +0,3% rispettivamente nel 2020 e nel 2021, ipotizza quasi 828 milioni di denutriti nel mondo il prossimo anno (oltre 132 milioni dei quali attribuibili all'impatto del Covid19).

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