Fasi del sonno e i disturbi più comuni in inverno
Salute e BenessereIn media si trascorre un terzo della propria vita dormendo, un'attività che risulta per questo fondamentale per la salute e il benessere di ciascun individuo
La qualità del sonno è un aspetto fondamentale della salute e il benessere di ciascun individuo. In media, infatti, si trascorre un terzo della propria vita dormendo. Un aspetto che diventa ancora più importante nei mesi invernali, quando tra influenze e temperature rigide, la qualità del riposo risulta fondamentale per restare tonici e in salute. Ecco allora quante e quali sono le fasi del sonno e quali i disturbi che possono interferire con esse.
Le cinque fasi del sonno
Un ciclo completo del sonno è costituito da due macro-fasi: quella non Rem (Non rapid eye movement) e la fase Rem, in cui è più facile ricordare ciò che si sogna. In totale un ciclo può durare circa 100 minuti e arrivare a ripetersi fino a quattro o cinque volte per notte. La fase Non Rem è a sua volta composta da alcuni passaggi. I primi cinque o dieci minuti sono i più "leggeri" e per questo risulta più facile svegliarsi. Gradualmente si passa dalla veglia al sonno: la temperatura corporea si abbassa, i muscoli si rilassano e il battito cardiaco rallenta. L'organismo si prepara progressivamente a entrare nelle fasi più profonde del sonno. Generalmente, dopo circa 90 minuti da quando ci si è addormentati, si entra nella fase Rem. Questo stadio dura intorno ai dieci minuti. In questa fase del sonno flusso sanguigno e respirazione ricominciano pian piano a riprendere i ritmi diurni. I dati dell'elettroencefalogramma, inoltre, evidenziano come l'attività cerebrale, a questo punto, sia paragonabile a quella che si ha da svegli.
I disturbi più comuni
I principali disturbi del sonno che possono inficiarne la qualità sono, come scrive Humanitas, insonnia, iperinsonnia, sindrome delle apnee ostruttive, sindrome delle gambe senza riposo, narcolessia e paralisi del sonno. L'insonnia si manifesta nella difficoltà di addormentarsi o di mantenere il sonno. Quando, invece, si è affetti da un'eccessiva sonnolenza diurna e da una prolungata durata del sonno si parla di ipersonnia. Le apnee ostruttive, invece, consistono in un'interruzione della respirazione che avviene durante il sonno, dovuta ad un'ostruzione parziale o totale delle vie aeree superiori, ovvero naso, bocca o gola. La sindrome della gambe senza riposo comporta l'impossibilità a mantenere gli arti inferiori fermi durante la fase di addormentamento. E ancora, la narcolessia, caratterizzata da improvvisi addormentamenti con paralisi del sonno e caduta a terra improvvisa e la paralisi del sonno.
I disturbi del sonno in inverno
Tra le alterazioni più comuni del sonno nei mesi più freddi dell'anno c'è il DAS ("disturbo affettivo stagionale"). Il Das - spiegano gli esperti dell'azienda ospedaliera-universitaria Sant'Andrea - è anche conosciuto anche come "winter depression", si tratta di un disturbo depressivo a ricorrenza invernale, che colpirebbe ciclicamente a partire dall'inizio dell'autunno. La sua insorgenza sarebbe causata dall'influenza che alcuni fenomeni metereologici, come l'alternanza delle stagioni (luce-buio e inverno-estate), svolgono sul benessere personale dei soggetti più sensibili ai cambiamenti climatici e già predisposti alle alterazioni depressive. Il Das può esser facilmente individuato dagli specialisti per le sue particolari caratteristiche sintomatologiche che comprendono: sbalzi di umore, frequente sonnolenza, l'eccessivo bisogno di carboidrati, l'aumento di peso, l'irritabilità e la scarsa concentrazione. Altro ostacolo per un buon riposo è dato dall'eccessivo calore, molto frequente quando di notte le temperature dei riscaldamenti in casa si alzano notevolmente. In questo caso, spiega il sito dell'Istituto Auxologico Italiano, "per favorire il sonno, occorre mantenere costante la temperatura e l'umidità in camera da letto (<20° con umidità <55%) e arieggiare periodicamente, anche se l’aria fuori è fredda".
Cause e conseguenze della mancanza di sonno
I disturbi del sonno sono piuttosto comuni. Una ricerca condotta presso l'Università di Bergen in Norvegia, peraltro, ha recentemente evidenziato come siano in aumento soprattutto tra i giovani. La mancanza di sonno può causare una serie di disagi che vanno dalla stanchezza cronica alla diminuzione dell'attenzione, passando per scarsa concentrazione e irascibilità. Le cause che possono generare una scarsa qualità del sonno sono molteplici. Da una parte ci pssono essere ragioni soggettive come depressione, ansia o, in generale, disturbi dell'umore. Altre cause, invece, sarebbero legate agli stili di vita e all'alimentazione. Fattori che possono risultare disturbanti sarebbero, tra gli altri, un eccessivo consumo di caffeina, alcol e nicotina. Anche cibi pesanti e attività sportiva praticata nelle 3 o 4 ore prima di addormentarsi possono inficiare la qualità del sonno.