Coprolalia, cos'è, cosa significa e che relazione ha con la sindrome di Tourette

Salute e Benessere

Con questo termine si indica un impulso impossibile da controllare, che porta chi lo sperimentare a pronunciare espressione oscene od offensive in un contesto sociale inappropriato

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Con il termine coprolalia si indica un impulso impossibile da controllare, che porta chi lo sperimentare a pronunciare espressione oscene od offensive in un contesto sociale inappropriato. Nella concezione comune è spesso associata alla sindrome di Tourette, un disturbo neurologico caratterizzato dall’emissione, spesso combinata, di rumori e suoni involontari e incontrollati, e da movimenti del volto e/o degli arti denominati tic. In realtà solo il 20% delle persone che soffrono della cosiddetta “malattia delle parolacce” convive con la coprolalia. 

 

Le volgarità sono molto meno comuni di altri tic verbali e non verbali, la cui intensità e frequenza può variare. Spesso diventano più gravi nel corso dell’adolescenza, per poi alleviarsi o scomparire nell’età adulta. Tra i tic vocali più comuni ci sono le urla, la tendenza a emettere fischi, versi gutturali o grugniti, la tendenza a schiarirsi la gola o a tirare su col naso (anche quando non si è raffreddati). Può anche verificarsi la ripetizione di singole parole o di intere frasi. I tic non verbali, invece, comprendono l’abitudine a scrollare le spalle, ammiccare, scuotere il capo, fare smorfie, aggrinzare il naso o eseguire movimenti ripetuti, come battere i piedi o far oscillare una gamba.

Le caratteristiche della coprolalia

Come già detto, la coprolalia è la tendenza a pronunciare parole socialmente inappropriate. Non solo parolacce, ma anche oscenità varie e insulti etnici. Chi ne soffre non pronuncia certe parole perché è arrabbiato o intende offendere il prossimo, ma perché non riesce a trattenere l’impulso. Pertanto, non bisogna commettere l’errore di pensare che riflettano il reale pensiero della persona tourettica o coprolalica.

 

Come spiega la Onlus Tourette Roma “la coprolalia è assolutamente fuori dal contesto emotivo, ripetuta nella giornata e durante i discorsi senza un particolare ‘colore’. Le parole della coprolalia intervengono all’interno del discorso come i tic motori attraversano i movimenti della persona durante la sua giornata: senza soluzione di continuità e senza un preciso motivo scatenante”.

 

È possibile tenere a bada la coprolalia?

Proprio come tutti gli altri tic, anche la coprolalia nasce da un impulso legato a una sensazione fisica difficile da ignorare (nota in inglese come premonitory urge). Questo “stimolo” diventa sempre più intenso fino a quando la persona non dà libero sfogo a un tic. È un po’ come tentare di trattenere uno starnuto o uno sbadiglio: ci si può provare, ma spesso si finisce per farlo lo stesso contro la propria volontà. Pertanto, è illogico aspettarsi che un coprolalico non dica frasi o parole fuori luogo e non bisogna prendersela se non riesce a trattenersi. I genitori o i tutori di un bambino che soffre del disturbo potrebbero provare a indurlo a sostituire le parole più sconvenienti con altre dal suono simile, riducendo il disagio sociale. Non è però detto che questo tentativo funzioni in tutti casi. In generale, è opportuno non arrabbiarsi, mantenere la calma e cercare di infonderla anche in chi soffre di coprolalia, facendolo sentire in un’ambiente protetto.

 

Le conseguenze sociali ed emotive della coprolalia 

Non è difficile immaginare quanto un disturbo come la coprolalia possa compromettere la vita sociale ed emotiva di chi ne soffre. Pronunciare contro la propria volontà parole che possono ferire gli altri può indurre a vivere in un perenne stato di mortificazione e angoscia, che rende difficile instaurare delle relazioni sane con le altre persone. La vicinanza delle persone care, come i componenti della famiglia, può fare moltissimo per migliorare lo stato psicologico di chi soffre del disturbo, aiutandolo ad accettarsi e a condurre un’esistenza serena.

 

In una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’attrice Diana Del Bufalo ha rivelato di soffrire di coprolalia. Il disturbo le ha creato vari disagi, ma non le ha impedito di raggiungere la notorietà inseguendo i suoi sogni.

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La sindrome di Tourette

 

La sindrome di Tourette è un disturbo neurologico caratterizzato dall'emissione, spesso combinata, di rumori e suoni involontari e incontrollati, e da movimenti del volto e/o degli arti denominati tic. Il disturbo è spesso a diffusione famigliare, e per questo compare durante l’infanzia. La sindrome prende il nome dal medico francese Georges Gilles de la Tourette che per primo ne descrisse i sintomi caratteristici: i tic. Questi possono essere vocali (suoni), o fisici (movimenti); semplici o complessi. Attualmente non esiste una terapia per la sindrome di Tourette, ma cure che possono aiutare a tenere sotto controllo i disturbi principali. L’insorgenza della malattia, che colpisce un individuo ogni 100, rimane tuttora scarsamente conosciuta. L’origine, tuttavia, si ritiene associata ad un malfunzionamento di alcune aree del cervello.

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