Colesterolo, le proteine della soia possono aiutare ad abbassarlo

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association associa il consumo di proteine della soia alla riduzione del colesterolo totale e di quello cattivo 

Le proteine della soia potrebbero essere utili per abbassare il colesterolo e, quindi, per ridurre il rischio di malattie al cuore. È la conclusione a cui è arrivato un approfondito studio, pubblicato sul Journal of the American Heart Association, diretto da esperti dell'Università di Toronto.

Non solo soia

Analizzando parte dei dati ottenuti dai ricercatori canadesi, emerge dunque l’ipotesi secondo cui la proteina della soia può ridurre sia il colesterolo lipoproteico a bassa densità sia il colesterolo totale. Va sottolineato, però, che per quanto riguarda la riduzione del colesterolo, la quota conferita dagli studi alla soia sia inferiore al 5%. Ma se ad essa si aggiunge il consumo di altri cibi di origine vegetale, noti per ridurre il colesterolo (come noci, proteine vegetali, steroli vegetali e fibre viscose) si può ottenere un effetto complessivo notevole, con una riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare del 30% circa.

Una diatriba in corso

"In nessun momento, sin dall’1999, quando è stato ufficialmente sostenuto che la soia possa essere indicato come un riduttore del colesterolo sierico, questa tesi è stata messa in discussione", ha detto David Jenkins, professore di scienze nutrizionali presso l'Università di Toronto e autore dello studio. "E anche in base a questo studio i dati non sono cambiati", ha aggiunto. Da circa vent’anni, infatti, gli alimenti a base di proteine di soia hanno attirato l'attenzione degli esperti che li hanno inseriti nella lista degli alimenti con lievi effetti di abbassamento del colesterolo, adatti per l'inclusione in diete terapeutiche. Tuttavia, sulla base della mancanza di coerenza negli studi sull’argomento, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense oggi sta rivalutando se revocare a questi prodotti il riconoscimento di sostanze salutari e cardioprotettive.

Malattie del cuore, il contributo dell’Italia

A proposito di malattie cardiovascolari, un contributo alla causa è arrivato di recente anche dall’Italia, con uno studio secondo cui lo scompenso cardiaco può essere scoperto analizzando il sangue, dove si nasconde una proteina che fungerebbe da indicatore della malattia, favorendone oltretutto il peggioramento. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università Statale di Milano e del Centro Cardiologico Monzino, che hanno spiegato in una ricerca pubblicata sull’International Journal of Cardiology come la molecola SP-B, rilasciata dai polmoni, indichi di fatto la presenza dell’insufficienza cardiaca e possa portare a un aggravamento di questa sindrome, già piuttosto complessa da trattare.

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