Sanità, Schillaci a Sky TG24: “In manovra risorse significative”

La nuova manovra economica “ha dato tanto alla sanità” ed è pensata per guardare alle novità da introdurre nel Sistema sanitario nazionale, a partire dagli investimenti sul personale e sulla prevenzione. A dirlo è il ministro della Salute Orazio Schillaci, ospite di Start su Sky TG24, che ha rivendicato gli stanziamenti previsti per il settore sanitario: 7.300 nuove unità di personale, tra cui mille medici e 6.300 infermieri, insieme a incrementi salariali. Un risultato che, per il ministro, va letto non solo in termini economici. “Abbiamo ottenuto risorse aggiuntive in maniera significativa, ma non contano solo i fondi, è fondamentale anche come vengono utilizzati e avere una visione chiara degli obiettivi”, ha aggiunto. Nel corso dell’intervista, il ministro ha affrontato diversi temi: dalle risorse stanziate nella manovra all’attenzione sul personale sanitario, dalla centralità della prevenzione e degli screening fino alla vaccinazione contro l’influenza, passando per il tema delle liste di attesa e dell’organizzazione del Servizio sanitario nazionale. Schillaci: “Puntiamo su nuove assunzioni e prevenzione” Schillaci ha sottolineato come la manovra affronti i nodi strutturali della sanità, mettendo a disposizione delle Regioni le risorse necessarie da distribuire sui territori. Sul fronte del personale, ha aggiunto "ci sono degli aumenti importanti e delle assunzioni aggiuntive, perché, oltre alle assunzioni per le quali ci sono fondi in manovra, le Regioni possono anche assumere con il Fondo sanitario nazionale che viene ripartito tra di loro". Un’attenzione che, ha spiegato, deve andare di pari passo con un cambio di prospettiva: “Dobbiamo puntare sulla prevenzione”, perché l’obiettivo è fare in modo che in futuro “diminuisca il numero dei malati”. In questo quadro, un ruolo centrale è affidato agli screening. In manovra “ci sono fondi dedicati alla prevenzione e sono stati rivisti alcuni screening che erano già offerti dal Ssn”, ha spiegato Schillaci. “Per esempio, per lo screening del tumore della mammella è stata ampliata la fascia d’età delle donne che possono sottoporsi ai controlli. Sono inoltre previsti fondi per completare le ultime ricerche e fare in modo che anche lo screening per il tumore del polmone possa rientrare tra quelli messi gratuitamente a disposizione dei cittadini”. Una manovra che, ha sottolineato il ministro, “guarda ai problemi della sanità e che ha le risorse adatte da distribuire alle Regioni”. “Italia prima per aspettativa di vita? Significa che Ssn funziona”. Nel corso dell’intervista, il ministro ha richiamato anche i dati Ocse e il tema della longevità. L’Italia, ha ricordato, “è tornata a essere la prima nazione per aspettative di vita al mondo”. Un risultato che, a suo parere, si accompagna a un aumento della spesa sanitaria. “Oggi si spende di più pro capite per la sanità”. I dati Ocse suggeriscono “che il servizio sanitario evidentemente funziona. Per mantenerlo sostenibile e per continuare a garantire i principi su cui si basa, ovvero equità, accesso alle cure, attenzione ai fragili e universalismo, dobbiamo far sì che il numero dei malati in futuro diminuisca”. “Sulle liste d'attesa presto un incontro con i presidenti delle Regioni” Nel corso dell’intervista si è parlato anche dell’aumento previsto in manovra dei tetti di spesa per le prestazioni private convenzionate. Un punto che preoccupa l’opposizione e che è tornato al centro del dibattito pubblico e politico dopo la pubblicazione dell’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, che segnala tempi di attesa ancora molto lunghi. A più di un anno e mezzo dall’approvazione della legge dell’estate 2024, che aveva l’obiettivo di intervenire proprio su questo fronte, permangono dunque diverse criticità. Su questo punto, il ministro Schillaci ha ricordato il valore della legge approvata nell’estate 2024: “È stato un momento importante, perché fino ad allora c’erano dati aneddotici raccolti da pazienti che si lamentavano per le lunghe liste di attesa. Oggi con questa legge c’è un portale in Agenas che permette di sapere ciò che avviene Regione per Regione e ciò che manca. È l’inizio di una sfida”. “Incontrerò i presidenti delle Regioni appena dopo le feste natalizie di fine anno per ribadire che ci vuole un impegno concreto e più puntuale per ridurre le liste di attesa”. Quanto al ruolo del privato convenzionato, Schillaci ha chiarito che “l’importante è dare ai cittadini la possibilità di eseguire gratuitamente, se sono esenti, o pagando solo il ticket, le prestazioni. Il privato convenzionato in questo può aiutare. Non è nessuna privatizzazione”. Sulle liste di attesa, ha aggiunto, “bisogna fare di più: è inaccettabile che ci siano alcune attese come quelle che ieri ha presentato proprio al ministero Cittadinanzattiva”. "Bisogna far funzionare le macchine il sabato e la domenica, bisogna pagare gli operatori sanitari che scelgono l'abbattimento della lista di attesa nelle strutture pubbliche come è previsto dalla legge. E poi c'è un ultimo aspetto che va ribadito: l'appropriatezza", ha precisato il ministro. "Dobbiamo far sì che quando una persona ha bisogno di un esame, di un intervento chirurgico, venga fatto nei tempi giusti. Però, dobbiamo evitare di far fare alle persone esami inutili, che non servono, che non aggiungono nulla a quella che è la loro storia clinica", ha concluso. “Carenze di personale? Problema anche organizzativo” Interpellato sulle criticità segnalate dalle Regioni, che denunciano carenze di personale e difficoltà sul fronte delle risorse finanziarie, e sulla possibilità di riconoscere stipendi differenti ai medici nelle diverse aree del Paese, il ministro ha risposto: “È un discorso più ampio. Da anni la parte operativa spetta alle Regioni. Credo che non sia un problema solo economico, ma anche organizzativo. Le risorse economiche ci sono. Mancano i medici in alcune specializzazioni che sono meno attrattive e su questo stiamo valutando dei correttivi”. Schillaci ha sottolineato come, nel confronto internazionale, l’Italia non presenti un numero inferiore di medici: “L’Italia rispetto agli altri Paesi non ha un numero inferiore di medici. Quello che manca in Italia sono gli infermieri”. Da qui gli interventi messi in campo: “Su questo fronte siamo intervenuti perché, oltre ad aumentare gli stipendi, abbiamo voluto che ci fossero tre nuove lauree specialistiche”. Per il ministro, il nodo resta legato all’organizzazione e alla modernizzazione del sistema: “È un problema di organizzazione e di modernizzazione. Noi vogliamo cambiare in meglio. I giovani ci chiedono maggiore flessibilità, meno burocrazia, più possibilità di fare carriera. Se vogliamo che il Servizio sanitario nazionale torni attrattivo, dobbiamo agire su questo”. “Gettonisti? Non li vogliamo più avere. Serve flessibilità nei contratti” Nel corso dell’intervista è stato affrontato anche il fenomeno dei gettonisti. “È un fenomeno che ho affrontato da subito quando sono diventato ministro e mi dispiace dirlo, ma quando qualcuno accusa questo Governo di voler privatizzare, io la privatizzazione l’ho trovata con i gettonisti e siamo intervenuti”, ha riferito, per poi sottolineare la necessità di maggiori controlli: “È assurdo che non ci siano controlli su quali professionisti vengano a operare nel Servizio sanitario nazionale”. E ha ribadito la linea dell’esecutivo: “Non vogliamo più avere i gettonisti. È un processo che va cambiato. È chiaro che bisogna cambiare rotta”. Alla domanda su come intervenire concretamente, il ministro ha indicato la strada della flessibilità contrattuale: “Assumendo con modalità che non siano solo i contratti standard si può fare in maniera flessibile”. E ha aggiunto: “Non è pensabile che ci siano nello stesso ospedale persone che lavorano lì due giorni e guadagnano di più dei colleghi. Serve maggiore flessibilità nei contratti”. “La campagna di vaccinazione antinfluenzale va meglio dello scorso anno” Ampio spazio, nel corso dell’intervista, è stato dedicato al tema dell’influenza stagionale e all’importanza della vaccinazione. La campagna di vaccinazione contro l'influenza "sta andando bene. I risultati sono, in termini assoluti, i migliori dei dati che avevamo nello stesso periodo dello scorso anno. Spero, però, che in questi giorni ci sia ancora un aumento delle vaccinazioni”, ha dichiarato. "Non ci stancheremo mai di ripeterlo, soprattutto per le persone più avanti con gli anni, per le persone fragili, è fondamentale la vaccinazione contro l'influenza e anche quella contro il Covid. Siamo ancora in tempo per la farla", ha aggiunto il ministro, per poi ricordare i risultati raggiunti contro il virus respiratorio sinciziale. "Lo scorso anno abbiamo avuto dei risultati veramente significativi con una riduzione drastica del numero di bambini che hanno avuto accesso al pronto soccorso, di bambini che finivano purtroppo in terapia intensiva". "Quindi questa è la strada giusta, la vogliamo perseguire con tenacia e credo che riusciremo anche qui ad avere dei dati migliori di quelli dello scorso anno". Schillaci è tornato anche sulla vicenda della nomina e della successiva revoca degli esperti del comitato consultivo sulle vaccinazioni, il Nitag. "Non ho mai avuto nessuna pressione particolare su questo argomento e credo che bisogna fare gli interessi degli italiani, seguendo quelle che sono i dettami scientifici: è l'unico modo che abbiamo", ha riferito. Interpellato su quanto sta accadendo negli Stati Uniti, dove è in corso un dibattito sulla revisione di alcuni vaccini per i più piccoli, il ministro ha escluso che in Italia ci siano state discussioni analoghe: “Non c’è stata mai nessuna discussione su questo. Rimango sulla linea che ho sempre affermato. Continuiamo a seguire le indicazioni che vengono dal mondo scientifico”.

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Jennifer Caspani