Ospedali in Italia, i migliori sono in Lombardia e Veneto: i dati Agenas
Salute e BenessereIntroduzione
Sono otto le aree cliniche tenute in considerazione per la valutazione delle strutture ospedaliere italiane secondo il Piano nazionale esiti 2025 (Pne) presentato da Agenas: si tratta di cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia. A ottenere la massima valutazione in tutte le aree indicate sono solo due strutture, l’ospedale di Savigliano in Piemonte e quello di Mestre in Veneto. Nel complesso, il Veneto si attesta come seconda regione, solo dopo alla Lombardia, con 3 strutture valutate positivamente in 6, 7 o 8 aree. Sono in tutto 1.117 le strutture pubbliche e private valutare: ecco i dettagli del report.
Quello che devi sapere
Gli ospedali migliori del 2024
La classifica dei migliori ospedali italiani si basa sulla valutazione di otto aree cliniche: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia. Alla base della valutazione c'è il “treemap”, uno strumento utilizzato per le attività di report, che permette di rappresentare sinteticamente la qualità delle cure fornite presso una struttura attraverso gli indicatori relativi alle suddette aree.
Sono 15 le strutture ospedaliere in Italia che, valutate su almeno 6 aree cliniche su 8, hanno raggiunto nel 2024 un livello alto o molto alto:
- Ospedale Bolognini (Lombardia), 6 aree valutate;
- Ospedale di Montebelluna (Veneto), 6 aree valutate;
- Ospedale Bentivoglio (Emilia Romagna), 6 aree valutate;
- Ospedale di Città di Castello (Umbria), 6 aree valutate;
- Ospedale Maggiore di Lodi (Lombardia), 7 aree valutate;
- Fondazione Poliambulanza (Lombardia), 7 aree valutate;
- Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia), 7 aree valutate;
- Istituto clinico Humanitas (Lombardia), 7 aree valutate;
- Ospedale di Cittadella (Veneto), 7 aree valutate;
- Ospedale Fidenza (Emilia Romagna), 7 aree valutate;
- Pof Lotti Stabilimento di Pontedera (Toscana), 7 aree valutate;
- Stabilimento Umberto I - G.M. Lancisi (Marche), 7 aree valutate;
- A.O.U. Federico II di Napoli (Campania), 7 aree valutate;
- Ospedale di Savigliano (Piemonte), 8 aree valutate;
- Ospedale di Mestre (Veneto), 8 aree valutate.
Permane divario Nord-Sud
Secondo i dati raccolti da Agenas, nel complesso nel 2024 la qualità dell’assistenza sanitaria in Italia è migliorata. Permane però un divario tra Nord e Sud che coinvolge in particolar modo il numero di casi di chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto, la tempestività di accesso a procedure salvavita e l'appropriatezza clinica in area materno-infantile. Migliorano, tra l'altro, gli esiti per le operazioni al femore negli over65 entro le 48 ore e diminuiscono i parti cesarei, ma sempre con forti differenze tra Settentrione e Mezzogiorno.
Agenas: "Sistema in grado di migliorare ma ancora criticità"
Nell'edizione Pne 2025 sono state complessivamente valutate 1.117 strutture di ricovero per acuti (pubbliche e private). Il Pne, sottolinea Agenas, "si offre quale strumento strategico per la governance sanitaria ai diversi livelli". Complessivamente, sottolinea Agenas, "emerge il quadro di un sistema sanitario in grado di migliorare quando siano fissati riferimenti normativi precisi e i dispositivi di valutazione permettano di monitorare i progressi fatti, indirizzando il cambiamento verso obiettivi condivisi e misurabili". La concentrazione dei casi complessi in centri ad alto volume è migliorata in molti ambiti, rileva l'agenzia, ma "persistono criticità".
Area cardiovascolare
Il Pne indica poi, area per area, i punti di forza e le criticità di ogni settore clinico. Per quanto riguarda l’area cardiovascolare, ad esempio per l’infarto, i ricoveri sono calati del -21% ma permane un alto numero di casi (circa il 90% in strutture ad alto volume).Valori analoghi registrati anche per l'angioplastica coronarica. In merito al Bypass aortocoronarico - si legge sul report - si nota “forte frammentazione della casistica, con pochi centri al di sopra della soglia dei 200 interventi/anno, scesi da 23 nel 2015 a 15 nel 2024. Il valore corrispondente di casistica in tali strutture si è ridotto dal 41% al 29%".
Area chirurgo-oncologica
La chirurgia oncologica del "tumore della mammella in forte miglioramento: la casistica trattata in strutture ad alto volume è passata dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024, si legge nella sintesi del report. Miglioramenti significativi - afferma il Pne - nella concentrazione degli interventi in strutture ad alto volume anche per tumore (Tm) del colon (dal 69% al 73%), prostata (dal 63% all’82%) e polmone (dal 69% all’83%). Quadro in miglioramento per le resezioni pancreatiche (dal 38% al 54%), ma con livelli critici nelle regioni del Sud e nelle Isole, in cui si concentra in strutture ad alto volume solo il 28% della casistica trattata. Risultati ancora più critici per gli interventi isolati sul retto, con quadro in peggioramento rispetto al 2025 (dal 30% al 22%) e una situazione geografica uniformemente livellata verso standard peggiori di assistenza".
Gravidanza e parto
Come emerge dal report, "tagli cesarei primari in lieve calo (dal 25% nel 2015 al 22% nel 2024), ma con forti differenze Nord-Sud: Nord più vicino agli standard OMS (15%), Sud con valori mediani spesso al di sopra del 25%. Minore ricorso al Tc nelle strutture pubbliche e in quelle ad alto volume". Episiotomie dimezzate: da 24% al 9%. "Parti vaginali dopo taglio cesareo (Vbac) in aumento dall’8% al 12%, ma con livelli ancora molto bassi al Sud".
Valutazioni per aree cliniche
Complessivamente quasi tutte le aree hanno ottenuto la prevalenza di valutazioni alte/molto alte, con le uniche eccezioni riguardanti l’ambito respiratorio e quello della gravidanza e parto; quest’ultimo, tra l’altro, evidenzia anche la maggior quota di valutazioni basse/molto basse (29%). Ecco la distribuzione delle valutazioni delle aree cliniche per livello di qualità:
197 strutture da sottoporre a revisione
Quasi due ospedali su 10, tra pubblici e privati, sono rimandati sulla base della valutazione di criteri standard di qualità dell'assistenza. La maggioranza al Sud. Emerge dal Programma nazionale esiti 2025 di Agenas. Sono infatti state individuate 197 strutture da sottoporre ad un processo di revisione della qualità tramite audit: lo scorso anno erano 239. In particolare gli ospedali rimandati ad un percorso di Audit con Agenas e ministero per la revisione degli standard di qualità sono: 51 in Campania, 43 in Sicilia, 19 nel Lazio, 19 in Puglia, 14 in Lombardia, 11 in Calabria, 10 in Sardegna, 7 in Piemonte, 5 in Abruzzo, 5 in Basilicata, 3 in Liguria, 2 in Veneto, 2 nelle Marche, 2 in Toscana, 1 in Molise, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 P.A. Bolzano, 1 in Emilia Romagna, 0 in Val d'Aosta, 0 P.A. Trento, 0 in Umbria.
Schillaci: "Progressi ma permane gap Nord-Sud"
L'assistenza ospedaliera mostra "progressi significativi su più fronti", anche se "non mancano tuttavia alcune criticità e permane un significativo divario Nord-Sud". Lo ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenuto alla presentazione al ministero del Programma nazionale esiti (Pne) 2025 dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Le analisi, ha sottolineato Schillaci, mostrano innanzitutto come la "concentrazione della casistica complessa in centri che garantiscono alti volumi di attività - correlati a maggiore efficacia - ha registrato miglioramenti notevoli: la chirurgia della mammella è passata in quasi 10 anni dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024, così come il tumore del polmone (da 69% a 83%) e della prostata (da 63% a 82%)". I dati indicano inoltre che in questi anni "sono state garantite una maggiore qualità e sicurezza delle cure per quanto riguarda l'area oncologica, e ciò grazie alla capacità propulsiva del DM 70 sugli standard dell'assistenza ospedaliera che ha portato alla concentrazione degli interventi a maggiore complessità in strutture qualificate e, quindi, nelle mani di operatori più esperti". Secondo Schillaci, "non mancano tuttavia alcune criticità. Permane un significativo divario Nord-Sud: penso alla concentrazione di interventi oncologici complessi che al Sud fatica ancora a raggiungere gli standard previsti, specialmente per il tumore del pancreas (solo 28% in centri ad alto volume) e il tumore del retto. Anche la tempestività di accesso alle procedure salvavita varia considerevolmente tra il Nord e il Sud, come pure - ha concluso - l'appropriatezza clinica in ambito materno-infantile, con particolare riferimento ai parti cesarei".