Legionella, casi in aumento in Italia: cos’è, gli ambienti a rischio e i sintomi

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Introduzione

La legionellosi è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, che prolifera soprattutto in ambienti acquatici o caldi e umidi. La malattia è nota dal 1976, quando un focolaio colpì 221 partecipanti a un raduno della Legione Americana a Philadelphia, causando 34 decessi. Nelle ultime ore, il tema è tornato d’attualità a Milano: in zona San Siro è stato segnalato un sospetto focolaio di legionella. Secondo l’Ats, sono 11 i casi identificati finora: una persona è deceduta e 8 sono ricoverate per complicazioni legate all’infezione. Per le autorità, tutte le persone coinvolte presentavano fattori di rischio predisponenti per l'infezione. 

Quello che devi sapere

Legionellosi: cos’è e come si contrae l’infezione

La legionellosi è un'infezione causata dal batterio Legionella pneumophila, di cui sono note più di 60 specie diverse suddivise in 71 sierotipi, responsabile di una forma di polmonite battezzata come morbo dei legionari nel 1976. Nella maggior parte dei casi, l’infezione si contrae per via respiratoria, mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente legionella, oppure di particelle derivate per essiccamento. "Le goccioline si possono formare sia spruzzando l'acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide", ricorda l’Iss, sottolineando che le particelle più piccole raggiungono più facilmente le basse vie respiratorie. 

Il contagio tramite ferite

Sono riportati anche rari casi di contagio tramite ferite. “In generale la malattia umana rimane rara. I tassi d'attacco nel corso di focolai epidemici sono bassi, inferiori al 5%", riferiscono gli esperti. La mortalità varia da diversi fattori, tra cui condizioni del paziente e tempestività della terapia, e può variare dal 40-80% nei pazienti immunodepressi non trattati, al 5-30% in caso di un appropriato trattamento della patologia. Nel complesso, secondo l’Iss, la letalità della legionellosi si aggira tra il 5% e il 10%. 

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I casi in Italia

Secondo l’Istituto superiore di sanità, negli ultimi trent’anni i casi di legionellosi in Italia sono aumentati in modo costante, pur rimanendo una patologia spesso sottostimata. Nel 2022 sono state notificate 3.111 infezioni, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente e un ritorno ai livelli registrati prima della pandemia di Covid. Nel 2023 le segnalazioni sono ulteriormente salite: 3.911 i casi notificati, in aumento del 25%. Il 74,9% è stato registrato in sei regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lazio e Piemonte), mentre il restante 25,1% proviene dalle altre 15 Regioni e Province autonome. L’incidenza grezza nel 2023 è stata di 66,3 casi per milione di abitanti, superiore ai 52,8 dell’anno precedente e ai valori pre-pandemia. Rimane evidente il gradiente Nord-Centro-Sud: 96,6 casi per milione al Nord, 67,5 al Centro e 19,9 al Sud.

Chi colpisce maggiormente

Oltre il 70% dei pazienti ha più di 60 anni e il 69,2% è di sesso maschile, con un rapporto maschi-femmine di 2,2 a 1. Tra i 3.911 casi del 2023, il 7,8% aveva pernottato in strutture diverse dalla propria abitazione (alberghi, campeggi, navi o case private), il 3,2% era stato ricoverato in ospedale, il 2,7% viveva in comunità chiuse (Rsa, case di riposo, strutture riabilitative) e l’1,4% aveva viaggiato all’estero. L'84,4% dei casi è stato classificato come di origine comunitaria, cioè di origine non nota. Il 66% dei pazienti presentava comorbilità, prevalentemente di tipo cronico-degenerativo. Le infezioni contratte in ospedale nel 2023 sono state 125 (3,2%).

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Dove si trovano le legionelle

Come ricorda l’Iss, le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi. Da qui possono raggiungere ambienti  artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine. Questi ambienti possono favorire la proliferazione del batterio e rappresentare una potenziale fonte di esposizione per l’uomo.

Sintomi e forme della malattia

La legionellosi può presentarsi in due forme. La prima è la malattia del legionario, che include frequentemente una forma più acuta di polmonite. Dopo un’incubazione di 2-10 giorni, può esordire con febbre, dolore toracico, difficoltà respiratoria, cianosi e tosse produttiva; nelle forme più lievi si manifesta con sintomi più sfumati, come malessere, dolori e tosse non produttiva. Possono comparire anche disturbi gastrointestinali, neurologici o cardiaci, oltre ad alterazioni dello stato mentale. 

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La febbre di Pontiac

La seconda forma è la febbre di Pontiac, che non interessa i polmoni. Dopo 24-48 ore di incubazione, provoca sintomi simil-influenzali acuti che si risolvono in 2-5 giorni: malessere, mialgia, cefalea, febbre e talvolta tosse o irritazione della gola. Possibili anche diarrea, nausea e lievi sintomi neurologici. 

Come si cura e come si previene

Il trattamento della legionellosi, essendo una malattia di origine batterica, passa soprattutto attraverso terapie antibiotiche. Quanto alla prevenzione, è importante una "corretta progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici che comportano un riscaldamento dell'acqua o la sua nebulizzazione (impianti a rischio)", evidenziano gli esperti Iss, e "l'adozione di misure preventive (manutenzione e, all'occorrenza, disinfezione)" per contrastare la moltiplicazione e la diffusione del batterio negli impianti a rischio.

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