Minori e prodotti vietati: alcol e tabacco restano accessibili. L’indagine Moige

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Nonostante i divieti di legge, la vendita di prodotti vietati ai minori resta piuttosto diffusa in Italia. Più della metà dei locali e rivenditori ignora i divieti di legge: il 53% dei locali continua a vendere alcolici ai minori anche se visibilmente alticci e il 60% dei rivenditori di tabacco non verifica l’età. Tra i minori, il 44% vede contenuti pornografici, mentre solo il 30% conosce bene la definizione di merce contraffatta. Sono alcuni dei dati emersi dall’edizione 2025 di “Venduti ai minori”, l’indagine condotta dal Moige (Movimento italiano Genitori), in collaborazione con l’Istituto Piepoli, su 2.123 ragazzi tra i 10 e i 17 anni, presentata oggi a Roma nella Sala Matteotti della Camera dei Deputati. Ecco nel dettaglio cosa è emerso dallo studio, finalizzato a analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti.

Quello che devi sapere

Vendite vietate ancora diffuse: l’allarme del Moige

I dati dello studio mostrano che la vendita illegale di prodotti vietati ai minori è ancora molto diffusa in Italia, nonostante i divieti di legge. La diffusione, come sottolineato da Moige in una nota, è legata alla facilità e alla complicità dei commercianti che non verificano l’età di chi compra, e vendono senza problemi anche ad acquirenti minorenni. “Come genitori, auspichiamo più controlli, sanzioni più severe, ed una norma adesso inesistente che metta il divieto ai minori per videogiochi18+”, ha riferito Antonio Affinita, direttore generale del Movimento italiano genitori.  “Sono ancora troppi i minori che accedono a prodotti loro vietati, complice la superficialità di alcuni rivenditori che dovrebbero tutelarli. Si tratta di una grave violazione della legge e di una rottura del patto educativo e sociale che deve proteggere i nostri figli. Occorre rafforzare controlli e sanzioni, ma anche promuovere una responsabilità collettiva: famiglie, scuole, istituzioni e operatori economici devono collaborare per diffondere una cultura della legalità e della prevenzione. Il Moige continuerà a denunciare e promuovere azioni su tutto il territorio per garantire tutela ad ogni minore da prodotti vietati”. 

Alcol: le abitudini dei minori

Il 94% del campione intervistato è consapevole del fatto che l’alcol può avere conseguenze nocive sulla salute e la maggior parte afferma di aver affrontato il tema in famiglia e a scuola. Ciononostante, un terzo dei minori italiani dichiara di aver consumato bevande alcoliche, anche se con frequenze e intensità diverse. Il 28% ha bevuto alcol almeno una volta e il 5% lo fa abitualmente, dato in aumento rispetto al 2023). I minori bevono alcol principalmente per sentirsi più energici e allegri (14%), rilassarsi (12%), ed essere più socievoli (10%). Gli alcolici vengono acquistati principalmente in locali, pub e discoteca (9%) e bar (8%), il 6% al supermercato. Nel 59% dei casi nessuno verifica l’età. Il 53% degli esercenti vende comunque anche a ragazzi visibilmente alticci.

GIOVANI
pubblicità

Tabacco: il 60% dei rivenditori non chiede l’età

Il 95% dei giovanissimi sa che il fumo fa male, ma il 28% ha provato almeno una sigaretta. Di questi, l’8% fuma abitualmente. Dall’indagine è emerso che i minori fumano principalmente per curiosità (20%) e per rilassarsi (9%). Il 76% dei fumatori lo fa in compagnia. Il 56% ha solo provato o fuma occasionalmente. Tra i fumatori, la maggior parte (26%) fuma tra 1 e 5 sigarette, ma il 4% arriva ad un intero pacchetto da 20 al giorno e il 2% fuma anche oltre un pacchetto quotidianamente (dato raddoppiato rispetto al 2023). Le sigarette o tabacco trinciato vengono acquistati principalmente presso tabaccherie (45%) e distributori automatici (22%), utilizzando la tessera sanitaria di amici più grandi (52%) o familiari (38%). Il 17% dei minori, invece, le chiede ad amici. Per quanto riguarda i negozi fisici, invece, il 60% dei venditori non ha verificato l’età, e il 45% non ha negato la vendita anche sapendo che si trattava di un minore.

Sigarette elettroniche: cresce l’uso e aumenta la nicotina

Il 33% degli intervistati ha fumato almeno una volta la sigaretta elettronica. A fumarla abitualmente è il 8% degli intervistati, a fronte di un 4% della rilevazione del 2023. Il motivo che spinge a svapare è la curiosità (21%), la convinzione che sia meno dannosa delle sigarette tradizionali (10%), per rilassarsi (7%) e per smettere di fumare altri tipi di sigarette (4%). Il 5% (+2% rispetto al 2023) lo fa perché la fumano gli amici. Nel 69% dei casi i liquidi contengono nicotina (+25% rispetto al 2023). Il 38% acquista sigarette elettroniche e ricariche in tabaccheria, il 19% presso distributori automatici e il 17% le chiede agli amici. L’80% utilizza prodotti già confezionati e pronti all’uso. 

pubblicità

Gioco d’azzardo: percezione del rischio molto bassa

L’81% riconosce che il gioco con vincita in denaro può avere conseguenze negative, ma meno della metà (46%) le considera serie. Tra i rischi percepiti, il 59% indica la difficoltà nel riuscire a smettere, il 34% associa il gioco alla possibilità di cadere in povertà e il 7% ritiene che possa interferire con le attività quotidiane. L’83% è consapevole che il gioco è vietato ai minori di 18 anni, ma una parte del campione mostra ancora confusione: il 5% pensa che bastino 16 anni, il 4% 14 anni e l’8% ritiene che non sia mai vietato. Quasi la metà (46%) considera il gioco moderato non pericoloso, anche se l’85% ritiene utile introdurre limiti di tempo o di spesa. Il 29% dei minori è entrato almeno una volta in una sala giochi, spesso in compagnia dei coetanei (72%). Il 16% ha dichiarato di aver giocato almeno una volta presso agenzie per le scommesse, bar, tabaccherie, sale bingo, o altri luoghi simili. La tipologia di gioco più diffusa tra i minori è il gratta e vinci (30%), seguiti dalle scommesse sportive (22%), slot machine (12%) e casinò (11%). Presso le attività commerciali, il 48% dice che sia stata controllata la sua età, il 50% dei gestori non si è rifiutato di far giocare un minore. Il 64% dichiara che non sia possibile scambiarlo per un maggiorenne. Per quanto riguarda, il 12% ha giocato almeno una volta. I ragazzi ne vengono a conoscenza soprattutto tramite amici (37%) o televisione (22%). In rete si punta principalmente sulle scommesse sportive (7%), ma anche su poker, bingo, casinò e video lottery. In un terzo dei siti (30%) non erano presenti avvisi sul divieto ai minori. Al momento dell’iscrizione, il 34% riferisce che non viene chiesta l’età, mentre il 47% dichiara di aver mentito.

Pornografia: il 44% dei minori ha visto contenuti per adulti

Il 44% degli intervistati ha visto almeno una volta un contenuto pornografico e il 49% ritiene che questo materiale possa essere dannoso per il benessere psicologico dei minori. Per il 68% film e foto pornografiche sono illegali per gli under 18, mentre il 22% pensa si tratti solo di una raccomandazione e il 10% ritiene che basti avere 14 anni. Il 69% degli intervistati guarda questi contenuti da solo, il 23% con amici della stessa età, il 4% con il partner, il 2% con amici più grandi e l’2% con adulti. Il 53% è venuto a conoscenza di contenuti pornografici da amici, il 21% li ha cercati su internet. Il mezzo più utilizzato è lo smartphone (36%), seguito da computer di casa (8%) e tablet (7%). Nel 41% dei casi non viene verificata l’età dell’acquirente, il 55% dichiara di aver mentito sull’età per accedere ai contenuti.

pubblicità

Videogiochi 18+: un ragazzo su due ci ha giocato almeno una volta

In base all’indagine, aumentano i giovani che giocano ai videogiochi: solo 25% dichiara di non giocarci mai. Il 40% gioca un’ora al giorno, il 75% gioca collegato online (il 40% sempre o spesso). Il 36% gioca da solo, il 36% con amici collegati online, il 20% con amici in presenza e il 3% con sconosciuti connessi in rete. I giochi preferiti sono quelli di azione e avventura (43%), ma anche sport (22%). Il device più utilizzato è lo smartphone (42%), seguito da console per videogiochi (38%). Il 38% sostiene che i contenuti violenti non abbiano effetti sul benessere mentale. Il 9% crede che non esistano divieti per i giochi con contenuti violenti e volgari, e il 47% ammette di aver giocato almeno una volta con videogiochi vietati per la propria età. Nell’ultimo anno il 38% ha scaricato videogiochi non adatti e nel 32% dei casi non erano presenti avvisi sui limiti di età. Il 18% ha chiesto ai genitori di acquistarli, il 17% li ha comprati in negozio e l’8% online. Molti ragazzi (57%) riconoscono i simboli che accompagnano i videogiochi, come il Pegi. Il 60% è d’accordo nell'installazione del parental control.

Prodotti contraffatti: conoscenze superficiali e acquisti frequenti

La contraffazione è percepita in modo superficiale dagli adolescenti: il 33% non ha consapevolezza del fenomeno e il 13% lo riduce a una semplice “imitazione a basso costo”. Il 73% riconosce che riguarda diversi settori, soprattutto abbigliamento, accessori e tecnologia, e il 70% sa che è un problema globale.
I canali di acquisto sono sia online che offline (50%), ma internet è il più frequente: il 46% si imbatte spesso in offerte sospette su e-commerce e social. Molti minori non sanno distinguere un prodotto autentico da uno contraffatto e il 25% ritiene che non comporti rischi. I pericoli percepiti riguardano soprattutto la scarsa qualità (67%), mentre c’è meno consapevolezza su rischi per la salute, la sicurezza o implicazioni legali. Solo una minoranza sa che comprare falsi può comportare sanzioni. Nelle strategie di prevenzione, prevale il controllo delle recensioni online (37%). Gli acquisti contraffatti riguardano soprattutto abbigliamento (66%) e tecnologia (20%), ma anche cosmetici e cibo. Il 41% riconosce il falso dopo problemi tecnici, il 19% lo usa comunque, e un 10% prova vergogna per l’acquisto. Le motivazioni principali sono convenienza (35%), scelta (40%) e rapidità (27%). Il 72% non conosce le tecniche dei contraffattori, sempre più sofisticate e ingannevoli.

pubblicità