Due di Noi, storie di tumore al seno metastatico fra diagnosi e voglia di futuro

Salute e Benessere sponsorizzato

Un docufilm - ideato e promosso da Gilead Sciences Italia con Europa Donna Italia e Tapelessfilm - racconta le vite di Chiara e Teresa parlando della malattia, ma soprattutto della loro voglia di vivere, progettare e amare. “Abbiamo voluto sviluppare un racconto dal vero e una narrazione intrecciata - spiegano i registi Mattia Colombo e Davide Fois - Due ritratti di straordinaria resilienza. Le donne non sono sole in questo percorso, le sostiene una comunità di altre donne che vivono la stessa esperienza”

ascolta articolo

Ogni anno in Italia il 13 ottobre si celebra la Giornata Nazionale di Sensibilizzazione per il Tumore al Seno Metastatico, una malattia la cui diagnosi, solo nel 2022, ha riguardato oltre 52.000 donne e che spesso strappa ogni certezza, ogni progetto. Ma che oggi, grazie al progresso terapeutico, sta evolvendo sempre più nella dimensione della cronicità. Una patologia raccontata attraverso gli occhi e le parole di Chiara e Teresa nel docufilm Due di Noi, ideato e promosso da Gilead Sciences Italia con Europa Donna Italia e Tapelessfilm e presentato lo scorso giugno alla prima edizione del Milano Film Fest.

Due di Noi non è un racconto di malattia ma di vita

“I greci per descrivere il tempo usano due termini: Kronos è il tempo cronometrico (minuti, settimane...); Kairos è il tempo di cui hai bisogno per fare qualcosa”. Con queste parole Chiara (50 anni) e Teresa (38 anni), due donne che convivono con un tumore al seno metastatico, cominciano a raccontarsi nel film diretto da Mattia Colombo e Davide Fois, realizzato con l’obiettivo di parlare di malattia senza renderla il centro assoluto delle vite delle due protagoniste. Due di Noi parla di diagnosi, ma soprattutto di vita, progetti e futuro. Chiara e Teresa non si fermano, vivono, progettano, amano. In un mondo che tende a definire le persone attraverso la propria malattia, loro costruiscono ogni giorno un futuro possibile, fatto di piccoli e grandi sogni.

Vedi anche

Tumore seno, ottobre mese prevenzione: l'importanza dei controlli

La storia di Chiara

Chiara Ruaro vive a Venezia, è laureata in Giurisprudenza. Incontra la malattia la prima volta nel 2006, poi il ritorno inaspettato nel 2020 con ridotte prospettive di vita. Il tempo diventa un momento di consapevolezza, di voglia di vivere. Le sue passioni sono la dragon boat che condivide con le sue compagne di regata, viaggiare, andare in moto e passare il tempo nel casolare di famiglia in campagna. “Io sono una persona con una malattia, non sono una persona malata - afferma Chiara nel film -. E dunque vivo la malattia come una piccola parte della mia vita che curo”. “Nove mesi di aspettativa di vita è la prognosi che ho ricevuto nel 2020 quando la malattia si è ripresentata - racconta Chiara -. Da allora sono passati 5 anni, una laurea, una carriera e tante passioni. La vita ti mette davanti a salite molto ripide, spetta a noi decidere come affrontarle. La mia storia, che è fatta anche di paure e di momenti di sconforto, soprattutto quando devo ricevere i risultati degli esami, e che ho avuto la fortuna di raccontare in un modo così amplificato, spero sia di aiuto alle donne che si trovano di fronte a questo percorso. Non si può e non si deve minimizzare, ma si può e si deve prendere il tempo e riempirlo di vita, perché il presente deve essere vissuto a pieno e il futuro e la scienza possono cambiare il nostro cammino”.

La storia di Teresa

Insieme a Chiara c’è Teresa Giordano, 38 anni, una prima diagnosi di tumore al seno a 31, che poi si trasforma nel 2022 in tumore al seno metastatico. Vive a Salerno e quando scopre di avere il tumore al seno questo fa crescere in lei una nuova energia: sceglie di investirla in progetti personali legati all’oncologia e a sostegno di altre donne che vivono la sua stessa esperienza di cui si fa portavoce, in particolare sfruttando la comunicazione sui social media. Teresa, come Chiara, non vuole essere solo malattia e affronta la vita in modo pieno. “Si chiama cancro, non possiamo evitare di chiamarlo per il suo nome, ciò che dico a me stessa quando sento di crollare è di avere coraggio, mi dico: cadi sprofonda, attraversa questo dolore e prova a trasformarlo - racconta Teresa -. Anche a 30 anni quando la vita può essere così difficile il tempo può essere meraviglioso; negli ultimi 7 anni ho fatto cose che non avrei fatto prima. Ho talmente tanti progetti da realizzare nei prossimi anni che non basterebbe un libro per contenerli tutti; il più vicino è il mio matrimonio, con un compagno che mi ha scelto il giorno della mia prima diagnosi e non mi ha mai abbandonata”.

I registi: “Le storie di Chiara e Teresa si alternano e si specchiano”

“Quando abbiamo conosciuto Chiara e Teresa, siamo stati travolti emotivamente dalle loro storie - raccontano i registi Mattia Colombo e Davide Fois -. Due racconti paralleli e profondamente intrecciati nella loro umanità. Due donne che nonostante la diagnosi non si fermano. Costruiscono ogni giorno un futuro possibile, fatto di piccoli e grandi obiettivi. Un futuro che comincia sempre - e solo - nel presente, ma le donne non sono sole in questo percorso. Le sostiene, infatti, una comunità fatta di altre donne che vivono la loro stessa esperienza e relazioni personali forti. Abbiamo voluto sviluppare un racconto dal vero e una narrazione intrecciata, in cui le storie di Chiara e Teresa si alternano e si specchiano l’una nell’altra per fare emergere, attraverso la quotidianità, le passioni e le relazioni che le circondano, due ritratti di donne di straordinaria resilienza, ma soprattutto di vita”.

La locandina di Due di noi
La locandina di Due di noi

L’impegno di Gilead

Due di Noi è parte dell’impegno che Gilead Italia, presente nell’area dell’oncologia solida, rafforza da quattro anni. Il docufilm rientra anche nella campagna internazionale Expose MBC di Gilead, società biofarmaceutica californiana che da oltre 35 anni ricerca e sviluppa farmaci innovativi per contribuire alla salute del mondo. “Siamo fieri di essere riusciti in un tempo breve, quanto mai prezioso, a contribuire al miglioramento della vita di persone che affrontano una malattia oncologica metastatica, grazie a terapie che aumentano l’aspettativa di vita, garantendo che questa possa essere vissuta con qualità - afferma Carmen Piccolo, Direttore Medico Gilead Sciences Italia -. Il nostro impegno è costante non solo per trovare terapie sempre più innovative ed efficaci - si pensi che a oggi sono attivi 30 studi per 20 nuove potenziali indicazioni per il tumore al seno e altre tipologie di tumori solidi entro il 2030 - ma anche per garantire che l’accesso a queste terapie avvenga il più rapidamente possibile. Per questo la collaborazione con la comunità scientifica, le istituzioni e le associazioni pazienti rimane imprescindibile”.

 

“La possibilità di comunicare l’esperienza di malattia in contesti sempre più ampi oggi è una realtà e questo consente di valicare le barriere e lo stigma che ogni persona con esperienza di malattia porta con sé  - aggiunge Gemma Saccomanni, Senior Director Public Affairs di Gilead Sciences Italia -. Essere inseriti, con Due di Noi, nella programmazione della prima edizione del Milano Film Fest è la conferma di un cambio di marcia e di una sensibilità che in questo senso stiamo contribuendo a consolidare e siamo felici che il nostro progetto sia stato accolto con favore dalla direzione artistica della manifestazione. Gilead continuerà ad ascoltare le voci delle pazienti e ad amplificarle in contesti dove la cassa di risonanza può essere forte e raggiungere un pubblico sempre più vasto”.

Il supporto di Europa Donna Italia

Il percorso di Chiara e Teresa, viene sottolineato, non potrebbe essere lo stesso senza il supporto di una rete di donne che quotidianamente si sostengono e si aiutano. Le associazioni rappresentano un porto sicuro, dove trovare conforto, accoglienza e aiuto. Il docufilm Due di Noi è realizzato anche grazie alla collaborazione di Europa Donna Italia, da sempre impegnata per le pazienti a fianco della comunità scientifica e delle istituzioni. “Dedichiamo un’attenzione speciale alle pazienti con tumore al seno metastatico dal 2012 - spiega Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia - quando abbiamo promosso la prima indagine dedicata a far emergere i loro bisogni. In quel tempo il tumore metastatico era un tabù; oggi lo è molto meno, grazie anche ai progressi della ricerca che hanno permesso di dare una dimensione nuova alla fase avanzata della malattia. Una fase che porta con sé esigenze specifiche, legate non solo alla prospettiva di vita, ma anche alla particolare condizione fisica e psicologica della donna, che si trova ad affrontare scenari molto diversi rispetto a chi convive con la malattia localizzata. Nel tempo non abbiamo mai smesso di restare in ascolto delle pazienti, da questo ascolto sono emerse in particolare cinque richieste che sintetizzano i loro bisogni: le abbiamo racchiuse nel Manifesto del Tumore al Seno Metastatico e ci siamo impegnate per portarlo sui tavoli istituzionali, avviando un’azione di advocacy che chiede alle istituzioni risposte rapide e tempestive”.

“La ricerca è in continua evoluzione”

Avere quantità di tempo e uno stato di salute buono, per potere poi aggiungere qualità a questa condizione, è il filo conduttore del docufilm, ma è anche l’obiettivo a cui la ricerca scientifica è orientata e che già oggi mostra i suoi primi traguardi. “Le storie di Chiara e Teresa sono una testimonianza preziosa. Ci raccontano in modo indiretto come le terapie possano incidere in modo significativo per le pazienti che ricevono una diagnosi di progressione della malattia - spiega Alessandra Gennari, Professoressa ordinaria di oncologia medica presso l'Università del Piemonte Orientale, Coordinatrice della Faculty sulle neoplasie della mammella di ESMO (Società Europea di Oncologia), Direttore della Clinica Oncologica dell’Ospedale Universitario di Novara -. La ricerca è in continua evoluzione e oggi il tumore al seno metastatico, sia nelle forme più aggressive come il tumore al seno metastatico triplo negativo, sia nelle forme più diffuse come l’HR+/HER2- (forme positive all’espressione dei recettori ormonali HR (estrogeno o progesterone), può contare su terapie più efficaci che riescono a dare più tempo con una migliore qualità di vita. Per noi clinici vedere affrontare un percorso così difficile con tenacia e voglia di futuro è un grande traguardo; diffondere questo messaggio con la voce delle pazienti è fondamentale”.

Santamaria: “Due di noi è un messaggio di vita”

“Negli anni la filmografia non solo italiana, ma internazionale, ha prodotto film di grande risonanza che raccontano il tema della malattia. Il cinema è un canale potente per muovere sensibilità e coscienze - dice Claudio SantamariaDirettore Artistico del Milano Film Fest -. Al nostro battesimo non potevamo che accogliere con entusiasmo Due di Noi, riservando uno spazio a un messaggio così forte come quello raccontato dalle storie di Chiara e Teresa. Un messaggio di speranza, ma soprattutto di vita”.

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKY TG24

Salute e benessere: Più letti