Il presidente Usa ha annunciato un’imminente conferenza stampa sull’autismo. Al centro ci sarebbero dubbi sull’uso del paracetamolo in gravidanza e studi preliminari sul Leucovorin come trattamento sperimentale. La comunità scientifica invita però alla cautela, ricordando che le prove disponibili sono ancora deboli e non conclusive
“Faremo un importante annuncio sull’autismo”, ha annunciato Trump dal palco dello stadio di Glendale in occasione dei funerali di Charlie Kirk. E ha promesso una conferenza stampa già oggi, in programma alle 16 ora locale (le 22 in Italia). Il presidente Usa, insieme al suo segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr, intende presentare nuove possibili scoperte sul tema. Secondo quanto anticipato dal Washington Post, al centro dell’annuncio ci sarebbero sia i dubbi sull’uso del paracetamolo in gravidanza, sia la possibilità di promuovere un altro farmaco come trattamento sperimentale contro l’autismo. La notizia sta suscitando perplessità tra esperti del settore medico e organizzazioni scientifiche, che invitano alla cautela in assenza di solide evidenze scientifiche. Il paracetamolo, noto negli Stati Uniti con il nome commerciale Tylenol, è infatti attualmente considerato sicuro per l’uso in gravidanza dalla maggior parte delle autorità sanitarie internazionali, purché assunto nelle dosi raccomandate. Inoltre, l’annuncio arriva in un contesto delicato, visto che, come sottolineato dal quotidiano, Kennedy ha più volte richiamato un presunto legame tra vaccini e autismo, una teoria studiata per decenni e scientificamente smentita.
Paracetamolo e gravidanza
Al centro delle anticipazioni ci sarebbero avvertimenti legati all’uso del paracetamolo, noto negli Stati Uniti con il nome commerciale Tylenol, in gravidanza. Fonti anonime citate dal Washington Post spiegano che i funzionari sanitari federali avrebbero preso in esame alcune ricerche degli ultimi anni, tra cui una revisione recente, che ipotizzano un possibile legame tra l’assunzione del farmaco nelle prime fasi di gestazione e un aumento del rischio di autismo nei bambini. L’orientamento sarebbe quindi quello di sconsigliarne l’uso nei primi mesi di gravidanza, tranne nei casi di febbre. Tuttavia, secondo il mondo accademico, le evidenze disponibili restano troppo deboli e non dimostrano un nesso causale diretto.
L’ipotesi leucovorin
Parallelamente, l’amministrazione Trump starebbe valutando la promozione di studi clinici sul Leucovorin, un farmaco meno noto derivato dall’acido folico, come potenziale trattamento per alcuni sintomi dell’autismo. Il farmaco, solitamente prescritto per contrastare gli effetti collaterali di alcuni farmaci e per trattare la carenza di vitamina B9, avrebbe dimostrato in studi preliminari di piccole dimensioni segnali di miglioramento nelle capacità linguistiche e nella comprensione sociale di alcuni bambini con autismo. Anche in questo caso, però, gli esperti richiamano alla prudenza: gli studi finora condotti non sono stati sottoposti a revisione scientifica indipendente e non esistono ancora dati ampi e solidi che ne attestino efficacia e sicurezza.