Giornata mondiale linfomi, il 70-75% dei pazienti può guarire o vivere a lungo

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Ogni anno, in Italia, si stimano circa 15.500 nuovi casi di linfoma (nel 2024, 13.271 per il linfoma non Hodgkin e 2.218 per il linfoma di Hodgkin). Negli ultimi anni la ricerca ha aperto prospettive rivoluzionarie: grazie alle terapie attuali oltre il 70% può guarire o vivere a lungo con una buona qualità della vita

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Ogni anno, in Italia, si stimano circa 15.500 nuovi casi di linfoma (nel 2024, 13.271 per il linfoma non Hodgkin e 2.218 per il linfoma di Hodgkin). Il 15 settembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale per la consapevolezza sul linfoma - gruppo di tumori che originano dalle cellule del sistema immunitario - con l’obiettivo di promuovere la conoscenza di questa patologia. Oggi, affermano gli oncologi, è possibile parlare di guarigione per una percentuale significativa di pazienti colpiti da linfoma diffuso a grandi cellule B in stadio avanzato, una forma aggressiva di linfoma non Hodgkin caratterizzata dalla rapida crescita dei linfociti B.

Linfomi, il 70-75% dei pazienti può guarire o vivere a lungo

Grazie alle terapie attuali, oggi il 70-75% dei pazienti affetti da linfomi può guarire o vivere a lungo con una buona qualità della vita. Ad affermarlo è Paolo Corradini, direttore della divisione di Ematologia e Trapianto di midollo osseo dell'Istituto nazionale dei tumori e professore ordinario di Ematologia all'Università Statale di Milano in occasione della giornata mondiale per la consapevolezza sul linfoma. Negli ultimi anni la ricerca ha aperto prospettive rivoluzionarie: le CAR-T e gli anticorpi bispecifici hanno permesso di trattare pazienti refrattari a tutte le terapie disponibili, con risultati sorprendenti. "Circa il 35-40% di pazienti che fino a 7-8 anni fa non avevano alternative - sottolinea il professore - oggi guarisce grazie a questi trattamenti". Anche le forme indolenti beneficiano di strategie 'chemio-free', combinazioni di farmaci che evitano la tossicità della chemioterapia tradizionale e migliorano la qualità di vita. L'Istituto nazionale dei tumori è stato il primo centro in Italia ad avviare programmi con CAR-T già nel 2017. L'esperto richiama poi l'attenzione anche sull'impatto dei fattori ambientali, che, insieme all'invecchiamento della popolazione, sarebbero alla base dell'aumento dei linfomi. "Alcuni studi hanno messo in relazione l'incidenza dei linfomi non-Hodgkin con l'utilizzo di pesticidi - spiega Corradini -. Spesso ci si concentra sull'eliminare un alimento pensando di guadagnare anni di vita, ma non ci si chiede cosa contengano davvero alcuni prodotti industriali, ricchi di pesticidi, microplastiche e conservanti".

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