Come è cambiata la qualità della sanità in Italia: i dati Lea

Dopo una prima anticipazione a febbraio e i risultati sintetici comunicati a maggio, il Ministero della Salute ha pubblicato i risultati completi e dettagliati del monitoraggio sui livelli essenziali di assistenza . Si tratta dello strumento con cui il Ministero valuta annualmente l’erogazione delle prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire, gratuitamente o tramite il pagamento del ticket. I parametri considerati Il sistema per il monitoraggio ha subito alcune variazioni negli ultimi anni e dal 2020 include 88 parametri, raggruppati in tre macro aree: prevenzione, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. I nuovi criteri LEA non hanno mancato di sollevare qualche polemica, in particolar modo da Regione Lombardia che ha fatto registrare performance non brillanti per quel che riguarda le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi sul territorio. I risultati Il raggiungimento di un punteggio di almeno 60/100 in ognuna delle tre macro aree significa che Regioni e Province autonome sono adempienti. Risultano inadempienti per insufficienza in una sola macro area Basilicata, Calabria, Liguria, Molise e la Provincia Autonoma di Bolzano, mentre Abruzzo, Sicilia e Valle d’Aosta non raggiungono la sufficienza in due aree. In assoluto le valutazioni migliori sono state fatte registrare in Veneto, Toscana, la Provincia Autonoma di Trento, Emilia Romagna e Piemonte. Le peggiori nelle regioni meridionali e dal fanalino di coda Valle d’Aosta, che ha pessimi risultati sia per quanto riguarda la medicina territoriale sia per quella ospedaliera . Se non visualizzi il grafico, clicca qui Rispetto alla valutazione dell’anno precedente, però, Calabria e Sardegna hanno visto migliorare più di tutte la qualità del servizio di assistenza pubblica, mentre Basilicata, Lombardia e Sicilia hanno fatto registrare passi indietro nella qualità dei servizi. Le Regioni inadempienti pagano performance non all’altezza soprattutto per la prevenzione sia per l'area distrettuale. Molto migliori, invece, i risultati relativi all’assistenza ospedaliera. Differenze rispetto all’anno precedente Se non visualizzi il grafico, clicca qui Antibiotici e farmaco resistenza Approfondendo i singoli parametri presi in considerazione dal Ministero della Salute, ce ne sono due, uno afferente alla prevenzione e l’altro all’assistenza distrettuale, che meritano particolare attenzione. Il primo è quello relativo alla farmaco-resistenza dovuto a un eccesso di prescrizioni. L’indicatore relativo al consumo di antibiotici, farmaco tracciante dell’iper-prescrizione farmacologica, evidenzia che nel 2023 il valore più alto si registra in Basilicata, con oltre 7.200 DDD per mille abitanti e, a seguire, in Abruzzo e Calabria con oltre 7.000 DDD. Tradotto in punteggi LEA, ciò significa che sono dieci le Regioni che risultano inadempienti, e, cosa ancor più preoccupante, tutti i valori delle Regioni e delle pubbliche assistenze risultano in aumento rispetto al 2022, ad eccezione di quello della Campania. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Vaccini pericolosamente sotto l’immunità di gregge Altro dato che allarma, e non poco, il Ministero è quello relativo alla copertura vaccinale. Il monitoraggio condotto su bambini di 2 anni di età evidenzia che la copertura vaccinale per ciclo base contro polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse e Hib supera la soglia in 14 Regioni, e la copertura contro morbillo, parotite e rosolia raggiunge il punteggio massimo, ovvero 100, solo in 5 Regioni . Stimando l’immunità di gregge alla vaccinazione di almeno il 92 per cento della popolazione, sono solo 9 le pubbliche assistenze adempienti, otto Regioni e la Provincia Autonoma di Trento. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Una insufficiente copertura vaccinale e l’eccessiva prescrizione di antibiotici espongono la popolazione a due rischi che sarebbe molto meglio evitare: l’insorgere di epidemie significative di malattie infettive - come insegna quanto sta avvenendo in Texas, dove il morbillo è tornato a mietere vittime - e la diffusione di batteri contro cui non hanno effetto gli antibiotici a disposizione della scienza medica.

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Gabriele De Palma