Health, la cura come relazione: Carta di Udine e il futuro della sanità italiana

Salute e Benessere
Raffaella Cesaroni

Raffaella Cesaroni

Ospiti della puntata il Prof. Massimo Robiony, ideatore della Carta, e il Prof. Massimo Massetti, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico Gemelli e promotore del Progetto Cuore

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Nella nuova puntata di Health un tema cruciale per il futuro della sanità italiana: l’umanizzazione delle cure. Al centro, la Carta di Udine, un manifesto promosso dall’Università di Udine che propone un cambio di paradigma nel modo di intendere l’assistenza sanitaria. Ospiti della puntata il Prof. Massimo Robiony, ideatore della Carta, e il Prof. Massimo Massetti, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico Gemelli e promotore del Progetto Cuore. Due visioni complementari che mettono al centro la persona, non solo come paziente, ma come essere umano da ascoltare, rispettare e accompagnare.

Ma cosa significa davvero umanizzazione delle cure? Significa superare un modello sanitario centrato solo sulla prestazione tecnica, per abbracciare un approccio che valorizzi la relazione medico-paziente, l’ascolto, l’empatia, la dignità. È un modo di curare che considera anche gli aspetti psicologici, sociali e culturali della persona.

La Carta di Udine propone di integrare questi principi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), affinché l’umanizzazione diventi un diritto garantito e non un’eccezione. Il documento, nato dagli Stati Generali promossi dall’Università di Udine con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia, individua tre ambiti fondamentali: la qualità dell’assistenza, l’innovazione organizzativa e la formazione.

Tra le ricadute pratiche: la nascita del primo Master universitario in “Salute e umanizzazione delle cure”, che ha formato 15 esperti provenienti da tutta Italia, e l’adozione di nuovi modelli ospedalieri più accoglienti e centrati sulla persona.

Il Prof. Massetti ha sottolineato come il Sistema Sanitario Nazionale sia oggi in una fase critica: “Non è più sostenibile senza una profonda riforma. Serve un modello che unisca efficienza e umanità”. Il suo Progetto Cuore, già attivo al Gemelli, è un esempio concreto di questa visione: un hub multidisciplinare che integra prevenzione, diagnosi e cura in un percorso personalizzato.

In un momento in cui la sanità pubblica rischia di implodere sotto il peso di carenze strutturali e risorse limitate, parlare di cura come relazione non è un lusso, ma una necessità. La Carta di Udine e il Progetto Cuore indicano una possibile via: salvare il SSN partendo dall’ascolto e dalla dignità della persona.

 

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