Zanzare e punture di insetti: come riconoscerle, curarle e prevenirle d’estate

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Durante l’estate le punture di insetti come zanzare, api, vespe e pappataci sono frequenti e spesso innocue, ma in alcuni casi possono causare reazioni allergiche anche gravi. È fondamentale saper riconoscere i sintomi e intervenire correttamente, evitando complicazioni. Prevenzione e attenzione restano le migliori difese

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Durante l’estate è facile imbattersi in insetti come zanzare, vespe, api e pappataci. Le loro punture, nella maggior parte dei casi, sono fastidiose ma innocue. Tuttavia, in alcuni casi, possono causare reazioni più importanti, soprattutto se si è allergici. Per questo è utile saper riconoscere le differenze tra le punture, sapere come intervenire correttamente e quando è necessario rivolgersi al medico, oltre a identificare eventuali sintomi a cui prestare attenzione. A fare il punto sono i medici del sito anti-bufale della Fnomceo (Federazione nazionale ordini medici, chirurghi e odontoiatri), “Dottore ma è vero che...?”

Le punture di zanzare e pappataci

Le punture di zanzara sono tra le più comuni. Come spiegato in un approfondimento pubblicato sul portale del polo ospedaliero Humanitas, questi insetti prediligono la pelle umida o sudata e i vestiti scuri, e si concentrano nelle ore serali, soprattutto nelle zone lacustri o paludose e dove c'è acqua stagnante. Le loro punture causano un pomfo pruriginoso dovuto a una sostanza allergizzante iniettata nella pelle. In alcune persone la reazione è più marcata e il pomfo può diventare molto grande, talvolta associato a febbre. I pappataci sono insetti silenziosi e difficili da percepire. Pungono ripetutamente in un’area circoscritta. Anche in questo caso, sintomi come cefalea, febbre o nausea dopo una puntura vanno riferiti al medico.

Api e vespe: quando la puntura diventa un rischio

Le punture di api e vespe possono essere dolorose. Le api generalmente pungono solo se si sentono minacciate e muoiono dopo averlo fatto, mentre le vespe possono pungere più volte e sono attratte dal cibo, in particolare da quello dolce, motivo per cui ronzano spesso intorno alla tavola. Se il pungiglione rimane nella pelle, va rimosso delicatamente con un oggetto sottile come una carta plastificata, evitando di spremerlo o spezzarlo. "Questi insetti colpiscono con il pungiglione collegato a una ghiandola che contiene una sostanza tossica. La loro puntura inietta una piccola dose di veleno nella zona colpita. Di solito, il risultato è gonfiore, arrossamento, prurito e talvolta dolore”, spiegano i medici del sito della Fnomceo. “Nel caso di vespe, api e calabroni il segno sulla pelle è un rigonfiamento (pomfo) rosso largo circa un centimetro. È però importante osservare la cute e verificare che non sia rimasto il pungiglione; può succedere con le punture di api ma non con le vespe. Se si nota, è necessario rimuoverlo immediatamente, così da limitare la fuoriuscita del veleno sottopelle. Si può grattare via con il bordo sottile di un oggetto, come una carta di credito”.

 

Cosa fare in caso di puntura

 

Se la puntura è lieve, si può disinfettare la zona con acqua ossigenata o euclorina. Applicare del ghiaccio aiuta a ridurre il dolore e l’assorbimento del veleno. Quando il pomfo è molto esteso, è consigliabile applicare una crema a base di antistaminico o cortisone. Se non si riesce a estrarre il pungiglione, "occorre fare attenzione alla formazione di pus, cisti o ferite più estese. La minuscola lesione sulla pelle causata dalla puntura, infatti, può diventare una porta d’ingresso per ulteriori infezioni; per questo è bene non grattarsi", sottolineano gli esperti. Per le punture multiple o in zone sensibili come bocca, naso o occhi, è consigliabile rivolgersi al pronto soccorso. Lo stesso vale in caso di sintomi sistemici come febbre, mal di testa o tachicardia. 

 

Allergie e shock anafilattico 

 

Come si riconosce una reazione allergica alla puntura di insetti? "Anche le punture di api e vespe possono causare reazioni allergiche. Queste reazioni variano in base alla gravità. Quando la zona colpita si gonfia o diventa rossa è in corso una lieve allergia. Per trattarla basta una pomata antistaminica o a base di cortisone e non è necessario rivolgersi al medico. Sono rimedi reperibili in farmacia e generalmente sono efficaci quando la reazione è localizzata”, spiegano i medici. “Non bisogna però trascurare sintomi più importanti che possono causare lo shock anafilattico. Il veleno di alcuni insetti è uno dei fattori scatenanti di questa grave forma di allergia che può mettere a rischio la vita. Riconoscerla non è difficile: immediatamente dopo la puntura si hanno un abbassamento della pressione sanguigna e difficoltà respiratorie. In poche parole: ci si sente svenire e si ha molta difficoltà a respirare. Per questo è necessario rivolgersi immediatamente al pronto soccorso oppure chiamare un’ambulanza". Tra i sintomi: battito cardiaco accelerato ma debole, orticaria, cioè arrossamento e prurito della pelle, nausea e vomito. Nei casi più acuti: collasso o perdita di coscienza, sudorazione e gonfiore della lingua e della gola.
“Per chi ha già avuto una reazione allergica grave è raccomandato avere almeno una dose di adrenalina. È disponibile in dispositivi chiamati auto-iniettori, semplici da usare. Dopo l’iniezione la respirazione riprende normalmente e la pressione sanguigna si stabilizza. Questo rimedio non esclude, tuttavia, la consultazione con un medico appena possibile". 

 

Come evitare di essere punti 

 

La prevenzione resta la migliore difesa. È importante non indossare profumi intensi e preferire abiti chiari, con maniche e pantaloni lunghi se ci si trova in zone ricche di insetti, oltre ad utilizzare spray repellenti. In presenza di api o vespe è consigliabile non fare movimenti bruschi e allontanarsi lentamente. In caso di nidi, non bisogna intervenire da soli, ma contattare personale esperto. "Le punture di questi insetti, generalmente, provocano solo effetti lievi e passeggeri e non devono preoccupare. Tuttavia, è importante saper riconoscere i segnali di una reazione più grave, come lo shock anafilattico, e saper intervenire. Ridurre il rischio di un attacco e proteggersi è possibile: bastano pochi accorgimenti per godersi la natura in sicurezza, anche con i bambini”, concludono gli esperti.

Female of the Asian Tiger Mosquito (Aedes albopictus) biting on human skin and bloodfeeding to generate a new egg batch. Invasive, potentially disease-carrying species around the world, photographed in Catalonia, Spain, where it is present since 2004.

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