Le disuguaglianze in ambito sanitario rappresentano oggi una delle principali sfide per la nostra società, richiedendo strategie organiche e integrate. Per questo è stata lanciata da Roma un’alleanza per l’equità nella salute. Ecco di cosa si tratta
Assicurare equità nella salute, superando le disuguaglianze in ambito sanitario: è una sfida fondamentale per la nostra società. Affrontarla e risolverla non è solo un problema etico, ma una questione strutturale che incide sulla coesione sociale, sull’efficienza del sistema sanitario e sulla qualità della vita delle persone. Per affrontare questa sfida, è necessario un cambio di paradigma: servono strategie organiche, integrate, capaci di unire istituzioni, imprese, comunità scientifica e cittadini. È in questo spirito che nasce un’alleanza per l’equità nella salute.
L’Italia, come il resto del mondo, si trova davanti a un quadro complesso di disparità geografiche, economiche, culturali e digitali. A seconda della regione in cui si vive, del reddito disponibile, del livello di istruzione o dell’accesso alle tecnologie, cambiano radicalmente le possibilità di prevenzione, diagnosi e cura. In alcune aree del Paese, l’accesso ai servizi essenziali è ancora disomogeneo e la carenza di personale sanitario o di infrastrutture adeguate aggrava ulteriormente il divario. In tale scenario, le innovazioni scientifiche e tecnologiche, benché essenziali per il progresso sanitario, rischiano di amplificare ulteriormente le differenze se non supportate da politiche mirate e inclusive.
Lo scenario delle disparità nel Servizio Sanitario Nazionale
“Un indicatore chiave di queste disuguaglianze e del rischio di sfaldamento del Sistema Sanitario Nazionale di stampo universalistico è rappresentato dalla crescita della spesa sanitaria privata, che nel 2024 ha raggiunto il 24% della spesa sanitaria complessiva nazionale” - spiega Ketty Vaccaro, responsabile dell’Area Salute e Welfare del CENSIS. “Chi non può bypassare le liste d’attesa accedendo alla sanità a pagamento spesso finisce per rinunciare a curarsi. Sempre nel 2024, 5,8 milioni di cittadini (il 9,9%) hanno rinunciato almeno una volta, pur avendone bisogno, a visite mediche specialistiche ed esami diagnostici per ragioni economiche, geografiche o burocratiche (erano 4,5 milioni nel 2023). Tra le categorie maggiormente colpite vi sono pazienti cronici, anziani, soggetti con malattie rare e nuclei familiari in situazioni di fragilità economica” – continua Vaccaro. In aggiunta, il fenomeno dell’invecchiamento demografico, associato all’aumento delle patologie croniche, e la crisi climatica con nuovi rischi per la salute pubblica, impongono al SSN un ripensamento dei modelli operativi e di governance. Diventa essenziale, quindi, promuovere la prevenzione, integrare competenze multidisciplinari e abbattere le barriere esistenti per garantire a tutti il diritto universale alla salute.
L'approccio e la visione per un accesso equo
In questo contesto sono da favorire le sinergie pubblico-privato e AstraZeneca si candida ad essere protagonista di questa sfida per l’equità. L’azienda si impegna a contribuire allo sviluppo di un sistema sanitario più equo e resiliente, in grado di rispondere efficacemente alle esigenze emergenti delle popolazioni, incluse quelle maggiormente colpite dalle malattie e attualmente prive di un adeguato accesso alle cure. La strategia di AstraZeneca si basa sull'integrazione di programmi innovativi all’interno dei sistemi sanitari nazionali, facilitando l’accesso alle terapie e migliorando la presa in carico e il percorso dei pazienti. Alcuni esempi. Il PHSSR (Partnership for Health System Sustainability and Resilience), sviluppato in collaborazione con AGENAS, per rafforzare la sostenibilità e la resilienza dei sistemi sanitari attraverso un approccio integrato e territoriale. A livello internazionale, invece, la partecipazione alla Lung Ambition Alliance e alla International Respiratory Coalition testimoniano l’impegno dell’azienda a ridurre la mortalità di tutte le patologie attraverso la promozione della diagnosi precoce e l’accesso all’innovazione terapeutica. "AstraZeneca si impegna a rafforzare la resilienza e la sostenibilità dei sistemi sanitari attraverso un approccio basato sulle partnership" – dichiara Michel Demaré, Presidente di AstraZeneca. "Una parte fondamentale di questo è integrare l'equità sanitaria in tutti gli ecosistemi sanitari per aiutare più persone, indipendentemente dall'area geografica, dal genere o dallo stato socioeconomico, a ottenere accesso a cure di qualità e tempestive” – aggiunge Demaré. Di fronte alle criticità derivanti dalle disuguaglianze in sanità, il gruppo AstraZeneca ha deciso di investire concretamente in progetti mirati, ponendo l’equità al centro della propria strategia aziendale. “Nella scienza, ci assicuriamo che i nostri studi clinici rappresentino i pazienti colpiti dalle malattie che intendiamo trattare con le nostre terapie innovative. Inoltre, stiamo colmando le lacune assistenziali lungo il percorso del paziente, in particolare nel campo delle malattie polmonari, cardiorenali e rare. Anche la prevenzione è una parte fondamentale della nostra strategia: stiamo contribuendo a prevenire le malattie, incoraggiando le giovani generazioni a fare scelte di vita più sane” - conclude.
Equità nella salute: l’attenzione ai malati rari
Quando si parla di disuguaglianze in ambito sanitario, il rischio concreto è che il prezzo più alto venga pagato dalle persone con malattie rare. A queste persone – che in Italia si stima siano circa 2 milioni di persone - un’attenzione specifica viene riservata da Alexion, AstraZeneca Rare Disease, attraverso iniziative specifiche come “Women in Rare”, volte a promuovere l’equità di genere e garantire un accesso tempestivo a diagnosi e trattamenti.
“Quando parliamo di health equity applicata alle malattie rare, ci riferiamo all’impegno concreto per superare le disuguaglianze che queste persone affrontano nell’accesso a una diagnosi precoce, a trattamenti mirati, all’assistenza e a programmi di supporto necessari per migliorare la loro qualità di vita. Le sfide poste da queste patologie nella quotidianità sono tante - dall'impossibilità di lavorare, ai tempi di viaggio per recarsi in ospedale per esami o terapie, per citarne alcune - e pesano molto sulle persone, sia pazienti sia caregiver” - spiega Anna Chiara Rossi, VP and GM Alexion. “Il progetto Women in Rare nasce in particolare per sollevare l’attenzione sull’impatto clinico, psicologico, esistenziale e socioeconomico delle malattie rare sulle donne: la figura femminile è centrale sia nella prevalenza delle patologie – rappresentando il 52,4% delle persone colpite - sia nell’assistenza, costituendo il 90% dei caregiver. Abbiamo quindi realizzato per la prima volta in Italia un’indagine e un’analisi approfondita di questa loro condizione, con una raccolta di informazioni, esperienze e testimonianze preziosissime, che mettono in evidenza le ombre del sistema, dal ritardo diagnostico alle disuguaglianze territoriali. Il progetto rappresenta il nostro <<manifesto>> e il nostro contributo per costruire un futuro in cui ogni persona con una malattia rara, indipendentemente dal genere, possa vivere una vita piena e soddisfacente, con accesso equo a tutte le risorse di cui ha bisogno” – sostiene Rossi. Il superamento delle disuguaglianze sanitarie può rappresentare non soltanto l’occasione per colmare divari esistenti, ma anche un’opportunità strategica per rinnovare profondamente il sistema sanitario italiano. L’obiettivo è assicurare a ogni cittadino cure tempestive, appropriate e sostenibili.
L’Italia, un riferimento europeo per l’Equità nella Salute
L’Italia ha le potenzialità per assumere un ruolo di leadership europea, grazie al proprio modello universalistico, all’eccellenza della rete clinica nazionale e alla consolidata collaborazione tra settore pubblico e privato. In questo momento storico è urgente e importante unire le forze per superare le disuguaglianze e rendere il diritto alla salute fruibile da parte di tutti. Viviamo una fase di profonda trasformazione, in cui le sfide sanitarie si intrecciano con quelle economiche e sociali, rendendo necessario un cambio di passo. Per questo, il Gruppo AstraZeneca intende promuovere - in Italia come primo paese europeo, l’Alleanza per l’Equità nella Salute - per costruire un terreno di collaborazione concreta tra pubblico e privato, dove le competenze si incontrano e si trasformano in azioni misurabili e ad alto impatto sul benessere collettivo” - ha dichiarato Claudio Longo, Presidente e Amministratore Delegato di AstraZeneca Italia. “Siamo convinti – ha aggiunto – che solo rafforzando le sinergie istituzionali, scientifiche e sociali potremo contribuire alla costruzione di un sistema sanitario più accessibile, innovativo e resiliente. Un sistema capace non solo di rispondere alle esigenze attuali, ma anche di anticipare i bisogni futuri, garantendo equità, sostenibilità e centralità della persona in ogni percorso di cura” – conclude Longo.
