Pandemia silenziosa da antiobitico-resistenza: servono nuove armi contro i super batteri

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Il Covid-19, che ha segnato uno dei momenti più bui per la sanità globale degli ultimi decenni, appare attualmente sotto controllo, ma c’è una “nuova” pandemia silenziosa e meno evidente che sta acquistando terreno a un ritmo vertiginoso e già conta nel mondo oltre un milione di decessi all’anno. Si tratta dell'antibiotico-resistenza, ovvero infezioni causate da batteri ormai resistenti agli antibiotici in uso, un fenomeno dovuto all'eccessivo e talvolta improprio utilizzo di questi farmaci. Nella battaglia contro questo problema di salute pubblica globale, l’Italia è tra i fanalini di coda in Europa, con 11mila vittime all'anno, un terzo di tutti i decessi che si verificano nelle corsie degli ospedali. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l'antibiotico-resistenza diventerà la prima causa di morte nel 2050, un tema recentemente sollevato anche in occasione del G7 Salute di Ancona. È dunque fondamentale investire nello sviluppo di nuovi antibiotici per affrontare questa minaccia silenziosa.

Quello che devi sapere

Antibiotico-resistenza: le cause

Il fenomeno dell'antibiotico-resistenza è alimentato da diversi fattori, che ne complicano il contenimento:

• L’auto-prescrizione e l'eccessivo uso di antibiotici da parte di persone con un sistema immunitario efficace, in situazioni in cui le infezioni potrebbero risolversi spontaneamente;
• L’uso degli antibiotici in zootecnia e in agricoltura;
• L’aumentato utilizzo di questi farmaci sia in medicina umana che veterinaria;
• Una maggiore diffusione dei ceppi resistenti dovuta a un aumento dei viaggi e degli spostamenti internazionali

Antibiotico-resistenza: le cause

Decessi previsti entro il 2050

Secondo una recente analisi globale pubblicata su The Lancet, si prevede che le infezioni resistenti agli antibiotici causeranno oltre 39 milioni di morti entro il 2050. Questa ricerca, condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance Project, ha esaminato dati provenienti da 204 Paesi e territori. Dall’analisi è emerso che tra il 1990 e il 2021 sono state oltre un milione le persone morte ogni anno a causa delle resistenze antimicrobiche. I decessi tra i bambini sotto i cinque anni di età sono diminuiti del 50% durante questo periodo, mentre quelli tra gli anziani di 70 anni e oltre sono aumentati di oltre l'80%. Le proiezioni indicano un incremento costante dei decessi legati alla resistenza agli antibiotici nei prossimi decenni, con un incremento di quasi il 70% entro il 2050 rispetto al 2022, soprattutto tra le persone anziane, mentre si prevede una riduzione dei decessi tra i bambini

Decessi previsti entro il 2050

Oms: investire nella ricerca

In un recente rapporto destinato ai ministri del G7, l'Oms e il Global AMR Research and Development (R&D) Hub hanno evidenziato l'urgenza di “adottare strategie innovative per potenziare la ricerca e garantire l'accesso agli antibiotici essenziali”. Nonostante l'alto numero di decessi legati alla resistenza antimicrobica, “la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici sono insufficienti, caratterizzati da processi lunghi, costosi e con un livello di innovazione limitato”

Oms: investire nella ricerca

Pochi antibiotici in fase di sviluppo

La situazione attuale per lo sviluppo di nuovi antibiotici è stagnante. Secondo la revisione annuale dell’Oms sugli antibiotici in fase di sviluppo, “ci sono attualmente pochi nuovi antibatterici in fase di ricerca, la pipeline è inadeguata”. È difficile prevedere un miglioramento a breve termine, poiché il processo di sviluppo degli antibiotici è estremamente vulnerabile. Ciò è dovuto a diversi fattori, tra cui le lunghe tempistiche necessarie per la ricerca e lo sviluppo, oltre all'elevata probabilità di insuccesso. Inoltre, “non ci sono sufficienti innovazioni per affrontare le minacce più critiche legate alla resistenza antimicrobica”

Pochi antibiotici in fase di sviluppo

L’impegno dei ministri del G7

A termine del G7 Salute ad Ancona, i ministri hanno rinnovato il loro impegno a sostenere finanziamenti per incentivare la ricerca e lo sviluppo di nuovi antimicrobici, vaccini e metodi diagnostici. Hanno, inoltre, evidenziato l'importanza di implementare efficaci incentivi e di supportare il lavoro del Global AMR R&D Hub e dell’iniziativa Oms “Secure”, che mira a migliorare l'accesso agli antibiotici, sia nuovi che esistenti

L’impegno dei ministri del G7

Schillaci: “L’antibiotico-resistenza è una vera pandemia”

"Solo con una operazione comune si può fare fronte ai problemi della salute e solo lavorando insieme a livello globale si può mantenere il sistema in equilibrio.
Abbiamo prodotto una dichiarazione finale ambiziosa. Abbiamo parlato di antimicrobico-resistenza che è un nemico impetuoso: è un’emergenza, è una vera pandemia. La dobbiamo affrontare insieme, è una guerra silenziosa che si combatte negli ospedali”, ha riferito il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella conferenza stampa a conclusione del G7 Salute ad Ancona. “L’Italia ha annunciato un finanziamento di 21 milioni di dollari: con questa scelta l'Italia è in prima linea e questi fondi vogliono incoraggiare gli investitori alla ricerca per nuovi antibatterici. Stiamo studiando anche la possibilità di utilizzare parte del fondo per i farmaci innovativi"

Schillaci: “L’antibiotico-resistenza è una vera pandemia”

L’Italia in coda nella lotta contro i super batteri

Nella battaglia contro l’antibiotico-resistenza, l'Italia è tra i fanalini di coda nell’Ue. Come evidenziato dall'Ecdc (Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) nel biennio 2022-23 circa 430mila pazienti hanno contratto un’infezione durante la degenza a causa di questi batteri, l'8,2% del totale, contro una media europea del 6,5%. La situazione dell'Italia è superata solo da quella del Portogallo. Inoltre, l'uso di antibiotici nella Penisola è più elevato della media europea, con il 44,7% dei pazienti sottoposti a trattamento antibiotico, contro la media Ue del 33,7%. Circa 4 bambini su 10 ricevono almeno una prescrizione di antibiotici all'anno.

 

L’Italia in coda nella lotta contro i super batteri