Porfirie cutanee e acute: sintomi, diagnosi e trattamento

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Personaggi celebri come Vincent van Gogh e re Giorgio III d’Inghilterra hanno sofferto di porfiria, un gruppo di otto malattie rare ereditarie causate da un difetto presente in uno degli enzimi che partecipano al processo di biosintesi dell’eme, componente essenziale dell’emoglobina. In base all’enzima colpito, si accumula un determinato precursore dell’eme, provocando una vera e propria "intossicazione" del sangue. Come sottolineato da Vivi Porfiria odv, associazione italiana impegnata nella sensibilizzazione sulla malattia, la porfiria è una patologia caratterizzata da un forte ritardo diagnostico. Questo è dovuto alla rarità della malattia e al fatto che i sintomi possono facilmente essere confusi con quelli di altre patologie più comuni. La sintomatologia include attacchi di fortissimi dolori addominali, nausea, vomito e sintomi neurologici. Nelle forme cutanee, invece, si manifesta una fotosensibilità marcata, che costringe i pazienti a evitare la luce solare. La gestione della malattia è complessa, come ha raccontato Phoenix Nightingale, una donna di 32 anni del Minnesota, a Jam Press. Affetta da porfiria acuta intermittente, nota anche come "malattia del vampiro", Phoenix è costretta a evitare qualsiasi alimento contenente zolfo, come l’aglio, per prevenire gli attacchi acuti. Ma cosa sono esattamente le porfirie, come si manifestano e come si curano?

Quello che devi sapere

Cosa sono le porfirie

Le porfirie sono così chiamate perché causano accumuli di sostanze chimiche dette porfirine, pigmenti rosso-porpora. Questi pigmenti, o i loro precursori, sono utilizzati dal corpo per produrre l’eme, un pigmento contenente ferro, sintetizzato o richiesto da quasi tutte le cellule del corpo umano. Sebbene le porfirie vengano definite in base al tipo di deficit enzimatico, spesso vengono classificate in base ai loro principali sintomi in cutanee e acute

Cosa sono le porfirie

Porfirie cutanee

Le porfirie cutanee sono caratterizzate da una marcata fotosensibilità, che costringe i pazienti a cercare costantemente l’ombra, limitando significativamente la loro qualità di vita soprattutto in primavera e estate. Come spiegato in un approfondimento pubblicato sul portale del Policlinico di Milano, la malattia causa lesioni cutanee anche molto dolorose e talora fortemente deturpanti, dovute all'accumulo nella cute di porfirine fototossiche che reagiscono con l'esposizione alla luce solare. La principale forma di porfiria cutanea è la protoporfiria eritropoietica (EPP). Altre forme più rare includono la porfiria congenita eritropoietica (CEP), la protoporfiria eritropoietica con il difetto legato al cromosoma X (a volte considerata come una variante clinica della protoporfiria eritropoietica), e la porfiria epatoeritropoietica, estremamente rara

Porfirie cutanee

Porfirie acute

Le forme acute, più temibili dal punto di vista clinico, sono a prevalente interessamento neuro viscerale. Gli attacchi acuti provocano dolori addominali molto intensi, nausea e vomito, ma anche di sintomi neurologici. Questi sintomi sono spesso simili a quelli di altre malattie gastrointestinali, ginecologiche, neurologiche o neuropsichiatriche. Non è raro, infatti, che i pazienti aspettino anni prima di ricevere una diagnosi corretta, poiché la rarità della malattia e la scarsa conoscenza dei medici ne ostacolano il riconoscimento. Le porfirie acute possono colpire persone di tutte le età e sessi, ma i casi più frequenti si riscontrano tra le donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Le forme principali di porfiria acuta sono cinque: la porfiria eritropoietica con sintomatologia solo cutanea (PCT), porfiria acuta intermittente (AIP), coproporfiria ereditaria (HCP), porfiria variegata (VP) e porfiria da deficit di acido delta-aminolevulinico deidratasi (ALAD)

Porfirie acute

Anomalie nella colorazione delle urine

Come spiegato sul Manuale MSD per i professionisti (una fonte autorevole in tema di salute), un segno comune delle porfirie, ad eccezione della protoporfiria eritropoietica e della porfiria da deficit di acido delta-aminolevulinico deidratasi, è il cambiamento di colore delle urine, che possono diventare rosse o marroni durante le fasi sintomatiche. Questo fenomeno è dovuto all'ossidazione delle porfirine e dei loro precursori. Talvolta, il colore può svilupparsi dopo che le urine vengono esposte all’aria o alla luce per un certo periodo di tempo. Nelle porfirie acute (tranne nella porfiria da deficit di acido delta-aminolevulinico deidratasi), circa un terzo dei soggetti presenta un’aumentata escrezione urinaria di porfobilinogeno durante la fase di latenza, con un cambiamento di colore delle urine

Anomalie nella colorazione delle urine

Diagnosi

La diagnosi di porfiria si basa su esami del sangue o delle urine per misurare i livelli di porfirine o dei loro precursori, come il porfobilinogeno e l’acido delta-aminolevulinico. I risultati alterati di questi test vengono poi confermati con ulteriori indagini diagnostiche.
I pazienti asintomatici, compresi i soggetti in cui si sospetti lo stato di portatore e le persone che si trovano nelle fasi intercorrenti tra gli attacchi acuti, vengono valutati in maniera analoga,  sebbene i test siano meno sensibili in queste circostanze. In questi casi, il dosaggio dell’attività enzimatica nei globuli rossi o bianchi risulta più affidabile

Diagnosi

Trattamento

Il trattamento di un attacco acuto di porfiria è identico per tutte le forme acute. È fondamentale identificare e rimuovere eventuali fattori scatenanti, come l'abuso di alcol o l'assunzione di farmaci inappropriati. Se l'attacco è di media o grave entità, i pazienti devono essere ospedalizzati. Inoltre, vanno monitorati continuamente lo stato neurologico, la funzione vescicale, il riflesso muscolare e tendineo, la funzione respiratoria e la saturazione di ossigeno. I sintomi vengono generalmente trattati con farmaci non porfirinogeni secondo le necessità. Il trattamento della porfiria acuta che si manifesta con attacchi ricorrenti spesso include l'uso di eme ev, ematina o eme arginato con albumina sierica umana. Tolvaptan può aiutare nella gestione dell'iponatriemia durante gli attacchi acuti, mentre il givosiran è utilizzato per trattare gli adulti con porfiria epatica acuta. Nei casi più gravi, quando i pazienti non rispondono al trattamento o non tollerano il givosiran, il trapianto di fegato può essere considerato per prevenire danni renali o neurologici permanenti. Per le forme cutanee, invece, il trattamento si concentra principalmente sull'evitare l'esposizione alla luce solare, adottando misure di protezione per la pelle. A volte, possono essere necessari altri trattamenti mirati in base alla diagnosi specifica, per ridurre al minimo i danni cutanei e migliorare la qualità della vita del paziente

Trattamento