Mucillagine nei mari italiani, dove si trova e quali sono le cause

Salute e Benessere
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Introduzione

Aumenta la presenza di mucillagini nel mar Adriatico e nel mar Tirreno. Si tratta di materiale organico particellare che forma uno strato gelatinoso sui fondali marini, ricoprendo tutte le specie che vivono a stretto contatto con il fondale. “Le mucillagini hanno un impatto estremamente dannoso sulle comunità bentoniche, in particolare su coralli, bivalvi, coralligeno in generale e prateria di Posidonia, sospendendo i processi fisiologici di questi organismi”, sottolinea Greenpeace. Quali sono le cause dell'aumento? Una parte di questo fenomeno è dovuta a parte del carico zootecnico derivante dagli allevamenti, molto presenti nella pianura Padana e quindi con evidenti conseguenze sul Po

Quello che devi sapere

Aumentano le mucillagini nei nostri mari

  • Fa discutere la presenza di mucillagini nei nostri mari: dal Tirreno all'Adriatico, nelle acque e su alcuni litorali italiani nelle ultime settimane sono apparse queste secrezioni di microalghe. Il fenomeno di per sé non è preoccupante per la nostra salute, ma ha riaperto il dibattito sullo stato dell'ecosistema marino, specie se collegato al cambiamento climatico

 

Per approfondire: Giornata mondiale del Mar Mediterraneo, 5 comportamenti virtuosi per proteggerlo

La presenza nell’Adriatico

  • A essere colpito è soprattutto l'Adriatico, dove confluiscono le acque che scendono dal bacino padano-veneto, uno dei più popolosi e industrializzati. L'effetto sulla presenza di mucillagine è diretta: la grande quantità di nutrienti prodotti da attività di tipo agricolo e zootecnico finisce in quelle acque e spinge la loro proliferazione

La presenza nell’Adriatico

La presenza nel Tirreno e in altri mari

  • Lo stesso però vale anche per il Tirreno e per altri mari. Come ha rilevato Greenpeace, in collaborazione con il DiSTAV dell’Università di Genova nell’ambito del progetto “Mare Caldo”, circa il 95-100% dei fondali tra i 15 e i 30 metri di profondità nell’Area marina protetta di Portofino era ricoperto di mucillagine già a fine giugno, con gravi rischi per la biodiversità che popola i fondali. Una delle prime zone che quest'anno si sono viste le acque invase di mucillagine è quella di Trieste

Cos'è la mucillagine

  • Ma cos’è la mucillagine? Si tratta, spiega Greenpeace, di "materiale organico particellare che forma uno strato gelatinoso sui fondali marini, ricoprendo tutte le specie che vivono a stretto contatto con il fondale. Determinate condizioni, come l’aumento della temperatura delle acque, la bassa intensità del vento, ma anche l’inquinamento e il carico di materia organica, possono contribuire a un eccesso di produzione di mucillagine da parte di alcune specie di alghe"

I possibili danni

  • Una presenza eccessiva mucillagini rischia di avere effetti dannosi sulle comunità bentoniche, "in particolare su coralli, bivalvi, coralligeno in generale e prateria di Posidonia, sospendendo i processi fisiologici di questi organismi", ha dichiarato Valentina Di Miccoli della campagna Mare di Greenpeace Italia. Di Miccoli fa qualche esempio pratico: "La Pinna nobilis, ormai quasi estinta nel bacino del Mediterraneo, potrebbe scomparire definitivamente se ricoperta di mucillagine nelle rare zone dove si registra la presenza di pochi individui. Inoltre, la mucillagine può danneggiare anche il settore della pesca e compromettere quello del turismo

Gli effetti degli allevamenti

  • Una parte di questo fenomeno è certamente dovuta a parte del carico zootecnico derivante dagli allevamenti, presenti soprattutto nella pianura Padana. Per questo sono state prese azioni per ridurre i nutrienti che passando dal Po raggiungono le acque marine. IlFattoQuotidiano.it, che ha curato un'inchiesta su questi temi, cita ad esempio la progressiva eliminazione dei fosfati nei detersivi e la realizzazione, seppur incompleta, delle reti di collettamento e depurazione delle acque di scarico. Tuttavia, viene fatto notare come la musica sia diversa per quanto riguarda il settore agro-zootecnico, da cui arrivano le maggiori quantità di nutrienti

I dati

  • Guardando agli ultimi dati Istat disponibili, è nelle regioni del Nord che si evidenzia il più alto utilizzo di fertilizzanti: 62% del totale nazionale per l'azoto e 58% per il fosforo. Lombardia ed Emilia-Romagna da sole, spiega sempre IlFattoQuotidiano.it, raggiungono le 225mila tonnellate di azoto minerale. Sempre al Nord si ricollegano i numeri più alti relativi agli allevamenti intensivi. Le piante non riescono ad assorbire cifre enormi di azoto, che - complici anche le forti piogge di inizio estate - passano dal bacino idrico del Po all'Adriatico

I dati

L'allarme dei pescatori

  • Preoccupano adesso anche i danni che la mucillagine può arrecare al settore ittico. Lo fa sapere Confcooperative Fedagripesca, che chiede una  task force per tenere sotto controllo la proliferazione di alghe, ma anche misure sociali per i lavoratori del settore. Da vagliare, secondo l'associazione, anche l'ipotesi di un fermo  pesca volontario in base alla situazione delle singole marinerie. Attraverso i suoi pescatori Fedagripesca sta monitorando l'evolversi della situazione che si sta aggravando con il caldo: il fenomeno riguarda ormai i pescatori di Friuli, Veneto e Emilia-Romagna, ma anche quelli di Molise, Abruzzo e Puglia. "Le nostre imprese - ha detto all'ANSA Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca - ci presentano un fenomeno esteso sia in  sospensione che sul fondo del mare, causando danni a tutti i  sistemi di pesca. Dalle attività artigianali allo strascico,  tutti lamentano danni alle reti e difficoltà di pescare". Dietro l'angolo poi c'è il rischio anossia per le specie che vivono sui  fondali come vongole e fasolari. 

 

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L'allarme dei pescatori