Tumori, Generazione X e Millennial più a rischio per 17 tipi di cancro. Lo studio

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Per 17 tipi di tumore un giovane nato nel 1990 ha più probabilità di ammalarsi di un boomer del 1955. A indicarlo è un’ampia ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet Public Health che ha esaminato oltre 23 milioni di casi di cancro

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L'incidenza dei tumori è in aumento tra i più giovani. Il sospetto era diffuso da tempo, ma ora nuove evidenze in merito arrivano da un ampio studio pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health che ha esaminato oltre 23 milioni di casi di cancro. Dalla ricerca, condotta  dell'American Cancer Society (Acs), è emerso che la Generazione X, ovvero i nati tra il 1965 e il 1980, e i millennial (nati tra la metà degli anni '80 e primi anni del 2000) correrebbero un rischio maggiore rispetto alle generazioni precedenti di sviluppare 17 tipi di tumore sui 34 presi in esame, inclusi i tumori al seno, al pancreas e gastrici. Oltre al rialzo dell’incidenza delle neoplasie tra i più giovani, dalla ricerca è emerso anche un aumento della mortalità, in particolare per i tumori del fegato (solo nelle donne), dell'utero, della cistifellea, dei testicoli e del colon-retto.

Lo studio nel dettaglio

Il lavoro si basa sull’analisi dei dati riguardanti 23.654.000 pazienti che hanno ricevuto la diagnosi di almeno una tra 34 diverse tipologie di cancro nel periodo dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2019. Il team di ricerca ha anche studiato i dati sulla mortalità, prendendo in esame 7.348.137 decessi per 25 tipi di cancro che hanno riguardato soggetti di età compresa tra 25 e 84 anni estratti dai registri dei tumori statunitensi. Comparando i dati, gli studiosi hanno riscontrato che i tassi di incidenza sono aumentati per ogni gruppo di nascita successivo dal 1920 per otto dei 34 tipi di cancro. In particolare, il tasso di incidenza è risultato essere circa due-tre volte più alto nella coorte di nascita del 1990 rispetto a quella del 1955 per i tumori del pancreas, del rene e dell'intestino tenue, sia nei maschi che nelle femmine. Inoltre, i tassi di incidenza sono cresciuti nelle coorti più giovani, dopo un calo nei gruppi più anziani, per 9 dei tumori restanti fra cui il cancro al seno positivo al recettore degli estrogeni, il cancro all'utero, quello al colon-retto, il tumore dello stomaco non-cardias, il cancro alla cistifellea, quello ovarico, quello ai testicoli, quello anale e il sarcoma di Kaposi nei maschi. Ad esempio l'incidenza per il cancro ovarico tra i nati nel 1990 è salita del 12% rispetto al gruppo dei nati con il tasso di incidenza più basso; mentre l'incidenza del cancro dell'utero è aumentata del 169%.

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Il parere degli esperti e i fattori di rischio

“Questi risultati si aggiungono alle crescenti prove di un aumento del rischio di cancro nelle generazioni post-Baby Boomer, ampliando i precedenti risultati su alcuni tumori associati all'obesità per includere una gamma più ampia di tipi di cancro", ha riferito l'autore principale dello studio Hyuna Sung. Secondo Massimo Di Maio, presidente eletto dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), gli stili di vita sono cruciali per spiegare l'aumento registrato nei gruppi di età più giovane. “Molti esperti concordano nell'ipotizzare che l'aumento sia dovuto ad una diversa esposizione a fattori di rischio ambientali e comportamentali. Su tale aumento non sono ancora disponibili in Italia dei dati definitivi pubblicati, ma è un fronte sul quale stiamo lavorando insieme ai Registri Tumori. Possiamo però dire che nella pratica clinica molti oncologi stanno registrando casi di tumore tra i più giovani abbastanza frequentemente ed anche per neoplasie finora caratterizzate da una insorgenza in età più tarda”, ha sottolineato.

Screening oncologici: dati in miglioramento in Italia

Fortunatamente, i dati sugli screening oncologici in Italia mostrano un miglioramento, anche se, come ha evidenziato Francesco Cognetti, Presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (Foce), “l’obiettivo del 90% entro il 2025 richiesto dalle istituzioni europee è ancora lontano”. Nel 2023 hanno infatti partecipato il 55% della popolazione target al carcinoma mammario, il 34% a quello del colon-retto e il 41% alla cervice uterina, secondo i dati recentemente pubblicati dall'Osservatorio nazionale screening.

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