Ibernazione in Svizzera, un’azienda permette di criopreservare i corpi dopo la morte
Salute e BenessereSi tratta di una procedura medica avanzata che "pone un essere umano in una pausa biologica completa dopo la sua morte legale". Lo scopo, spiega "Tomorrow Biostasis", prima azienda europea a consentirre il processo, "è quello di mantenere le persone conservate fino a quando la tecnologia medica sarà abbastanza avanzata da poter trattare con successo le cause di morte e rianimarle"
Criopreservare i corpi senza vita “in attesa che la tecnologia medica futura sia in grado di rianimarli e curare la loro causa di morte”. Questo l’ambizioso e futuristico progetto che muove “Tomorrow Biostasis”, prima azienda europea ad aver avviato un programma specifico legato alle ibernazioni. Fondata circa cinque anni fa dal medico tedesco Emil Kendziorra, basa la propria idea proprio sulla criopreservazione, ovvero “una procedura medica avanzata che utilizza temperature estremamente basse per fermare tutti i processi biologici nel corpo”, come si legge sul sito dell’azienda che ha sede a Berlino, ma anche un centro in Svizzera a Rafz, nel Canton Zurigo.
Gli esperimenti
Nonostante i progressi della ricerca medica, ad oggi “non è ancora possibile rianimare un essere umano dopo che è stato criopreservato, ma non c'è una ragione biologica fondamentale per cui rianimazione non sia possibile alla fine”, spiega “Tomorrow Biostasis”. Tra l’altro con la criopreservazione gli scienziati riescono a “crioconservare e riscaldare parti del corpo come embrioni, sperma e pelle” e sono anche riusciti a crioconservare “il rene di un coniglio, che è tornato a funzionare pienamente dopo essere stato riscaldato”. In quest’ottica, proprio una ricerca condotta nel 2016 ha dimostrato che le sinapsi, le membrane cellulari e le strutture intracellulari del cervello dell’animale “sono rimaste intatte, dimostrando che la criopreservazione può proteggere tutto ciò che è associato alla memoria e all'apprendimento”.
Come funziona e i costi
Ma come funziona la criopreservazione? E’ possibile grazie all’utilizzo dell’azoto liquido, che in forma liquida si trova naturalmente a -196 gradi Celsius e “non viene utilizzata elettricità, il che garantisce i pazienti contro le interruzioni di corrente e rende economicamente fattibile la manutenzione a lungo termine”. Attualmente, sottolinea l’azienda, “non è nota alcuna ragione biologica per cui la rianimazione di pazienti criopreservati sia impossibile, ma comunque la criopreservazione può fornire solo una possibilità di prolungamento della vita, non una garanzia”. Dal 1967 sono state circa 500 le persone criopreservate e che sono ora in attesa dello sviluppo delle tecnologie necessarie per l'estensione della vita, mentre “attualmente sono circa 4500 le persone che hanno firmato per essere criopreservate una volta terminata la loro attuale durata di vita”. Il costo? E’ sempre suddiviso in due parti, spiega “Tomorrow Biostasis”, ovvero la quota membeship e il finanziamento per lo standby e la conservazione. La prima è pari a 25 euro al mese e viene pagata dal momento dell'iscrizione fino alla criopreservazione. I secondi vengono pagati “solo quando si ha bisogno di essere criopreservati” e i costi attuali sono di 80.000 euro per lo standby e 120.000 euro per la conservazione a tempo indeterminato, per un totale di 200.000 euro. Ma, conclude l’azienda, “la maggior parte dei membri finanzia i costi di standby e conservazione attraverso un tipo di assicurazione sulla vita, il cui costo parte da soli 20 euro al mese”