Francia, in cosa consiste la legge sulla “morte assistita” voluta da Macron

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Chiara Piotto

Chiara Piotto

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Il presidente francese ha annunciato un progetto di legge sul fine vita che arriverà in Parlamento a fine maggio. Facendo attenzione alla distinzione dei termini: introdurrà una forma di "aiuto a morire" e non l'eutanasia, né il suicidio assistito. La decisione arriva dopo una consultazione con una convenzione cittadina. Ne abbiamo parlato con Anne Senequier, psichiatra e studiosa di diritto della Salute

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Non sarà né un diritto né una libertà, ma un “aiuto”, un aiuto a morire, un atto di solidarietà da parte della società francese nei confronti delle persone in fin di vita e delle loro famiglie. Emmanuel Macron ha descritto in questi termini il progetto di legge sul fine vita che arriverà in consiglio dei ministri ad aprile e in Parlamento, all’Assemblea nazionale, il 27 maggio. Un annuncio che pone tanti interrogativi ma non certo arrivato dal nulla. 

 

La situazione attuale in Francia

Un progetto di legge sul fine vita era tra le promesse elettorali di Macron fin dal 2017. Fino ad oggi non si era ancora verificato il momento politico opportuno, nonostante nell'autunno 2022 l'Eliseo avesse incaricato una convenzione cittadina - che riuniva 150 cittadini oltre a membri delle associazioni, filosofi, esponenti religiosi e medici - di confrontarsi e presentare delle proposte. Da quelle proposte nasce la spinta data da Macron oggi al Parlamento, fresco dell'introduzione della libertà di abortire nella Costituzione. Ma - nonostante nei sondaggi i cittadini si dicano ampiamente a favore della necessità di un regolamento sul fine vita - il tema resta divisivo in Francia, dove l'unica legge in materia risale al 2016 e introdusse la possibilità della sedazione profonda fino al decesso nei casi più gravi di malattie terminali. 

Come mai il progetto di legge sul fine vita arriva ora

"Non sono ingenuo, so che il dibattito parlamentare sarà aspro e anche violento, ma bisogna andare avanti, senza mettere fretta alle istituzioni", ha detto Macron. Ma cosa è cambiato e l'ha spinto ad accelerare di nuovo su questa misura? "Ci sono diversi elementi che sono cambiati negli ultimi decenni e giocano a favore", ci spiega Anne Senequier, psichiatra e studiosa di Diritto della Salute presso l'istituto di ricerca internazionale IRIS, "A cominciare dall’invecchiamento della popolazione, visto che oggi ci sono più di 7 milioni di over 75 in Francia, il 10% della popolazione francese. C’è poi l’allungamento dell’aspettativa di vita, e i due fattori insieme portano a un aumento del rischio di malattie fortemente debilitanti. In parallelo il sistema sanitario è in crisi, mentre i dati prevedono un aumento dei tumori del 77% entro il 2050. Insomma, tutti questi elementi diversi messi insieme fanno sì che oggi sia il momento buono di mettere fine a questo annebbiamento selettivo sul fine vita. Abbiamo bisogno di una legge per accompagnare i pazienti e le famiglie, c’è una grande domanda".

 

Chi potrà accedere alla "morte assistita" e come funzionerà

Certo, il punto debole della proposta di Macron individuata dalle associazioni consiste nella "platea" potenziale individuata. Persone maggiorenni che soffrono di malattie che li espongono a grandi sofferenze fisiche e psicologiche e che non offrono loro alternative alla morte, nel corto o medio periodo. Queste persone dovranno essere pienamente coscienti per poter fare richiesta, il ché esclude i casi di malattie psichiatriche o neurodegenerative, come l'Alzheimer. "Eppure rappresentano una parte importante delle persone che cercano una soluzione per il fine vita", dice Senequier, "ma anche se questa prima versione della legge non sarà ideale, non è un percorso che possa compiersi in poche settimane. Può essere considerato un primo risultato, con la prospettiva di migliorarlo nel tempo”. A somministrare il farmaco letale non sarà un medico (come avviene per l'eutanasia) ma il paziente stesso (come avviene per il suicidio assistito) oppure - se non è nelle capacità - un volontario individuato o un infermiere a favore. La decisione finale spetterà a una commissione medica.

 

E l'Italia?

Il percorso parlamentare sarà certamente lungo e complesso: "Ci sono tanti elementi da esplorare, sensibilità diverse da tenere in conto, ma la volontà è quella di evitare un blocco da alcune parti politiche, anche evitando scelte delle parole divisive”, aggiunge la ricercatrice.  E in Italia? In Italia da dopo una sentenza del 2019 della Corte costituzionale è possibile richiedere il suicidio assistito o la sospensione delle cure in determinati casi, ma un progetto di legge sul fine vita è fermo al Senato dal 2021. 

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