Chirurgia, con più dottoresse in équipe cala il rischio di complicazioni: lo studio
Salute e BenessereUna maggiore presenza femminile in équipe chirurgica sarebbe associata a migliori esiti post-operatori. A indicarlo è un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Surgery
"Le équipe chirurgiche con una maggiore presenza femminile riscontrano meno complicazioni post-operatorie rispetto a quelle prevalentemente maschili". A indicarlo è un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Surgery. I risultati confermano tendenze emerse da alcuni precedenti studi di settore che hanno dimostrato che quando è una dottoressa a prendere in carico i pazienti migliorerebbero gli esiti del trattamento.
Lo studio nel dettaglio
Per compiere lo studio, di natura osservazionale, il team di ricerca ha analizzato le cartelle cliniche dei pazienti sottoposti a interventi chirurgici nella provincia di Ontario, in Canada, tra il 2009 e il 2019. In totale il lavoro ha riguardato 709.899 operazioni eseguite in 88 ospedali, con una percentuale media di dottoresse del 28%. I ricercatori hanno poi studiato il decorso post-operatorio, confrontando i risultati ottenuti negli ospedali dove chirurghe e anestesiste costituivano oltre il 35% delle équipe chirurgiche, con ospedali con una percentuale minore di dottoresse. Comparando i dati, è emerso che una maggiore presenza femminile (oltre il 35%) in équipe chirurgica è stata associata a migliori esiti post-operatori, con una probabilità inferiore del 3% di gravi complicazioni di salute entro tre mesi dall’intervento chirurgico.
leggi anche
L’appello di Nobel e scienziati: “Più fondi al Sistema sanitario”
I risultati di una precedente ricerca
Risultati in linea con quanto emerso da un recente studio di settore, pubblicato ad aprile sulle pagine della rivista specializzata Annals of Internal Medicine. Analizzando le cartelle cliniche di oltre 700mila pazienti negli Usa, di età pari o superiore ai 65 anni, ricoverati in ospedale e trattati tra il 2016 e il 2019, è emerso che, sia i pazienti di sesso maschile che quelli di sesso femminile trattati da dottoresse, hanno ottenuto esiti migliori rispetto a quelli che sono stati presi in carico da dottori, sia in termini di mortalità che di ri-ospedalizzazione. Differenza che è risultata particolarmente ampia e "clinicamente significativa" per le pazienti di sesso femminile. Nello specifico, il tasso di mortalità per le pazienti e i pazienti è risultato rispettivamente dell'8,15% e dell’10,15% quando trattati da dottoresse, rispetto all'8,38% e al 10,23% quando il medico era uomo. La stessa differenza è stata riscontrata in relazione ai tassi di riammissione in ospedale.
ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKY TG24