Firenze, diagnosi prenatale poi intervento chirurgico all'ospedale Meyer: salvata neonata

Cronaca

È stata individuata precocemente una severa dilatazione delle anse intestinali del feto, indicativa di un'acuta patologia intestinale, oltre a una condizione di grave anemia fetale. Dopo il parto cesareo la piccola è stata operata due volte. Poi, al termine di quasi cinque mesi di cure, ha potuto finalmente fare ritorno a casa

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Una neonata è stata salvata presso l'Irccs Aou Meyer di Firenze grazie a una diagnosi prenatale eccezionale e a un intervento chirurgico urgente, realizzato a poche ore dalla nascita. La piccola, originaria della Calabria, dopo quasi cinque mesi di cure ha potuto finalmente fare ritorno a casa (Iscriviti al canale Whatsapp di Sky TG24 e segui tutti gli aggiornamenti).

Il team dell'ospedale Meyer che si è occupato della bambina
Il team dell'ospedale Meyer che si è occupato della bambina

La diagnosi prenatale

La vicenda è cominciata ad agosto quando la futura mamma, su suggerimento del suo ginecologo, si è recata al Meyer alla trentunesima settimana di gravidanza. Un'ecografia eseguita da Roberto Biagiotti, responsabile della Diagnosi prenatale del Meyer, ha rilevato una grave anomalia, ovvero una severa dilatazione delle anse intestinali del feto, indicativa di un'acuta patologia intestinale. Inoltre, durante questa valutazione, stimando il benessere fetale attraverso l’ecografia doppler, il team della Diagnosi Prenatale ha evidenziato una condizione di grave anemia fetale.

Il lavoro multidisciplinare

Biagiotti ha attivato subito una consulenza con il professor Antonino Morabito, responsabile della Chirurgia Pediatrica del Meyer. La diagnosi confermata ha portato a un cesareo d'urgenza a Careggi, seguito da un tempestivo trasferimento della neonata presso la Terapia Intensiva Neonatale del Meyer per l'intervento. La piccola ha subito una resezione massiva dell'intestino tenue, di cui il 75% risultava compromesso, ed una tubostomia, una tecnica alternativa alla stomia convenzionale, messa a punto da Morabito. Grazie a questa tecnica i chirurghi hanno creato una derivazione intestinale esterna, posizionando poi la nutrizione parenterale. La bimba è stata quindi presa in carico dalla Terapia Intensiva Neonatale del Meyer, guidata da Marco Moroni, fino al momento del secondo intervento chirurgico.

La tecnologia, e con essa il futuro, entrano sempre di più in sala operatoria. E' stato presentato alla Clinica Santa Caterina da Siena di Torino il nuovo sistema "Da Vinci", fiore all'occhiello della chirurgia robotica, 26 maggio 2015.
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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La ricostruzione intestinale

Dopo tre mesi, la bambina ha affrontato la seconda e delicata operazione. Morabito e il suo team -  tra i massimi esperti nel settore della chirurgia di ricostruzione autologa per pazienti affetti, come la piccola, da sindrome dell’intestino corto - hanno eseguito un delicato intervento di ricostruzione intestinale autologa che, mediante tecniche di rimodellamento, ha garantito un nuovo intestino che possa funzionalmente e fisiologicamente garantire a questa bambina una vita normale in futuro.

Le parole dei genitori

Pochi giorni fa, dopo una lunga degenza in Terapia Intensiva Neonatale e in Chirurgia Pediatrica, la piccolina è tornata finalmente a casa. Sta bene e progressivamente potrà cominciare ad alimentarsi naturalmente, senza ricorso alla nutrizione parenterale. "Per tanti mesi il Meyer è stato la nostra casa, a 360 gradi - hanno raccontato i genitori -. Hanno prima salvato la nostra bambina, che senza quella diagnosi prenatale non ce l’avrebbe fatta. Poi, oltre all’assistenza sanitaria fornita a lei, hanno aiutato noi a trovare una sistemazione in una delle strutture della rete di accoglienza, ci hanno fornito assistenza psicologica e spirituale, oltre ai teleconsulti con i medici in Calabria per preparare il ritorno a casa, spiegandoci tutto passo passo, con grande umanità e professionalità. Per questo non possiamo che ringraziarli uno a uno".

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