Generazione AnZia, i 10 consigli di Albero Pellai per allenare i figli alla vita

Salute e Benessere
Emanuela Ambrosino

Emanuela Ambrosino

Introduzione

“Allenare alla vita” l’ultimo libro di Alberto Pellai nasce con l’intento di fornire ai genitori e al mondo adulto una visione critica dei falsi miti che negli ultimi 15 anni hanno reso l’educazione un territorio instabile e causa di fragilità nella crescita dei figli. Un tema molto presente nel podcast di Sky tg24 "Generazione AnZia" che affronta la salute mentale della generazione Z. Nella puntata di oggi Elisa, oggi 23enne, racconta la sua storia, dai problemi a scuola, ai disturbi alimentari, fino al momento in cui è riuscita a riprendere in mano la sua vita.
 

Abbiamo chiesto allo psicoterapeuta dell’università degli Studi di Milano che da sempre si occupa di età evolutiva, fornendo ai genitori una visione dell’educazione preciso, quali devono essere i pezzi che compongono un puzzle.

Come allenare i giovani alla vita?

Quello che devi sapere

1. Recuperare l'autorevolezza adulta

I genitori devono tornare a essere autorevoli, non temendo di dire quei no che aiutano a crescere. Troppo spesso oggi, il genitore desidera essere amabile e amato dal proprio figlio, rinunciando a rivestire il ruolo di "allenatore alla vita" che implica anche insegnare a tollerare la frustrazione, insegnare il limite e comprendere che la regola non serve a reprimere, ma a correggere e promuovere.

2. Virtuale non è reale: smartphone il più tardi possibile

Quasi senza accorgersene gli adulti negli ultimi 15 anni hanno permesso ai propri figli di vivere in una vita parallela a quella reale: la vita digitale. Bisogna ritardare l’accesso alle tecnologie ad uso personale nella vita dei figli. Se possibile aspettare i 14 anni per dare ai figli il primo smartphone in accordo anche con gli altri genitori.

3. Generare alleanza educativa con gli altri adulti

I genitori devono imparare a vedere negli altri adulti degli alleati. Basta con il conflitto scuola–famiglia. Basta con interferenze continue nel lavoro di educatori e allenatori che si occupano delle attività extrascolastiche dei figli.

4. Non è necessario essere sempre il numero uno

Tutti vogliono dei figli campioni, ma cosi facendo mettiamo solo ansia performativa e lo rendiamo solo più fragile nella crescita. Oggi tra le motivazioni più frequenti per l'ansia di giovani e adolescenti c'è proprio la pressione a scuola e in famiglia e in generale per il futuro. I ragazzi si sentono valutati costantemente, in una gara costante con sé stessi e con gli altri. 

5. La velocità è un falso mito

Vite sovraffollate, accelerazioni per cui bambini e bambine vivono vite più impegnative di quelle degli adulti. L’infanzia risponde al principio: chi va piano va sano e va lontano. Oggi invece si tende a riempire le giornate di bambini e adolescenti con attività che comportano pochissimi tempi morti e un'agenda con incastri complessi, in un frenetico spostarsi da un posto all'altro. 

6. Ritrovare la sensibilità

Essere sensibili è un pregio, non un difetto. La cultura popolare così infarcita di turpiloquio, sessismo, pornografia e violenza desensibilizza chi cresce alla cura e al rispetto nelle relazioni con gli altri e verso i valori importanti della vita.

7. Riempire il vuoto interiore

Bisogna aiutare chi cresce a nutrire la propria mente con stimoli culturali e artistici che educano alla bellezza e alla auto riflessività. Sono attività che possono aiutare i bambini e i ragazzi a dare spazio alla loro creatività e che possono essere uno stimolo per il loro presente e per la loro futura vita da adulti. 

8. Dall'io al noi

Vanno sottratti dalla logica dell’agonismo e della competizione sfrenata, per recuperare il valore della cooperazione e del fare squadra. Portare gli adolescenti a non concentrarsi solo su sé stessi ma insegnare loro ad aprirsi agli altri, favorendo la condivisione, il senso di appartenenza. 

9. Non geolocalizzare i figli

Non si cresce se non ci si espone a un rischio funzionale alla messa in atto delle competenze. La crescita a rischio zero è una crescita che rende fragili. Quindi, per dare un risvolto pratico e "tecnologico": i figli non vanno geolocalizzati e non bisogna controllare quotidianamente il registro elettronico. Devono potere sbagliare e devono essere liberi di perdersi.

10. Recuperare la dimensione spirituale nel percorso di crescita

L’eccesso di materialismo non aiuta a rispondere alle grandi domande della vita.  Aver tolto in modo definitivo la dimensione spirituale nella vita dei bambini, li ha lasciati soli e senza risposte davanti alle grandi domande della vita.

Il podcast Generazione AnZia

"Generazione AnZia”, è il podcast di Sky tg24 che parla della Generazione Z e dell’ansia, una fusione tra due parole e due entità spesso, entrambe, non così riconosciute. In questo podcast, a cura di Emanuela Ambrosino e Marianna Bruschi, l’approccio è stato quello di partire dalle storie e di affiancare sempre un riscontro medico. Le puntate della serie sono disponibili su tutte le piattaforme audio e sul sito di Sky tg24.