Il gliobastoma è il più diffuso tumore maligno al cervello negli adulti. I ricercatori americani sono riusciti a debellarlo in un malato di 72 anni con una variante della terapia basata sulle CAR-T, le cellule T del recettore chimerico dell’antigene (CAR). Con l'immunoterapia il cancro è sparito in pochi giorni, ma soprattutto non si è ripresentato
La ricerca va avanti e fa passi da gigante. Come nel caso di un malato di 72 anni che ha visto sparire il tumore maligno al cervello in pochi giorni e senza che si ripresentasse. Il glioblastoma (GBM) o glioblastoma multiforme è una malattia oncologica incurabile. Secondo la Cleveland Clinic ad oggi non esiste una cura, ma solo una serie di terapie in grado di rallentarla. Una speranza arriva da una rivoluzionaria terapia che ha funzionato in un paziente di 72 anni grazie al lavoro di un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Programma di immunoterapia cellulare e del Mass General Cancer Center del Massachusetts General Hospital, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard Medical School e del Dana–Farber/Harvard Cancer Center (SN).
La terapia
La CAR-T sta diventando uno degli approcci di maggior successo nel trattamento dei tumori del sangue, ma come evidenzia questo studio una sua variante può essere efficace anche contro il glioblastoma. I ricercatori, coordinati dai professori Bryan D. Choi e Marcela V. Maus del nosocomio di Boston, si sono basati su una variante della terapia fondata sulle CAR-T, le cellule T del recettore chimerico dell’antigene (CAR). Da un prelievo di sangue del paziente i ricercatori hanno isolato e modificato i linfociti T, o globuli bianchi del sistema immunitario per potenziarle e renderle più brave a “dare la caccia” alle cellule cancerose. Dopo aver preparato e infuso le cellule nel paziente con una singola somministrazione, il cancro al cervello è sparito dalle scansioni delle risonanze magnetiche in pochi giorni, ma soprattutto non si è ripresentato.
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"Regressione del tumore drammatica e rapida"
Il team guidato da Maus e Choi ha usato le cellule T CARv3-TEAM-E, ovvero cellule T del recettore chimerico dell’antigene chimerico (CAR) progettate “per colpire il fattore di crescita epidermico antigene tumore-specifico variante III del recettore (EGFR), così come la proteina EGFR wild-type”, spiegano gli autori dello studio. Lo fanno “attraverso la secrezione di una molecola anticorpale che coinvolge le cellule T (TEAM)”, specificano gli esperti. “La regressione radiografica del tumore è stata drammatica e rapida, verificandosi entro pochi giorni dal ricevimento di una singola infusione intraventricolare”, evidenziano gli studiosi.
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I casi
In un uomo di 72 anni affetto da glioblastoma la rivoluzionaria terapia ha funzionato facendo sparire il tumore, sottolineano i medici che lo hanno avuto in cura. In altri due pazienti però non ha funzionato completamente, pur avendo dato una risposta molto positiva. In un 74enne il glioblastoma è stato sensibilmente ridotto in dimensioni dopo la terapia, ma alcuni mesi dopo si è manifestato nuovamente. In una donna di 57 il tumore è regredito in modo notevole in una manciata di giorni, ma solo poche settimane più tardi si è ripresentato.