Disturbi alimentari, cosa fare quando un maggiorenne rifiuta le cure

Salute e Benessere
Emanuela Ambrosino

Emanuela Ambrosino

I casi sono in aumento tra i bambini, ma anche tra i giovani adulti. L'anoressia nervosa si associa al più alto tasso di mortalità. E quando ad ammalarsi è un maggiorenne che non accetta le cure, la situazione si complica ulteriormente. Abbiamo intervistato la responsabile del Centro per i disturbi alimentari dell’ospedale Niguarda di Milano Marcella Tajani, alla luce di quanto accaduto a Emanuela Perinetti, la manager e influencer morta a 33 anni di anoressia

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La Legge di Bilancio ha cancellato i 25 milioni di euro destinati al Fondo per il contrasto ai disturbi alimentari che il governo aveva stanziato nel biennio 2023-2024. Il Fondo era nato con lo scopo di aprire ambulatori dove non ce ne erano e di creare una rete per offrire le stesse possibilità a tutti i pazienti. Secondo l’ultimo censimento del Ministero della Salute in Italia ci sono 126 strutture specializzate: 112 pubbliche e 14 private. La maggior parte è concentrata al nord: 63, di cui 20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia. I casi sono in aumento tra i bambini ma anche tra i giovani adulti. E quando ad ammalarsi è un maggiorenne che non accetta le cure, la situazione si complica ulteriormente. Abbiamo intervistato la responsabile del Centro per i disturbi alimentari dell’ospedale Niguarda di Milano Marcella Tajani, alla luce di quanto accaduto a Emanuela Perinetti, la manager e influencer morta a 33 anni di anoressia. Emanuela aveva rifiutato il ricovero in un centro per i disturbi alimentari.

Nella maggior parte dei casi i disturbi alimentari esordiscono durante l’adolescenza, capita però che si manifestino più avanti negli anni. Cosa scatta?

È corretto, l'esordio dei disturbi alimentari avviene in larghissima parte in età preadolescenziale o adolescenziale. Basti pensare che studi internazionali rilevano come la popolazione clinica sia al 40 % costituita da giovani ragazze in età compresa tra i 15 e i 19 anni. Tuttavia, si tratta di malattie che spesso hanno una traiettoria di lungo periodo e si manifestano quindi anche più tardi. È più raro, ma è comunque possibile, assistere ad esordi di malattia più tardivi, che si verifichino in età adulta. Gli esordi di malattia avvengono per motivi complessi ma è frequente rintracciare dei fattori precipitanti in vicende di vita: lutti, perdite, fattori stressanti di tipo lavorativo-sociale-affettivo, o in fasi di transizione, cioè quando avvengono dei profondi mutamenti nel proprio ruolo e nella concezione di sé.

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Cosa possono fare i parenti se un maggiorenne rifiuta il ricovero?

La condizione che vivono i parenti di una persona ammalata che rifiuti le cure è drammatica. Non è facile dare consigli. È certamente utile che ci sia maggiore conoscenza riguardo ai disturbi alimentari. L'anoressia nervosa è spesso conosciuta per stereotipi e semplificazioni, invece è un disturbo mentale severissimo, tra i disturbi mentali è quello che si associa al più alto tasso di mortalità. Il rifiuto delle cure dipende generalmente da una scarsa percezione di gravità da parte dell'ammalato. I familiari devono innanzi tutto poter avere dei riferimenti clinici coi quali confrontarsi, sostenere ed accompagnare la persona cara agli incontri con i clinici per essere di conforto e riferimento nelle scelte. E sappiamo che nelle decisioni difficili la vicinanza della rete familiare ed amicale è determinante. Ma la decisione rispetto alle cure in ultima istanza appartiene alla persona ammalata. 

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