Calano i casi Covid, ma gli ospedali restano sotto pressione per l'influenza

Salute e Benessere

"Stiamo purtroppo vedendo polmoniti gravi non dovute al Covid ma alle conseguenze dell'influenza anche nelle terapie intensive. Dobbiamo essere ancora prudenti perché nelle prossime settimane vedremo anche sugli ospedali gli effetti della riapertura delle scuole", ha detto il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore

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Casi Covid in calo, ma gli ospedali restano sotto pressione a causa dell'influenza che ha colpito circa un terzo del milione di italiani a letto per aver contratto virus respiratori. "Si conferma ormai la discesa dei ricoveri Covid, ma la pressione sugli ospedali non accenna a diminuire per via dell'influenza", ha detto il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, commentando i dati dell''ultima rilevazione della rete, relativa alla prima settimana del 2024.

Covid e influenza

"Stiamo purtroppo vedendo polmoniti gravi non dovute al Covid ma alle conseguenze dell'influenza anche nelle terapie intensive. Dobbiamo essere ancora prudenti perché nelle prossime settimane vedremo anche sugli ospedali gli effetti della riapertura delle scuole", ha aggiunto Migliore. La quasi totalità dei casi influenzali è dovuta a infezioni da virus A/H1N1 pdm09. Questo ceppo è fra quelli circolano normalmente nel mondo in questi ultimi anni ed è inserito nel vaccino antinfluenzale. L'Iss ha ribadito la raccomandazione ad effettuare la vaccinazione, soprattutto per le categorie fragili.

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Calano i casi Covid

Ricoveri in area medica e in terapia intensiva, indice di trasmissibilità Rt, incidenza di casi diagnosticati e segnalati: sono tutti in calo gli indicatori relativi al Covid secondo il monitoraggio settimanale di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss) aggiornato al 10 gennaio. In particolare, l'occupazione dei posti letto in area medica è pari a 8,2% (5.131 ricoverati), in diminuzione rispetto alla settimana precedente (10,1% al 3 gennaio). In riduzione anche l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,4% (213 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (2,8%). L'indice di trasmissibilità Rt, basato sui casi con ricovero ospedaliero, risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,75, in diminuzione rispetto settimana precedente (0,82). Questi valori, peraltro, si legge nel monitoraggio, potrebbero essere sottostimati a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi. Quanto all'incidenza di casi di Covid diagnosticati e segnalati, nel periodo 4-10 gennaio è pari a 36 casi per 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (66 casi). Tale calo, notano ministero della Salute e Iss, potrebbe, in parte, essere attribuibile a una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi.  

Incidenza e varianti

In diminuzione anche l'incidenza settimanale nella maggior parte delle Regioni/Province Autonome. L'incidenza più elevata è stata riportata nel Lazio (61 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (5 casi) ed è in diminuzione in tutte le fasce d'età. L'età mediana alla diagnosi è di 60 anni, in leggero aumento rispetto alle settimane precedenti. La fascia di età più fragile risulta quella degli anziani: i tassi di ospedalizzazione e mortalità presentano infatti i valori più alti negli over 90, che risultano anche quelli con il più alto tasso di incidenza settimanale. Infine il capitolo varianti: in base ai dati di sequenziamento disponibili nella piattaforma nazionale I-Co-Gen, JN.1 rappresenta attualmente la variante predominante, con una proporzione pari al 49,2% nell'ultima settimana di campionamento consolidata (18-24 dicembre 2024). Si conferma, inoltre, se pur con valori in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali riconducibili a XBB, ed in particolare EG.5 (27,3%).

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