Virus respiratorio sinciziale, il vaccino non c'è in Italia: i motivi

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In Europa è disponibile, ma non tutti i paesi lo stanno utilizzando. Ad esempio,  Francia e Spagna hanno iniziato la campagna di immunizzazione universale in settembre, la Germania e il Lussemburgo seguono a breve

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Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) rappresenta la principale causa di bronchiolite e altre infezioni respiratorie dell’infanzia e causa di solito importanti epidemie invernali. Come riporta il Corriere della Sera, negli ultimi anni i sono registrati dei picchi con necessità di ricovero in terapia intensiva neonatale/pediatrica spropositate rispetto alla disponibilità di posti letto. Da quest’anno c'è la possibilità di effettuare un’immunizzazione (passiva) universale, sicura, di tutti i neonati e lattanti con un anticorpo monoclonale efficace con una singola somministrazione per tutta la stagione invernale. (IL VACCINO INFLUENZALE)

Di cosa si tratta

L’anticorpo è stato approvato da Fda (Food and drug administration) e Ema (Agenzia europea per i medicinali), in Nord-America lo stanno somministrando universalmente. In Europa è disponibile, ma non tutti i paesi lo stanno utilizzando. Ad esempio,  Francia e Spagna hanno iniziato la campagna di immunizzazione universale in settembre, la Germania e il Lussemburgo seguono a breve, ma nessun altro Paese europeo, inclusa l’Italia, lo fa. Perché? I motivi sono molteplici: si va dai passaggi ulteriori a livello nazionale o regionale alla a mancanza di un percorso preferenziale di implementazione fino alla scarsa informazione pubblica. Da segnalare che le infezioni da Rsv hanno una bassissima mortalità. Nonostante tutto questo, e una pandemia che sembra non aver insegnato nulla a riguardo, i bambini europei e italiani non hanno uguale accesso a questo intervento benefico.

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