Febbre della valle, cosa sappiamo sul pericoloso fungo che si diffonde negli Usa

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La patologia, endemica nel sud ovest degli Stati Uniti, potrebbe diffondersi in zone non abituate al fungo a causa dell'aumento delle temperature. Può comportare conseguenze molto gravi, fino alla morte del soggetto colpito

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È nota come Febbre della valle (Valley Fever in inglese), la nuova minaccia sanitaria degli Stati Uniti. Si tratta di una patologia che si sviluppa a seguito dell'inalazione di spore fungine di coccidioides che si alzano dal terreno, risultando particolarmente sviluppata negli ambienti aridi e caldi, tanto da essere ormai endemica nella parte sud-occidentale del Paese, prevalentemente desertica.

Il problema, secondo gli esperti americani, è che l'aumento delle temperature che riguarda gli Stati Uniti come tutto il resto del pianeta, potrebbe estendere la febbre anche ad altri stati, non abituati a convivere con l'attacco di tali funghi.

Sintomi variabili

Sebbene nella maggior parte dei casi la Febbre della valle non comporti conseguenze particolarmente gravi per il soggetto che ne è colpito, con alcune persone, probabilmente per questioni genetiche, il coccidioide può provocare danni gravissimi, fino a risultare letale nei casi estremi. 

Una volta inalate le spore fungine semplicemente respirando all'aria aperta, i sintomi si manifestano entro tre settimane e comprendono stanchezza, tosse, febbre, fiato corto, mal di testa, sudorazione notturna, dolori muscolari e articolari ed eruzioni cutanee più o meno gravi. 

Su un gruppo ristretto di pazienti attaccati, il fungo risulta essere estremamente aggressivo, fino ad arrivare a nutrirsi a tutti gli effetti della loro carne e arrivando a uccidere fino al 40% delle sue "vittime" quando attacca il cervello o il midollo spinale. Secondo le stime sono circa 200 le persone che ogni anno perdono la vita negli Stati Uniti a causa della Febbre della valle. 

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