Verso mini cervelli in provetta per studiare i disturbi del sonno: al via il progetto Nap

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È l’obiettivo di twiN-on-a-chip brAins for monitoring individual sleeP habits, il progetto europeo, al via dal mese di marzo 2023, coordinato dall'Università di Pisa e dal Centro di Ricerca “E. Piaggio”

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Una possibile nuova frontiera nella ricerca di nuovi strategie contro i disturbi del sonno è rappresentata dallo sviluppo e dall'utilizzo di mini cervelli umani coltivati in provetta. È l’obiettivo di Nap (twiN-on-a-chip brAins for monitoring individual sleeP habits), il progetto europeo, al via dal mese di marzo 2023, finalizzato anche a individuare i sintomi precoci di alcune malattie neurodegenerative, come morbo di Parkinson, legato ai disturbi del sonno. Il progetto durerà 3 anni e sarà coordinato dall'Università di Pisa e dal Centro di Ricerca “E. Piaggio”. 

Mini cervelli da accendere e spegnere a comando

L'ateneo pisano, nell'ambito del progetto che vedrà coinvolte anche l’Università di Friburgo e l’Università di Amsterdam, mira a sviluppare i primi organoidi di cervello che possono essere accesi e spenti a comando. Uno degli obiettivi del progetto Nap è comprendere gli effetti della deprivazione del sonno e a individuare possibili legami di questi disturbi con i sintomi della malattia di Parkinson e altre patologie neurodegenerative.
“A differenza degli organoidi di cervello fatti finora, in questo caso i neuroni umani, sviluppati direttamente da cellule ottenute dal paziente, sono connessi anche a degli elettrodi molto sottili e flessibili, che permettono di monitorare l’attività neurale e inviare stimoli”, ha spiegato all'Ansa la coordinatrice di Nap, Chiara Magliaro del Centro Piaggio.

Organoidi cerebrali: cosa sono

Nel corso del progetto verranno sviluppati e utilizzati modelli cellulari tridimensionali avanzati del cervello umano, gli organoidi cerebrali. Si tratta di repliche in scala ridotta del cervello, complete per esempio di materia grigia e amigdala, ma delle dimensioni di appena pochi millimetri, e costituite da un numero ridotto di cellule.
Modelli, come spiegato dai ricercatori, che crescono e si auto organizzano a partire da cellule di un paziente, e che si prestano allo studio e allo sviluppo di nuove terapie personalizzate.

Mini cervelli utili per monitorare l’attività neurale

I mini cervelli in provetta consentiranno anche di monitorare l’attività neurale in modo più preciso e interferire dall’esterno, ad esempio alterando i ritmi di veglia e sonno dei minicervelli. “Simulare i ritmi fisiologici o la privazione di sonno permette di valutare cosa succede alle nostre cellule nervose quando non abbiamo una buona routine del riposo: parametri fondamentali per intervenire in maniera tempestiva e garantire una miglior qualità della vita”, ha concluso Magliaro.

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