Covid Cina, il Giappone impone l’obbligo di tampone prima di partire

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Da sabato 7 gennaio i visitatori dalla Cina, oltre a sottoporsi a un test all’arrivo, dovranno presentare un tampone negativo prima di imbarcarsi verso il Giappone

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Per tentare di arginare l’ondata di contagi Covid-19 nella vicina Cina, il Giappone ha imposto nuove misure di controllo alle frontiere per chi arriva dal Paese. Da sabato 7 gennaio, infatti, i visitatori dalla Cina, oltre a sottoporsi a un test all’arrivo, dovranno presentare un tampone negativo prima di imbarcarsi verso il Giappone. Ad annunciare la notizia ai media è stato Fumio Kishida, il premier nipponico, in visita nel santuario di Ise Jingu, nella prefettura di Mie. 

La situazione in Cina

 

Oltre le misure che entreranno in vigore dal prossimo sabato 7 gennaio, in Giappone le autorità nazionali continueranno a garantire che non ci sia un aumento esponenziale dei voli diretti dalla Cina. Nel Paese, nel frattempo, la situazione Covid sembra farsi ogni giorno più critica. Dopo le stime diffuse lo scorso 27 dicembre, la società britannica di analisi mediche Airfinity ha ‘aggiornato’ i numeri riguardanti la situazione epidemiologica in Cina: secondo l’ultima previsione, nel Paese ci sarebbero 11mila decessi e 1,8 milioni di contagi al giorno per Covid-19. La città più colpita, secondo alcune fonti stampa, sarebbe Shanghai: dal mese scorso, circa 18 milioni di persone, ovvero circa il 70% della popolazione, avrebbe contratto il virus. I numeri sono stati riportati da Chen Erzhen, vice presidente del Ruijin Hospital, e membro del panel di esperti sul Covid della città. Secondo l’esperto, i ricoveri in ospedale starebbero aumentano, facendo registrare 1.600 accessi al giorno.

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L’Ue offre i vaccini alla Cina

 

L’Unione Europea, come confermato dal portavoce della Commissione europea Tim McPhie, ha offerto vaccini gratuiti alla Cina. "Vista la situazione Covid in Cina, la commissaria alla Salute Kyriakides si è messa in contatto con la controparte cinese per offrire la solidarietà e il sostegno dell’Ue, e ciò include la conoscenza degli esperti di salute pubblica ma anche donazioni di vaccini adattati alle varianti”, ha dichiarato McPhie. Tuttavia, la risposta di Pechino non si è fatta attendere. Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri, ha risposto all'offerta dichiarando: "La Cina ha stabilito le più grandi linee di produzione al mondo di vaccini Covid con una capacità di produzione annuale di oltre 7 miliardi di dosi, e una produzione annua di oltre 5,5 miliardi di dosi, che soddisfano le esigenze di garantire che tutte le persone idonee alla vaccinazione abbiano accesso ai vaccini Covid". La situazione Covid nel Paese, per Ning, "è prevedibile e sotto controllo. Siamo pronti a lavorare con la comunità internazionale in solidarietà, affrontare la sfida in modo più efficace".

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