"L'analisi delle differenze settimanali dei dati dell'epidemia di Covid-19 in Italia, mostra che dal 26 dicembre circa le sequenze della percentuale dei positivi ai test molecolari, e dell'occupazione dei reparti ospedalieri, hanno interrotto la fase di discesa e iniziato una fase di stasi o di debole crescita", ha dichiarato Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr)
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Secondo l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), in Italia la discesa della curva dell'epidemia di Covid-19 si è fermata. In questo momento, infatti, ci troviamo davanti una situazione di stasi o, in alcuni casi, di lieve aumento di casi e di ricoveri. Questi ultimi due punti, in particolare, riguardano l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, la Sardegna e l’Umbria: in queste Regioni è stato rilevato anche un aumento dell'occupazione delle terapie intensive. In Umbria, inoltre, si è rilevata anche una crescita dell'occupazione nei reparti ordinari e dell’incidenza.
Le parole di Sebastiani
"L'analisi delle differenze settimanali dei dati dell'epidemia di Covid-19 in Italia, aggiornati al 29 dicembre, ultimo giorno in cui il governo li ha resi disponibili, mostra che dal 26 dicembre circa le sequenze della percentuale dei positivi ai test molecolari, e dell'occupazione dei reparti ospedalieri, hanno interrotto la fase di discesa e iniziato una fase di stasi o di debole crescita", ha osservato Sebastiani. Come rilevano i dati, "al 29 dicembre il valore medio per la percentuale dei positivi ai test molecolari era di circa il 12%, mentre quello dell'occupazione dei reparti ordinari e di terapia intensiva di circa il 13% e il 3.5% rispettivamente". Tuttavia, segnala l’esperto, queste percentuali sono calcolate sulla base delle rispettive capienze che non vengono più aggiornate da Agenas dal 29 ottobre. Per quanto riguarda la sequenza dell’incidenza giornaliera dei decessi, questa segue il calo dei casi e dei ricoveri che è stato osservato nelle ultime settimane, ed appare in discesa. Al 29 dicembre, il valore medio è infatti pari a 100 morti al giorno. Guardando la sequenza dell'occupazione dei reparti di terapia intensiva a livello regionale, questa appare in crescita in Abruzzo, Emilia Romagna, Sardegna e Umbria. Al 29 dicembre, nello specifico, in Abruzzo è pari a circa il 7%, con un tasso medio di aumento pari a circa lo 0.5% al giorno, in Emilia Romagna è dello 6%-0.1%, in Sardegna del 3.5%-0.05%, e in Umbria del 10%-0.1%. In Umbria è in salita anche l'occupazione dei reparti ordinari (40%, 0.3%). Sebastiani sottolinea che un’iniziale fase di crescita viene rilevata anche in poche province, "con i casi più marcati proprio nelle province umbre di Perugia e Terni". È da tenere a mente, rimarca ancora l’esperto, "che Umbria e Toscana in passato sono state per diverse volte le regioni dove, prima che in altre, è iniziata una nuova fase espansiva della diffusione dell'epidemia di Covid-19".