Covid, in crescita i casi in Germania, Regno Unito e Usa

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Si "sottolinea l'importanza di effettuare controlli capillari, non di tipo facoltativo, eventualmente a campione. È bene adottare una strategia di prudenza, e non ripetere lo stesso errore fatto nelle prima fase della pandemia", ha dichiarato Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr)

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Mentre in Italia e nei Paesi confinanti si rilevano dei cali o delle situazioni di stasi, nel Regno Unito e negli Stati Uniti si assiste a una fase di crescita dei casi Covid. Ad indicarlo è un’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Una situazione, si sottolinea, che invita non solo a controlli capillari, ma anche alla prudenza, a partire dall’attività di sequenziamento. 

Le dichiarazioni di Sebastiani

 

"L'analisi dei dati dell'incidenza dei positivi ai test per il virus Sars-CoV-2 negli Stati europei indica che Regno Unito e Germania si trovano nelle ultime 4-5 settimane in una fase di crescita, mentre Italia e gli Stati limitrofi, come Spagna, Francia, Austria, Svizzera e Slovenia, sono in una fase di decrescita o di stasi. L'incidenza è inoltre in crescita da 9 settimane anche negli Stati Uniti", ha dichiarato Sebastiani. A fronte di ciò, sottolinea l’esperto, si "sottolinea l'importanza di effettuare controlli capillari, non di tipo facoltativo, eventualmente a campione, delle persone in entrata in Italia provenienti da Stati esteri, non concentrandosi solo su quelli provenienti in modo diretto o indiretto dalla Cina. È bene adottare una strategia di prudenza, e non ripetere lo stesso errore fatto nelle prima fase della pandemia". Secondo Sebastiani, tuttavia, i controlli dovrebbero riguardare sia il sequenziamento massiccio, che la positività al test, al fine di "rilevare la presenza di nuove varianti che potrebbero rivelarsi resistenti ai vaccini. A questo scopo bisogna osservare che, purtroppo, il sequenziamento nel nostro Paese è stato finora effettuato in modo molto ridotto rispetto ad altri Stati europei, come il Regno Unito".

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