Covid Cina, Pregliasco: "In Italia 95% degli arrivi da voli indiretti"

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"La responsabilità dovrebbe essere globale. Anche gli Usa hanno preso una decisione analoga all’Italia, spero che lo faccia anche tutta l’Europa", ha dichiarato il virologo nella trasmissione 'L'Italia s'è desta'

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Intervenuto nella trasmissione 'L'Italia s'è desta', di Radio Cusano Campus, il virologo Fabrizio Pregliasco ha commentato il provvedimento del ministro della Salute Orazio Schillaci, che nel pomeriggio di mercoledì 28 dicembre ha disposto l’obbligo di tamponi a tutti i viaggiatori in arrivo dalla Cina. Sui controlli anti Covid negli aeroporti, secondo Pregliasco, è necessario un approccio globale, considerando soprattutto che "il 95% degli arrivi dalla Cina è per via indiretta. Quindi la responsabilità dovrebbe essere globale. Anche gli Usa hanno preso una decisione analoga all’Italia, spero che lo faccia anche tutta l’Europa". Per il virologo è un bene "quanto è stato deciso prontamente dall'Italia", tuttavia "servono interventi di reazione, di prevenzione, nell'ottica di garantirci quella libertà che ci siamo guadagnati", ha osservato. 

Le dichiarazioni di Pregliasco

 

Per Pregliasco, tuttavia, il coronavirus ci "infastidirà anche nei prossimi anni, serviranno richiami vaccinali e particolare attenzione ai fragili". Nonostante la situazione creata dalla pandemia abbia esasperato molti cittadini, il virus "ha una capacità di replicarsi all'infinito e il più possibile". L’esperto sottolinea che anche se non è giusto essere allarmisti e "dire che stiamo per ripiombare nell'emergenza di 2-3 anni fa, non bisogna nemmeno sottovalutare ciò che sta succedendo: dobbiamo monitorare nel tempo questa situazione, la diffusione su scala mondiale del virus". Quello visto in Cina, con "un liberi tutti immediato a fronte di una popolazione quasi del tutto suscettibile", è la prova che "il virus sta andando alla grande, coglie l'occasione di ogni replicazione per trovare variazioni sul tema". Per il futuro è necessario, perciò, tenere alta l’attenzione.

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Le dichiarazioni di Broccolo

 

"I test antigenici, per le loro caratteristiche intrinseche, non possono essere sottoposti a sequenziamento perché non viene estratto l'acido nucleico, ossia il materiale genetico del virus", ha dichiarato all'Ansa il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento, commentando la scelta del ministero della Salute di sequenziare il virus Sars-CoV-2 sulla sola base dei test antigenici rapidi. Per procedere al sequenziamento, secondo l’esperto, servirebbe un passaggio intermedio, testando - ad esempio - con i test molecolari i passeggeri risultati positivi al test rapido. Questo perché i test antigenici cercano le proteine del virus: diversamente, una volta cercavano la proteina Spika, ma a seguito delle sue mutazioni, gli esami rapidi attualmente in uso cercano la proteina del Nucleocapside, meno facilmente soggetta a mutazioni. "Che siano di prima, seconda o terza generazione, i test antigenici cercano le proteine del virus. Questo significa che non avviene la procedura di estrazione dell'acido nucleico, sul quale viene fatta la sequenza genetica del virus", commenta Broccolo, che evidenzia anche un problema logistico. "I test antigenici vengono fatti fuori dai laboratori, ma solo un laboratorio può avere gli strumenti per sequenziare un virus. Sarebbe quindi opportuno fare un test antigenico rapido di screening e, per i casi positivi, fare il test molecolare", il quale permette di estrarre il materiale genetico.

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