Secondo gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale, in Cina le infezioni sarebbero 31.444. I nuovi casi Covid-19 hanno segnato un nuovo record dall’inizio della pandemia
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In Cina, mercoledì 23 novembre, i nuovi casi Covid-19 hanno segnato un nuovo record dall’inizio della pandemia: secondo gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale, le infezioni sarebbero 31.444, di cui 27.517 asintomatiche. Il dato supera quello di metà aprile che aveva sfiorato i 30mila, e aveva bloccato Shanghai per due mesi. Numeri che, rispetto agli altri Paesi nel mondo, appaiono esegui, ma che in Cina - dov’è ancora seguita la politica dello 'zero-Covid' - comportano ancora misure restrittive, come i lockdown.
Cosa succede a Zhengzhou
A Zhengzhou, capoluogo dell’Henan, la situazione si è fatta calda negli ultimi giorni. Dopo le proteste scoppiate tra martedì 22 e mercoledì 23 novembre presso il mega impianto della Foxconn, la 'iPhone City' che assembla il 70% degli smartphone di Apple, è stato ordinato il lockdown in diversi distretti per riportare sotto controllo i diversi focolai scaturiti proprio dalle proteste dei dipendenti. Quest'ultime hanno suscitato scalpore, in quanto hanno mostrato delle scene di dissenso inedite in Cina, innescate non solo per le regole stringenti anti-Covid, ma anche per i bonus non pagati e per l'accusa di mancata separazione tra neo assunti e vecchio personale. Nei video diffusi sui social, infatti, i dipendenti lamentano di essere stati informati dall’azienda rispetto il ritardo dei pagamenti dei bonus, mentre altri di essere stati costretti a condividere i dormitori con colleghi positivi. Ora, i residenti del centro di Zhengzhou, a meno che non abbiano il permesso delle autorità, e un test Covid negativo, non possono lasciare l'area. Sarebbero quasi 700 i nuovi contagi registrati nell’Henan, secondo la Commissione sanitaria nazionale. Il consiglio rimane quello di non lasciare le proprie case "se non necessario".
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Nel resto della Cina
Nel frattempo la Foxconn, a seguito delle proteste scoppiate nello stabilimento di Zhengzhou, si è scusata: "Il nostro team ha esaminato la questione e ha scoperto che si è verificato un errore tecnico durante il processo di onboarding", si legge in una nota. "Ci scusiamo per un errore di input nel sistema informatico e garantiamo che la retribuzione effettiva è quella pattuita". Tuttavia, è evidente come la politica ‘zero-Covid’ voluta dal presidente Xi Jinping, abbia causato stanchezza e risentimento nella popolazione. Nell’ultima settimana i casi sono cresciuti un po’ ovunque nel Paese, da Guangdong a Chongqing, fino a Pechino. Difficoltà anche nel Sichuan e nello Xinjiang. Molte le città che hanno inasprito le restrizioni anti-pandemiche con l'aumento dei casi, dopo l’annuncio a inizio mese del governo centrale che sembrava segnalare un allontanamento dalla politica dello ‘zero-Covid’.