Finanziato con 40 milioni di euro dalla Commissione europea, è volto a mettere a punto una nuova infrastruttura digitale per incrociare il genoma e i dati clinici di oltre un milione di persone e vincere così la grande sfida della medicina di precisione
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Al via "Genome Data Infrastructure" (Gdi), un progetto finanziato dalla Commissione Europea con 40 milioni di euro, finalizzato a mettere a punto una nuova infrastruttura digitale, efficiente e sostenibile, per incrociare il genoma e i dati clinici di oltre un milione di persone e vincere così la grande sfida della medicina di precisione. L'obiettivo finale è riuscire a traslare la ricerca genomica nella pratica clinica, ottimizzando le diagnosi e aprendo la strada a trattamenti sempre più personalizzati.
Coinvolti 23 Paesi
Il progetto europeo rientra nell’ambito del programma “Digital Europe” ed è coordinato da Elixir, l’Infrastruttura di ricerca europea per le scienze della vita e la bioinformatica, di cui il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) coordina il nodo italiano.
Gdi vede la partecipazione di 23 Paesi, tra cui l’Italia, con il supporto dei Ministeri dell’Università e della Ricerca e della Salute.
La partnership italiana include, oltre al Consiglio nazionale delle ricerche, anche l'Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Ospedale San Raffaele di Milano e l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit).
Possibili applicazioni
"Il progetto Gdi rappresenta un’occasione straordinaria per il nostro Paese per mettere a sistema le eccellenze scientifiche nel campo della ricerca genomica nel sistema sanitario nazionale che, pur caratterizzato da realtà cliniche di prim'ordine anche a livello internazionale, risulta però molto frammentato, anche a causa della sua organizzazione su base regionale", ha riferito Graziano Pesole (Cnr-Ibiom), coordinatore del nodo nazionale di Elixir. "L’infrastruttura digitale che ci si propone di sviluppare, quando a regime, consentirà di includere le informazioni genetiche del paziente nel fascicolo sanitario elettronico, e di condividerle in modo controllato e rispettoso della legislazione europea sulla protezione dei dati individuali. Questo aprirà la strada a notevoli prospettive di miglioramento e crescita della qualità e dell’efficienza per molti servizi erogati dal nostro sistema sanitario", ha aggiunto.