San Raffaele di Roma, presentato primo esoscheletro robot per bambini

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Il suo nome è Atlas 2030 ed è stato creato per facilitare la riabilitazione dei piccoli di età compresa tra i quattro e i dieci anni

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Il primo esoscheletro robot a misura di bambino è stato presentato oggi, martedì 8 novembre, presso l’Irccs San Raffaele di Roma. Il suo nome è Atlas 2030 ed è stato creato per facilitare la riabilitazione dei bambini di età compresa tra i quattro e i dieci anni colpiti da paralisi cerebrale infantile, mielolesioni (lesioni del midollo spinale fino alla vertebra C4), atrofia muscolare, distrofia muscolare, miopatie e diverse malattie neuromuscolari.

L’importanza dell’esoscheletro per la riabilitazione pediatrica

Per il momento, quello presente all’Irccs San Raffaele di Roma è l’unico Atlas presente in Italia. Claudia Condoluci, responsabile dell’area pediatrica e delle disabilità dello sviluppo dell’ospedale, ha dichiarato che “il successo dell’esoscheletro nell’adulto ci ha indotti a valutare la possibilità di un suo utilizzo anche nell’ambito della riabilitazione pediatrica. La maggior parte dei ragazzini che lo stanno già utilizzando presso il nostro reparto non ha mai camminato in autonomia. Con Atlas può farlo e può svolgere anche diverse attività come calciare una palla e disegnare”. Condoluci ha sottolineato che tutto questo “ha un importantissimo impatto sulla sfera cognitiva, emotiva e sociale per il bambino e la famiglia”.

 

Marco Franceschini, direttore del laboratorio di ricerca clinica in riabilitazione neuromotoria dell’Irccs San Raffaele, ha aggiunto che “la neuroriabilitazione è lo strumento che permette di riprogrammare le funzioni cerebrali attraverso il meccanismo della plasticità sinaptica. Nei bambini con le patologie neurologiche, molti dei quali non hanno mai avuto la possibilità di camminare, questo meccanismo assume un ruolo ancora più importante: i piccoli, in questo caso, non devono riapprendere, ma imparare da zero. Permettere loro di camminare in modo fisiologico con ripetibilità e intensità è un’opportunità terapeutica di fondamentale importanza”.

 

Partirà ora anche uno studio, RoboKId che valuterà la fattibilità, l’intervento e l’impatto di tale approccio riabilitativo sulla qualità e lo stato clinico funzionale dei piccoli partecipanti, che saranno in totale 20.

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