Dermatite Atopica, cos’è e perché è sbagliato sottovalutarla. VIDEO

Salute e Benessere

Raffaella Cesaroni

Nel mondo colpisce il 10 percento degli adulti e il 25 percento dei bambini. Tra le cause, fattori genetici e ambientali. Come affrontare questa malattia autoimmune e quali risposte ha dato la ricerca scientifica per curarla. La campagna di sensibilizzazione di AbbVie: “Dermatite atopica: Rimettiti in gioco”.

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E’ una malattia autoimmune, complessa, cronica e riguarda l’organo più esteso del corpo umano, la pelle. Parlare della dermatite atopica è importante perché – seppur non si tratti di una malattia killer – oggi è ancora sottovalutata quanto ai problemi fisici e psicologici che può provocare e sottostimata nei numeri, nonostante l’incidenza nel mondo sia del 10 percento negli adulti e del 25 percento nei bambini. Ci inquadra questo tema di salute la Professoressa Gabriella Fabbrocini, Direttrice dell’UOC di Dermatologia Clinica dell’Università Federico II di Napoli: “E’ una malattia autoimmunitaria, molto frequente nei neonati sotto forma di crosta lattea e poi nei bambini entro i 3-4 anni d’età, con chiazze pruriginose e desquamanti al volto e all’addome. Man mano si trasforma e assume una localizzazione all’interno delle braccia, dietro le ginocchia e subisce delle fasi altalenanti, peggiora con la sudorazione. Una piccola percentuale di casi può permanere anche in età adulta e dare dei quadri anche molto drammatici con una localizzazione alle palpebre, al collo, intorno alle labbra, con questo aspetto di cute secca, serotica, pruriginosa, molto fastidiosa anche in termini sociali”.

L'importanza di affidarsi allo specialista

La buona notizia per i pazienti che ne sono affetti è che convivere con la dermatite atopica, mantenendo una buona qualità di vita, oggi è possibile. Occorre però un’attenta gestione di questa malattia da affrontare insieme a uno specialista, in grado di individuare il percorso più adatto a ogni paziente. “Non bisogna sottovalutare una malattia dermatologica che può provocare prurito intenso e lesioni eczematose ricorrenti in grado di diminuire la qualità di vita, alterare il sonno, minare l’autostima e la serenità di chi ne soffre, conducendo perfino a un ridotto rendimento scolastico e lavorativo” - sottolinea il Prof. Piergiacomo Calzavara Pinton, che dirige l’UO Dermatologia AST Spedali Civili e Clinica Dermatologica Università di Brescia. “Inoltre, la dermatite atopica si presenta spesso associata ad altre manifestazioni atopiche come l’asma, la rinite allergica, la poliposi nasale e l’esofagite eosinofila. Per la varietà delle forme e della risposta personale è quindi fondamentale che ogni paziente affronti un percorso di cura con uno specialista e collabori per ottenere risultati duraturi nel tempo”. Un concetto, questo, che ribadisce anche la Professoressa Fabbrocini: “Il rischio è che la patologia possa non essere diagnosticata, ma inquadrata invece come allergia agli alimenti, come irritazione dovuta a determinati indumenti, piante e quindi viene trattata occasionalmente con cortisone, antistaminici, senza dargli un corretto inquadramento. Mentre, se la malattia è correttamente seguita da uno specialista in un centro di riferimento, si possono mettere in campo delle strategie come i bagni oleosi, gli emollienti, gli steroidi topici, gli inibitori della calcineurina nel periodo più acuto e poi il mantenimento con creme lenitive ed emollienti che consentono di essere liberi da malattia per lunghi periodi e di ridurre la sintomatologia che affligge sia la vita del paziente che quella del caregiver”.

La campagna di sensibilizzazione

Chi volesse capire cos’è la dermatite atopica senza perdersi sul web in informazioni poco chiare, se non addirittura scorrette, può fare affidamento sul sito www.vicinidipelle.it. Tra le pagine del sito l’efficace campagna sostenuta da AbbVie dal titolo: ‘Dermatite Atopica: Rimettiti in gioco.’ Sito e campagna specifica hanno lo scopo di supportare i pazienti ad avere maggiore consapevolezza sull’impatto della malattia, identificare i propri obiettivi e prepararsi alle visite con gli specialisti. “Il riscontro positivo che sta registrando la campagna ‘Rimettiti in Gioco’ conferma quanto sia importante offrire nuovi strumenti ai pazienti per la gestione ottimale della malattia” – sottolinea Annalisa Iezzi, Direttore Medico di AbbVie Italia. “Da anni siamo impegnati in dermatologia insieme alla comunità scientifica e a quella dei pazienti nel miglioramento della qualità di vita delle persone affette da patologie croniche autoimmuni”.

Le innovative soluzioni terapeutiche

“Per la gestione della malattia è importante intervenire non solo all’apparire delle manifestazioni acute, come spesso si tende a fare, ma tenere sotto controllo l’infiammazione sottostante trattandola in modo sistemico” – ci spiega la Prof.ssa Fabbrocini. “La ricerca scientifica ci ha dato la possibilità di avere a disposizione terapie altamente innovative che riescono a bloccare l’interruttore delle infiammazioni. Oggi esistono delle molecole che spegnendo questo interruttore riescono a mettere a dormire questa patologia. Le innovative soluzioni terapeutiche, come i farmaci biologici e i JAK-inibitori, offrono opportunità da valutare con grande attenzione perché consentono di alleviare da subito i sintomi modificando il decorso della malattia in maniera duratura. Oggi si apre un futuro roseo per la cura di questa patologia”. 

Il Manifesto di ANDeA

Il punto di vista dei pazienti è supportato da ANDeA, associazione nazionale dermatite atopica. “E’ una malattia cronica dal forte impatto sulla vita dei pazienti, che può colpire anche persone giovani, nel pieno dell’attività scolastica o lavorativa” - sottolinea Mario Picozza, presidente di ANDeA. “Per arrivare a una gestione ottimale della malattia e a una buona qualità di vita per i pazienti è importante che la comunità scientifica, i medici, le aziende e, soprattutto, le istituzioni riservino maggiore attenzione a questa malattia, come abbiamo indicato nel nostro Manifesto, inserendola per esempio nel Piano Nazionale della Cronicità e nei Livelli Essenziali di Assistenza come patologia cronica e invalidante. Auspichiamo inoltre che l’autorità regolatoria italiana recepisca velocemente le indicazioni dell’EMA sull'accesso alle terapie”. 

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