Alzheimer, oggi si celebra la giornata mondiale

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Istituita nel 1994 dall'Organizzazione mondiale della sanità e dall'Alzheimer's Disease International, ha come obiettivo accrescere la sensibilità e la consapevolezza su una patologia che rappresenta almeno il 60% dei casi di demenza

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In Italia si stima che i nuovi casi di Alzheimer siano circa 70mila ogni anno, ovvero circa il 60% delle 150mila nuove diagnosi di demenza. Attualmente nella Penisola i casi di demenza sono 1,2 milioni, di cui 600mila con Alzheimer, un dato destinato a raddoppiare entro il 2030. La prognosi media della malattia di Alzheimer è di 12 anni e le persone coinvolte nell'assistenza sono 3 milioni, soprattutto donne. Sono i numeri emersi in occasione della Giornata mondiale dell'Alzheimer che si celebra ogni anno il 21 settembre. Istituita nel 1994 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dall'Alzheimer's disease international (Adi) per diffondere iniziative dedicate alla conoscenza e alla diffusione delle informazioni sulla malattia, la giornata rappresenta anche un'occasione per uscire allo scoperto per chiedere e ricevere aiuto.

L'iniziativa Aima a sostegno di pazienti e caregiver

In occasione dell'edizione 2022 della Giornata dedicata alla patologia, sono tanti gli appuntamenti per offrire sostegno a questi pazienti e anche a chi se ne prende cura. La Linea Verde dell'Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (Aima), che ogni anno riceve circa 10mila telefonate da parte di familiari di pazienti, per chiedere supporto, assistenza e sostegno, ha potenziato il proprio servizio, attivo dal 1997. In data odierna la Linea Verde Aima (al numero 800 679 679) raccoglierà le chiamate dei caregiver, dalle 9 alle 21. Inoltre, una squadra di 10 psicologi sarà a disposizione per offrire colloqui gratuiti ai caregiver e alle famiglie dei pazienti colpiti dalla malattia di Alzheimer e da altre demenze degenerative. "All'interno delle famiglie dei malati si consumano veri e propri drammi ai quali il nostro sistema di welfare non riesce a dare risposte soddisfacenti", ha riferito Patrizia Spadin, fondatrice e presidente di Aima. "Abbiamo necessità di una strategia nazionale che consenta di affrontare la malattia. Anche perché lo scenario è destinato ad aggravarsi nei prossimi anni anche a causa del processo di invecchiamento della popolazione", ha aggiunto.

Da geni a stili di vita prosegue ricerca

Al momento non esiste una cura per l'Alzheimer e da anni i ricercatori di tutto il mondo sono al lavoro per capire quali siano le cause scatenanti della malattia. Un recente studio internazionale pubblicato su Nature ha individuato 75 regioni del genoma associate all'Alzheimer, 42 delle quali mai implicate prima. "Questo studio è un enorme passo in avanti per capire meglio i meccanismi cellulari alla base dell'Alzheimer. Era noto che ha una forte componente genetica, ma le 42 nuove regioni scoperte hanno aperto ulteriori strade per la ricerca terapeutica", ha riferito Sandro Sorbi, ordinario di Neurologia presso l'Università di Firenze, coinvolto nella ricerca.  A pesare però, accanto ai geni, sono anche le abitudini, a partire da ciò che si mangia. "Fatto confermato - prosegue Sorbi - anche da una ricerca internazionale che ha analizzato le diete di oltre 2000 adulti raffrontandole con l'incidenza della malattia". Se la predisposizione genetica non è modificabile, per prevenire l'Alzheimer è importante adottare un corretto stile di vita e mantenersi attivi, sia fisicamente, che nella vita sociale. Aspetti su cui stanno indagando diversi progetti di ricerca promossi dall'Associazione Italiana Ricerca Alzheimer (Airalzh).

 

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