Declino cognitivo, in Italia ne soffrono 4,2 milioni di persone

Salute e Benessere

Per aiutarle è stato ideato “e-MemoryCare”, un progetto che mira tenere allenata la mente tramite l’uso di una piattaforma digitale e quattro applicazioni

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Sono ben 4,2 milioni gli italiani con declino cognitivo. A indicarlo sono le stime diffuse dall’associazione senza fini di lucro Senior Italia FederAnziani, che proprio oggi, mercoledì 31 agosto, ha annunciato l’avvio di “e-MemoryCare”, un nuovo progetto pensato per aiutare le persone che soffrono di questa condizione. I dati riportati nella nota indicano che in 1,7 milioni di casi si tratta di persone colpite da demenza, tra cui 600mila malati di Alzheimer. A questi si aggiungono circa 2,5 milioni di anziani che hanno visto la loro salute cognitiva peggiorare a causa dell’isolamento a cui sono stati costretti durante la pandemia di Covid-19.

Su cosa si basa il progetto?

Il progetto “e-MemoryCare” è basato su una piattaforma digitale e quattro diverse app, tramite le quali Senior Italia FederAnziani punta a proporre agli anziani degli esercizi con cui tenere allenata la mente, contrastando il deterioramento delle facoltà cognitive e salvando il benessere psico-fisico. È stato ideato da Marianna Messina, una studentessa di Psicologia, e si avvale di un Advisory Board scientifico che riunisce psicologi, psichiatri, neurologi, nutrizionisti, fisiatri, cardiologi, neuro-psicologi ed economisti. 

 

A quali benefici porterà?

Francesco Fazio, il presidente del comitato scientifico di Senior Italia FederAnziani, spiega che “il deficit cognitivo è uno dei grandi problemi sociosanitari legati alla terza età”. Messina sottolinea che, secondo le stime più recenti, “in tutto il pianeta il numero dei pazienti raddoppierà nel 2030 e triplicherà nel 2050, con 7,7 milioni di nuovi casi all’anno”. La psicologa rivela che “e-MemoryCare è costituito da un percorso personalizzato che tiene conto delle esigenze del singolo paziente”. L’obiettivo del progetto è “favorire l’utilizzo e il mantenimento dell’indice di riserva cognitiva”. Attraverso il progetto, inoltre, “si potranno recuperare preziosi Big Data sul deficit cognitivo che potranno essere utili per la ricerca clinica”. Il progetto prenderà il via a ottobre e sarà realizzato con la collaborazione degli psicologi. A tal proposito, Messina spiega che “sono già iniziati i corsi di formazione per gli psicologi d’intesa con il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi”.

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