L’intelligenza artificiale verrà usata per cercare nuovi virus

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Lo svelano i ricercatori dell'Università dell’Arizona, che hanno creato il primo modello globale capace di individuare, e tracciare, la nascita e la trasmissione dei nuovi virus

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Come, e dove, si trasmettono i nuovi virus e gli altri agenti responsabili di malattie dagli animali all’uomo? E come questi possono diventare epidemie, o pandemie? Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, frutto di una ricerca coordinata da Andrés Lira-Noriega, dell'Università dell'Arizona a Tempe. Grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale, i ricercatori hanno creato il primo modello globale capace di ‘scovare’ i nuovi virus.

L’uso dell’intelligenza artificiale

Secondo il modello messo a punto dai ricercatori, l’Eurasia è uno dei punti caldi per la diffusione di virus come il West Nile virus, o per la malaria che colpisce gli uccelli - conosciuta come malaria aviaria. Diversamente i coronavirus trasmessi dai pipistrelli sarebbero capaci di invadere qualsiasi regione del mondo, senza confine che tenga. Ma com’è possibile questo? "Studi precedenti avevano cercato di individuare come fattori diversi influenzassero la comparsa di nuovi virus trasmessi dagli animali e pericolosi per l'uomo, ma nessuno di essi era riuscito a fornire una metodologia applicabile a un vasto numero di animali ospiti di microrganismi patogeni. Il nuovo approccio riesce a integrare variabili molto diverse fra loro, fornendo uno strumento che può aiutare a scoprire potenziali specie ospiti di organismi patogeni e nuovi punti caldi per la diffusione dei nuovi agenti”, scrivono i ricercatori. Considerando l’insieme degli elementi evolutivi, geografici ed ambientali, il modello permette di individuare i fattori che determinano la diffusione dei virus, e degli altri agenti patogeni, dagli animali all’uomo. 

Scientists are at work in the VirPath university laboratory, classified as "P3" level of safety, on February 5, 2020 as they try to find an effective treatment against the new SARS-like coronavirus, which has already caused more than 560 deaths. - When most are busy developing vaccines or testing the few anti-virals available, VirPath will go after drugs used for diseases that have nothing to do with a respiratory infection such as 2019-nCoV. (Photo by JEFF PACHOUD / AFP) (Photo by JEFF PACHOUD/AFP via Getty Images)

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Uno strumento capace di prevedere le future pandemie

Una ricerca molto utile, e indispensabile per le future epidemie. Il modello, infatti, permette di indirizzare la raccolta di campioni in maniera da individuare le specie rischiose - quelle, quindi, capaci di trasmettere virus pericolosi all’uomo -, sia le zone in cui queste vivono. Tra le specie classificate come pericolose dai ricercatori, troviamo proprio i pipistrelli responsabili della diffusione dei coronavirus - famiglia dove troviamo il SarCoV2, ‘colpevole’ della pandemia di Covid-19. Nel modello troviamo anche gli uccelli responsabili della diffusione del West Nile virus, quelli che diffondono la malaria, ma anche uccelli molto comuni come i passeriformi. I dati emersi mostrano che la diffusione del coronavirus da parte dei pipistrelli risente della distribuzione geografica delle specie ospiti, che la diffusione della malaria risente delle distanze fra gli animali ospiti, e che la diffusione del West Nile Virus è influenzato da un mix di fattori, tra cui effetti ambientali, geografici ed evolutivi.

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