Calano i positivi al coronavirus in Italia. “Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in calo al 3,6%”: tutti i dati del nuovo report dell’Iss
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In base ai dati emersi dal consueto monitoraggio settimanale curato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dal ministero della Salute, la situazione Covid in Italia continua a migliorare. Nei reparti Covid degli ospedali, infatti, il “tasso di occupazione in terapia intensiva è in calo al 3,6% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 4 agosto), contro 4,1% (rilevazione al 28 luglio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 15,2% (rilevazione 4 agosto), contro 17,0% (rilevazione della al 28 luglio)”. L’incidenza settimanale passa da 727 casi ogni 100mila abitanti, a 533. Cala anche l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici che scende sotto la soglia epidemica, fissandosi a 0,90 (range 0,82-1,06), contro l’1,03 della settimana precedente. Scende anche l’indice di trasmissibilità calcolato sui casi di ricovero ospedaliero, passato da Rt 0,95 calcolato dal 26 al 19 luglio, allo 0,82 di oggi. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
I sintomi la chiave per trovare nuovi casi
Il tracciamento dei contatti rimane finora l’attività migliore per rilevare nuovi positivi. Con il 44% dei casi rilevati grazie alla comparsa dei sintomi, calano i dati dei positivi rintracciati attraverso l’attività di screening, passati dal 46% al 44%. Nonostante questo, l’Iss sottolinea che la situazione caratterizzata da un’elevata incidenza, non consente una mappatura puntuale dei casi - come sottolinea l’attività di screening.
Le Regioni più a rischio
Con il virus che corre, e la paura di un ritorno delle mascherine in autunno, sono circa 18 le Regioni/PPAA classificate a rischio basso. “Due Regioni e Province autonome sono classificate a rischio moderato, una Regione è equiparata a rischio alto per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’Iss, mentre le restanti 18 Regioni e province sono classificate a rischio basso”, conclude il report dell’Istituto.