Si tratta di uno dei dati sottolineati nel convegno “Da 30 anni al servizio dei cittadini: il direttore generale nelle aziende sanitarie pubbliche”, organizzato presso il Ministero della Salute dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere. In particolare, secondo quanto emerso, in Italia mancano all'appello 5mila medici, quasi 11mila infermieri e più di 23mila operatori sanitari di altri settori
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A partire dal 2010, tra medici ed infermieri, il personale sanitario italiano ha subìto un calo pari al 5,6%. E’ uno dei dati che sono stati discussi nel corso del convegno dal titolo “Da 30 anni al servizio dei cittadini: il direttore generale nelle aziende sanitarie pubbliche”, organizzato oggi, 5 luglio, presso il Ministero della Salute dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso).
L’assunzione dei precari
In particolare, secondo quanto emerso, in Italia mancano all'appello 5mila medici, quasi 11mila infermieri e più di 23mila operatori sanitari di altri settori, per un totale di circa 40mila unità. Si tratta questa, di una carenza che ha condotto ad una situazione di difficoltà evidenziata, in particolar modo, dalla pandemia di Covid-19. Uno spiraglio positivo, comunque, arriva dal reclutamento, proprio nel corso dell'emergenza coronavirus, di precari che adesso, anche grazie alla legge sulle stabilizzazioni, potranno essere assunti. “Già 10 Regioni su 20 hanno stipulato accordi per procedere con i contratti a tempo indeterminato”, ha spiegato il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore, in apertura del convegno.
Abbandonare la logica dei tetti di spesa
Questa situazione, hanno riferito gli esperti, è anche frutto dei provvedimenti previsti dalla legge di bilancio 2010, che ha stabilito un tetto alla spesa per il personale pubblico ed è andato di pari passo al blocco del turnover e ai piani di rientro in molte Regioni del Centro-Sud Italia. Da dieci anni ormai, ha sottolineato ancora Migliore, “a fronte di nuovi bisogni sanitari e con l'invecchiamento della popolazione, non è cresciuto l'investimento per il personale: mancano 40mila professionisti”. Inoltre, sempre secondo il presidente di Fiaso, “per colmare il divario decennale, occorre abbandonare la logica dei tetti di spesa e incrementare il finanziamento destinato alle assunzioni di nuovi professionisti”. Insieme, ha detto in conclusione, “abbiamo superato due anni violenti, siamo stati esposti a stravolgimenti. Ora abbiamo bisogno che la straordinarietà diventi ordinarietà”.