Il batterio del tifo sempre più resistente agli antibiotici: lo studio

Salute e Benessere
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Su The Lancet Microbe i risultati del più grande studio di sequenziamento del genoma del batterio Salmonella Typhi responsabile della febbre tifoide, un problema di salute pubblica globale, che causa 11 milioni di infezioni e più di 100mila decessi l'anno

 

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Nel mondo si registrano ogni anno circa 11 milioni di casi di febbre tifoide e più di 100mila decessi. Numeri che fanno della malattia un problema di salute pubblica globale, anche perché i batteri che la causano mostrano sempre più spesso segnali di resistenza agli antibiotici in uso per combatterli e negli ultimi 30 anni hanno viaggiato diverse volte nel mondo, evadendo i confini dei Paesi in cui si trovano normalmente. A lanciare l'allarme è un nuovo studio pubblicato sulla rivista The Lancet Microbe e condotto da Jason Andrews dell'Università di Stanford.

Il più ampio studio di sequenziamento del genoma di S. Typhi

Nel corso del più ampio studio di sequenziamento del genoma del batterio Salmonella Typhi, responsabile della malattia, che si trasmette attraverso l'acqua potabile o gli alimenti (crostacei, gelati, prodotti di pasticceria, salse), il team di ricerca ha analizzato oltre 7.500 genomi di S. Typhi, per lo più provenienti dall'Asia meridionale, che rappresenta il 70% del carico globale della malattia. È così emerso che i ceppi resistenti si sono diffusi in altri Paesi almeno 197 volte negli ultimi tre decenni.

I risultati

Nello specifico, i ricercatori hanno eseguito il sequenziamento dell'intero genoma di S. Typhi su 3.489 campioni di sangue raccolti tra il 2014 e il 2019, da soggetti con febbre tifoide provenienti da Bangladesh, India, Nepal e Pakistan, e di 4.169 campioni isolati da oltre 70 Paesi tra il 1905 e il 2018.
I ceppi sono stati poi classificati come multiresistenti se presentavano geni che conferivano resistenza ai classici antibiotici di prima linea: ampicillina, cloramfenicolo e trimetoprim/sulfametossazolo. Nel corso dello studio è stata anche rilevata la presenza di geni che conferiscono resistenza a "macrolidi" e "chinoloni", tra gli antibiotici più importanti per la salute umana.

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