Secondo gli esperti dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica è molto importante che i pazienti con neoplasia, in particolare quelli immunodepressi, ricevano il vaccino contro l'Herpes Zoster. Si tratta di un virus che provoca una dolorosa eruzione cutanea anche conosciuta come fuoco di Sant'Antonio che, nei pazienti con neoplasia, può condurre a gravi conseguenze e anche al decesso
Nei pazienti oncologici il rischio di sviluppare l'Herpes Zoster, un virus che provoca una dolorosa eruzione cutanea anche conosciuta come "Fuoco di Sant'Antonio", è doppio rispetto al resto della popolazione sana. E risulta ancora più elevata la probabilità che le persone colpite da tumori debbano sopportare le gravi conseguenze portate dal virus, che possono anche condurre al decesso. Per questo motivo è molto importante che i pazienti con neoplasia, in particolare quelli immunodepressi, ricevano il vaccino contro l'Herpes Zoster. Su questo si basano le raccomandazioni dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), che verranno presentate il 6 maggio a Firenze, nel corso del convegno nazionale dal titolo “Le vaccinazioni nel paziente oncologico” e che sono state anticipate dagli esperti in una conferenza stampa virtuale.
Le particolarità del virus
Come riferito da Saverio Cinieri, presidente di Aiom, “l'Herpes Zoster è la conseguenza di una riattivazione del virus Varicella-Zoster che, al momento della prima infezione, è all'origine della varicella”. Oltre il 99% degli adulti di età pari o superiore a 40 anni, ha riferito ancora, “è entrato in contatto con il virus e una persona su 3 è a rischio di sviluppare almeno un episodio di Herpes Zoster nella vita”. Quali le particolarità di questo agente patogeno? “Il virus ha la particolarità di restare inattivo nel tessuto nervoso, in particolare nei gangli sensitivi craniali, e nel midollo spinale, riattivandosi anni dopo con manifestazioni molto dolorose. L'immunità cellulare è in grado di controllare le riattivazioni e non consente che il virus si manifesti come malattia”, ha spiegato l’esperto.” Ma, nelle persone con un sistema immunitario immunocompromesso, come i pazienti oncologici in trattamento attivo con chemioterapia, il livello critico della risposta immunitaria si abbassa e possono esserci riattivazioni con insorgenza dell'Herpes Zoster in tempi successivi. Da qui l'importanza del vaccino che ha dimostrato un'efficacia superiore al 90% nella prevenzione della malattia e delle complicanze”, ha concluso.
Un nuovo vaccino ricombinante adiuvato
Secondo Paolo Pedrazzoli, direttore dell'oncologia presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, “l'Herpes Zoster può essere responsabile di quadri clinici che mettono a rischio la vita del paziente immunocompromesso per una disseminazione delle lesioni cutanee molto ampia, per la lunga durata dell'infezione e la conseguente probabilità di sovra infezioni batteriche e setticemia”. E, ha aggiunto, non va dimenticato poi che “queste conseguenze si legano in molti casi a pericolosi ritardi nelle terapie antitumorali”. Per questi motivi, in conclusione, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 aveva introdotto nel calendario vaccinale anche la vaccinazione anti Herpes Zoster, soprattutto per la fascia d’età intorno ai 65 anni e per le persone con malattie specifiche come diabete mellito, malattie cardiovascolari, broncopneumopatia cronica ostruttiva o ancora candidati al trattamento con terapia immunosoppressiva. Oggi, ha concluso Cinieri, “abbiamo a disposizione un nuovo vaccino ricombinante adiuvato che può essere utilizzato in tutti i pazienti oncologici, inclusi quelli immunocompromessi, ed è in grado di offrire una protezione duratura”.